Scritto da Salvatore Siragusa Martedì 07 Novembre 2006 21:02 Letto : 5841 volte
"Migrations" è la rappresentazione interiore, senza nessun condizionamento artificiale, del legame stretto, visionario che esiste tra ego e natura, la musica è una ricerca costante di libertà e di introspezione, formalmente basata su sonorità ambient, su loop e soundscape elettronici arricchita da tocchi estremamente personali, sopratutto con passaggi di chitarra, di piano o di arpa da parte di Emanuele Errante che tendono a dare forma e colore naturale a tutti i passaggi elettronici e così ritroviamo la dolcezza e la radiosa bellezza della rugiada nel brano di apertura di "Migrations" o le nubi che sfilano nel cielo, placide nelle loro forme e nei loro colori, del secondo brano, intitolato "Nubes". Natura certo ma anche Ego: "Sogno" quale miglior rappresentazione dell'ego se non il sogno? evocatore, onirico, visionario, estremamente personale, massima rappresentazione dell'io; o le onde del mare che si rifraggono sulla scogliera, un mare agitato, un mare brulicante di vita, coi gabbiani che passano a volo radente, così si presenta "Calabria", uno scorcio autunnale, l'impeto dell'elemento acquatico raffrontato con la leggiadria e la libertà del volo dei gabbiani, il sentirsi parte di una natura libera e incontaminata. Tutto questo e non solo è "Migrations", ovviamente non stiamo parlando di una musica semplice, di una musica di facile presa o di facile approccio ma di una musica altamente descrittiva, intensamente introspettiva e personale, interamente dipinta sulla tela della nostra immaginazione, in cui Emanuele Errante ci suggerisce lo sfondo, il paesaggio con i suoi dettagli ed in cui la nostra fantasia può ed anzi deve semplicemente adagiarsi, liberarsi e dare il proprio personale contributo nel delineare, ad ogni ascolto, i nostri intimi dettagli. Non stiamo solo "ascoltando un disco", non dobbiamo "solo valutare un disco", in questo caso dobbiamo parteciparlo, dobbiamo viverlo, dobbiamo interagire con esso, stiamo entrando in perfetta solitudine, accompagnati solo da noi stessi nel magico ed incantato mondo della natura, ego e natura, un unico filo, un unico legame, evocatore, interiore, un viaggio, il viaggio, da noi stessi alla natura, alla terra: "Migrations". Da vivere. |
Emanuele Errante: Tutti gli strumenti, elettronica Anno: 2006 |