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Francesco Lupi
373°K

Per qualche giornalista italiano, il rock è morto perché non riesce a farsi portavoce della cultura giovanile di questi anni. Non è proprio del tutto d’accordo Francesco Lupi (sempre che si sia disposti a cercare nell’underground), batterista della rock band bolognese 373°K, che da diversi mesi hanno pubblicato il loro disco d’esordio Spiriti bollenti, da noi “scoperto” da poco. E per l’occasione, abbiamo deciso di porgli qualche domanda, ricevendo risposte interessanti.

Tia Villon: Voce
Stefano Venosta: Chitarra ritmica
Vincenzo Adduci: Chitarra solista
Rocco Romani: Basso
Francesco Lupi: Batteria

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- Recensione di: Spiriti Bollenti – 2011

- A&B -
Ciao Francesco, benvenuto su A&B. Per iniziare, presentaci la tua band, parlandoci degli inizi sino ad arrivare ai giorni nostri.
- Francesco [373°K]-
Ciao e grazie a te per l'invito. I 373°K nascono a Bologna nel 2008 da un idea di Tia ma solo dopo diversi cambi di formazione siamo giunti a quella attuale: Tia Villon (voce e pianoforte), Stefano Venosta (chitarra ritmica), Vincenzo Adduci (chitarra solista), Rocco Romani (basso elettrico) e io, Francesco Lupi (batteria).
Siamo tutti studenti al DAMS ed è li che ci siamo conosciuti, nei corridoi, tra una lezione e l'altra. Una delle nostre caratteristiche peculiari, e di cui andiamo fieri, è il cantare in italiano pur proponendo un genere che guarda oltre i confini nazionali. Inizialmente l'attitudine del gruppo strizzava l'occhio al glam rock; attualmente ci rivolgiamo più alla scenario rock italiano.



- A&B -
Spiriti bollenti è il vostro primo disco, ma già dimostrate una buona maturità compositiva. Che ci puoi raccontare della gestazione dell’album?
- Francesco [373°K] -
Prima, per promuoverci, avevamo solo un demo dal titolo ...Comunque libero, registrato nel 2009, per cui la voglia di registrare un album di debutto vero e proprio ci ha spinto verso Spiriti bollenti. Tutti i brani presenti sul disco, che fanno parte del nostro repertorio da sempre, sono stati composti da Tia (autore anche degli altri pezzi che proponiamo nei live). L'album è stato registrato e mixato da Fabio Marchesi all'Avalon Recording Studio di Lodivecchio e infine abbiamo affidato il lavoro del mastering a Claudio Giussani al Nautilus studio di Milano. Il lavoro in studio è stato una full immersion in quanto ci ha visti impegnati per due intense settimane lavorano fino a 14 ore al giorno per terminare le registrazioni; per questo vorrei ringraziare Fabio che ci ha seguito in tutta la fase di produzione e post produzione.


- A&B -
Quali sono state invece, le maggiori influenze che avete assorbito durante il processo lavorativo?
- Francesco [373°K] -
Tutto il processo lavorativo per la realizzazione dell'album è stato davvero importante perché ci ha permesso di scarnificare e analizzare fino all'osso ogni piccolo dettaglio delle canzoni; è stato un momento magico per tutti che ha portato a una grande maturazione della band sia dal punto di vista creativo sia dal punto di vista esecutivo. In particolare durante le sessioni di registrazioni abbiamo avuto la possibilità di testare diverse soluzioni e valutare infine le migliori. Consiglio a tutte le band e ai musicisti che non l'hanno ancora fatto di provare l'esperienza in studio, perché apre davvero nuovi orizzonti al processo creativo.


- A&B -
Ho notato che il tuo lavoro di batteria è molto essenziale, legato forse ad un certo modo di suonare glam molto vicino agli anni ’80. Quali sono i drummer che più ti hanno ispirato da quando hai iniziato a percuotere le pelli?
- Francesco [373°K] -
Hai visto bene! Effettivamente la mia formazione musicale si fonda prevalentemente sul rock anni settanta e ottanta. In realtà la mia passione per la batteria nasce dai Pink Floyd e Nick Mason; in particolare, sono sempre rimasto affascinato dalla versione di "One of this days" del Live at Pompeii; da bambino credo di aver consumato la cassetta a per tutte le volte che l'ho guardata. Sono passato poi per i grandi batteristi rock come John Bonham e Ian Paice, all'hard rock anni ottanta. E' stato al primo anno delle superiori che un amico mi fece ascoltare Dr. Feelgood dei Motley Crüe: è stato amore a primo ascolto; adoro il modo di suonare di Tommy Lee perché, pur nella sua apparente semplicità, sprigiona una grande energia e utilizza soluzioni ritmiche davvero molto interessanti.





- A&B -
Venite da Bologna e da una regione che negli ultimi 30 anni ha donato alla musica rock italiana diversi fenomeni da stadio. Io nel vostro lavoro ho riscontrato un certo modo di raccontare micro storie alla Ligabue, per esempio. Quanti siete “condizionati” da artisti come lui e per esempio, Vasco Rossi?
- Francesco [373°K] -
E' difficile fare rock italiano senza fare i conti con questi personaggi, ed effettivamente ci rifacciamo sotto alcuni aspetti al primo Ligabue. Generalmente però preferiamo citare nelle nostre influenze gruppi come Litfiba, Timoria, Negrita e gli ormai sconosciuti Ritmo Tribale, Karma e Movida.


- A&B -
Per promuovere al meglio Spiriti bollenti state effettuando un tour? Quali sono le prossime date live schedulate?
- Francesco [373°K] -
Si, da quando è stato pubblicato il disco a febbraio 2011 abbiamo avuto modo di fare numerosi live sia in locali, che in feste della birra e feste in piazza, più alcune apparizioni in programmi radiofonici; in particolare ricordo la nostra presenza a Radio Emergenti, nel palinsesto dell'Alma Radio di Bologna, che ci ha dedicato un intera puntata e in cui abbiamo avuto modo di testare il nostro repertorio in versione unplugged.
Le prossime date saranno il 24 febbraio all' Infinity Pub di Pieve Fissiraga in provincia di Lodi e il 2 marzo al KM 298 di Lodi.



- A&B -
Pensate di tornare presto in studio per registrare un nuovo disco? Avete già delle idee pronte ad essere concretizzate, visto che appunto Spiriti bollenti è stato rilasciato già da quasi un anno?
- Francesco [373°K] -
L'intenzione di tornare in studio c'è. Al momento stiamo lavorando ad alcuni brani nuovi che sicuramente rientreranno nel prossimo disco. Per ora le priorità restano quelle di trovare un etichetta disposta a supportarci e di suonare dal vivo.


- A&B -
Essendo voi una band legata ancora all’underground, avete sicuramente avuto modo di confrontarvi con altre realtà di “nicchia”. Quale gruppo o artista consigliereste ai lettori di A&B di seguire, una speranza per il futuro?
- Francesco [373°K] -
A nostro avviso, la scena underground è in un momento di fermento; ci sono molte band emergenti che propongono pezzi inediti, e diverse web radio che offrono la possibilità di trasmetterli. Per quanto queste realtà sono ancora poche, c'è la speranza che nel prossimo futuro le cose possano cambiare. Al giorno d'oggi con internet e la possibilità di far ascoltare la propria musica in tutto il mondo con un click, il modo di fare e concepire la musica sta cambiando radicalmente e penso che noi gruppi emergenti dobbiamo essere i primi ad avvalerci di queste risorse. Ci sono molte band che, a nostro avviso, sono una speranza per il futuro: i Bud Spencer Blues Explosion per esempio ci piacciono parecchio, ma anche un gruppo come Il Teatro degli Orrori è una valida alternativa e una speranza per il futuro della musica italiana.


- A&B -
Ok Francesco, siamo giunti alla conclusione. A te piena carta bianca per concludere questa intervista.
- Francesco [373°K] -
Grazie, vorrei chiudere con una riflessione: un paio di settimane fa è stato pubblicato un articolo di Gino Castaldo sul sito di La Repubblica in cui diceva che il rock è morto, perché oramai fuori dalle classifiche e lontano anni luce dal farsi portavoce dei nuovi fenomeni culturali; quello che emerge è una triste verità, anche se il vero rock non è quello che sta in classifica, proprio perché è la musica ribelle per eccellenza e le classifiche non sono il posto dove cercarlo. Insomma secondo me se si vuole ascoltare del vero rock bisogna cercarlo nell'underground e posso assicurare che ci sono molte realtà valide e meritevoli!


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