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Richard Hupka (Bullet-Proof)

Abbiamo incontrato Richard Hupka, leader dei Bullet-Proof, consolidata thrash band di Bolzano, da noi seguita fin dagli esordi. 
L'uscita di "Cell XIX", loro terzo album (lo abbiamo recensito qui), ci offre l'occasione di fare una bella chiacchierata su argomenti variegati ed interessanti...


A&B - Ben trovato Richard. Direi di iniziare con una domanda afferente al cambio di organico che si registra in occasione dell'uscita del vostro ultimo album: torna nei ranghi il vostro primo chitarrista...

Richard - Ciao Gianluca e grazie per l'opportunità che ci hai concesso di rilasciare l'intervista per Artists and Bands.
Riguardo al nuovo organico, non è una novità che, soprattutto io, abbia sempre desiderato di riportare dentro il chitarrista del nostro primo disco, "De-Generation", Andrea Demasi. Ho sempre detto che avrei dato qualsiasi cosa per averlo di nuovo nel branco.
Non è stato facile, ma quando tutto viene allineato nella maniera corretta può accadere anche l'inaspettato. Lo si sa, anche se oggigiorno pochi tengono in considerazione le leggi dell'universo (ahahahah). ...e niente, è qui con noi di nuovo, il vecchio amico e musicista spaziale. Non potrei chiedere di più.

A&B - Il nuovo album è appena uscito e già si registrano i primi riscontri della critica. Quali sono i riscontri attuali?

Richard - Guarda, fino ad ora, giacchè il disco è uscito da pochissimo, abbiamo avuto ancora poche recensioni, comunque tutte decisamente molto positive.
Ciò che conta (sempre se vogliamo dare importanza ai recensori) è che provengono da webzine piuttosto importanti qui in Italia.
Naturalmente, puntavamo a fare un disco buono, perché è il terzo disco, una tappa piuttosto decisiva di ogni band. Nel percorso si impara a dosare gli elementi giusti e ad evitare quelli sbagliati, inserendo i primi dove meglio serve.
In ogni caso, non si sa mai come la gente prenda la cosa e non si sa mai se la proposta sarà attuale, cosa forse più difficile da azzeccare.

A&B - Il nuovo album conferma ancora una volta la vostra grande passione per il thrash. Cosa ha da dire, oggi, questo genere musicale?

Richard
- Non penso mai questa cosa. Non penso mai se il thrash in sé abbia da dire necessariamente qualcosa. In realtà, perché non potrebbe?
A parte che non sto cercando di fare thrash per forza, che sia chiaro. Ed in effetti non definirei i Bullet-Proof un classico combo thrash, principalmente perché ci sono tanti elementi, nella nostra musica, dell'heavy metal classico.
Inoltre, cosa è effettivamente il thrash metal? Quale band rappresenta quel genere?
Senza fare nomi, ne troveremmo tante, ed ognuna diversa, ognuna con un sound o un modo di approcciare differente.
Una cosa che ti posso garantire è che non mi piace il thrash che molti considerano come classico, il famoso tupa-tupa e basta. Ho preferito da sempre il thrash metal “pettinato”, come lo chiamo io (ahahahah). Il punto di riferimento chiaro è Dave Mustaine.

A&B - ...si, questo è palese, anche se nel vostro secondo album, "Forsaken One" (recensito qui), sono talvolta stati richiamati gli Slayer più aggressivi.

Richard - Chiaro che sempre di thrash di qualità si tratta e, tornando alla tua domanda iniziale, certo che si, è un genere che ha ancora da dire! Sempre se riconosciamo il thrash come genere che parla, che dice qualcosa, che parla contro qualcosa, che punta il dito, che non sta zitto. Però, si, ha da dire qualcosa.

A&B - Non pensi che, nell'oceano di commistioni attuali, generalmente contraddistinte dalla formula "Nu Metal", il thrash possa apparire datato, scontato, ininfluente?

Richard
- Ti risponderei parzialmente usando la risposta fornita alla domanda precedente. Non ci penso e non mi interessa. Non mi interessa nemmeno il Nu Metal.

A&B - Vorrei con te affrontare il discorso della dimensione dal vivo. Come definiresti la scena live in Alto Adige prima della pandemia?

Richard
- Uhmm. La scena metal o quella live in generale? Se parliamo della seconda, direi che un po' di movimento c'è. Chiaramente prevalgono i soliti canali, i soliti musicisti, i soliti eventi, come credo ovunque, ma la scena in sé è piuttosto attiva.
Se vogliamo parlare di heavy metal, allora il discorso è un attimo più delicato. Ci sono tante band anche qui. Chiaramente, alludo a quelle poche che suonano heavy metal “vero”, perché c'è una forte ondata di metal core, black e death metal. Il problema vero è lo spazio che viene offerto alle band e ai fans che amano questo genere. Per cui, chi vuole andare avanti in qualche maniera deve per forza uscire fuori dalla provincia e anche fuori Italia. 

A&B - Sempre parlando della situazione pre-covid, dove avete suonato dal vivo fuori dalla vostra terra natia?

Richard
- Dunque, abbiamo suonato in Germania, Austria, Croazia, Slovenia, Serbia, Ungheria e Grecia. 

A&B - Quale le differenze tra le varie location visitate (alludo alla situazione organizzativa, alla risposta del pubblico, ecc).

Richard
- A dire la verità, almeno se parlo di posti visitati da noi, fuori c'è un livello superiore sia per quanto concerne i locali e la loro predisposizione, il management degli eventi stessi, sia per ciò che riguarda la risposta del pubblico.
All'estero, ricordo soltanto un posto,  in Serbia, dove le cose sono state organizzate male e anche la gente proprio non ci considerava (ahahahah). Esperienza decisamente poco carina, ma servono assolutamente anche queste, che insegnano più di quelle non problematiche.

A&B - Cosa ascoltano i Bullet-Proof? 

Richard
- Una cosa è certa, ognuno di noi ascolta praticamente tutto. Il rock/metal prevale chiaramente, ma non ci sono molte eccezioni. Io, ad esempio, amo tanto Pat Metheny, Bob Seger, Boney M, Rod Steward, Celine Dion, Madonna, non so….
E li amo quanto amo i Van Halen o i Death.
Apprezzo anche, e penso di parlare anche a nome dei ragazzi, anche Eric Clapton, Led Zeppelin.
Personalmente sono cresciuto con le mie sorelle e mio fratello che ascoltavano Smokie, Suzy Quattro, Queen, Midnight Oil, The Sweet,… poi sono arrivati gli AC/DC e i Judas Priest e lo stravolgimento totale della mia vita musicale, fino ad arrivare ai Megadeth, il mio top dei tops tutt'ora.

A&B - Siete alla vostra terza uscita con la Sleaszy Rider Records. Siete soddisfatti del rapporto con loro?

Richard
- Assolutamente si. Guarda, è un mix di amicizia forte creatasi ormai con Tolis (il proprietario della Sleaszy Rider) e c'è anche la consapevolezza che altrove non ottieni di più. Quindi, perché no?
Le ragioni le sappiamo tutti. Chi la pensa diversamente è un utopista, secondo me.

A&B - Perché i Bullet-Proof pubblicano i dischi soltanto in cd e non anche in vinile.

Richard
- Per i costi, è semplice. Non disponiamo delle fonti per le stampe dei vinili. Ne vorremo assolutamente fare, ma ora come ora è impossibile. Un vinile costa molto più di un CD, che tuttora rimane più abbordabile. So che si parla, negli ultimi anni, di una crescita d’interesse per i vinili, ma stamparne qualche copia, in chissà quale qualità, non è una cosa che ci interessa, né all'etichetta né a noi.
Quindi aspettiamo. Fare un album costa qualche migliaio di euro, questo è un dato di fatto, e i costi non finiscono certo pagando lo studio. In più, grazie alla situazione alla quale siamo costretti attualmente, non c’e praticamente la possibilità di recuperare qualche soldino suonando live, vendendo il merch, ecc. Quindi a meno che non si trovi qualche folle che voglia investire e stampare i vinili per noi, per ora purtroppo non se ne parla.

A&B - Non pensate che, in un clima attuale di revival del vinile e di demolizione del formato cd, considerato ormai obsoleto, uscire soltanto in cd possa togliervi una fetta importante di mercato?

Richard
- No, perché  come spiegato, c’è differenza tra quello che si dice e quello che è la realtà. Perché dovremmo spendere altri, non so, 1000/2000€ per avere qualche decina di vinili che oggi non saprei onestamente dove e come vendere? Perché finiti i primi 20 pezzi, questo va detto, la storia si chiude ed il buco tra le entrate e le uscite è grosso.

A&B - Ultime parole per i lettori di A&B

Richard
- grazie per leggerci ed ascoltarci, ragazzi! Grazie a chi, come voi, dà il sostegno alla musica! Grazie a chi contribuisce a sostenere soprattutto la nostra musica!



Richard Hupka: chitarra, voce
Andrea Demasi: chitarra
Federico Fontanari: basso
Lukas Hupka: batteria

Discografia
De-Generation ‎- Sleaszy Rider Records - 2015
Forsaken One - Sleaszy Rider Records - 2017
Cell XIX - Sleaszy Rider Records - 2021


Photo credit: elementalPress/ L. HAGEN



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