Devo ammettere che ho affrontato con trepidazione la lettura di questo secondo episodio della saga di Abigail Rain dal titolo “L’inferno può attendere”. Avevamo lasciato il nostro detective-esorcista Abi alle prese con il difficile compito di salvare la propria irraggiungibile amata Jean ed allo stesso tempo mantenere l’effimero equilibrio occulto tra il mondo della luce e quello delle tenebre
In realtà anche in questo nuovo capitolo ho ritrovato immediatamente il modernissimo ritmo letterario e l’atmosfera gotica che tanto mi erano piaciuti nel primo episodio. Così come l'avvincete trama tra richiami e rimandi ora diretti come quello al manga Bersek, il guerriero maledetto che lotta per sopravvivere e difendere il proprio amore, ora più nascosti come quelli a Gea, il baluardo a guardia e difesa dell'equilibrio del pianeta Terra creato da Luca Enoch ed al "collega" Constantine, anche lui detective occulto che respinge i demoni che cercano di passare dalla sua dimensione alla Terra. Ma non basta, ecco allora richiami anche solamente evocati. Come non pensare all’esilarante Hellboy, demone narciso a servizio degli umani per combattere il sovrannaturale o il gusto per il "mesmerismo" di molta parte della letteratura di fine '800...
Ho ritrovato la solita scrittura sopra le righe con uno scoppiettante "melange" di Dante, western metropolitano, futuriste e futuribili "parolibere" in universi di Bosch... un miscuglio di incroci culturali e di generi letterari che ha prodotto una pozione finale altrettanto potente e divertente quanto quella del primo libro. E come sempre la musica a fare da "trade union". Questa volta, memore della esperienza precedente, mi sono attrezzato per affiancare la lettura con l’ascolto dei brani via via suggeriti a completare ed ampliare le sensazioni. Così tutta la prima parte del libro si è sviluppata in atmosfere dark, heavy ed horror-rock, in una playlist democratica, che unisce urla e suoni da diversi continenti, gli USA con Marilyn Manson e gli Unloco, le Filippine con Greyhoundz, l'Europa con Mayhem e Kmfdm..., in cui la confusione, lo straniamento, le ossessioni sonore si sposano benissimo con i continui colpi di scena della trama. Ed alternativamente qualche tocco introspettivo di grunge (Puddy of Mudd, Staind) e qualche barlume di speranza (come la ballad "Candle in the wind" di Elton John, guarda caso dedicata comunque ad una morta) sottolineano i momenti di riposo, ripensamento e ripartenza del protagonista Abi. Bella colonna sonora, corroborante.
Tornando allo scritto, come sempre quando tratto di libri non racconto la trama per non “spoilerare” e rovinare il gusto della lettura, ma almeno l’atmosfera va trasmessa. Il libro è un continuo e pirandelliano “gioco delle parti”, dove nessuno è quello che dice di essere e nessuno si comporta senza secondi fini ad eccezione di Abigail, unica stella polare che coerentemente fa ciò che dice (ed a volte anche di più). Così neppure l'armata Brancaleone che accompagna Abigail nelle sue avventure (l’assistente Miwa, il tecnologo Zac e il responsabile PR Don Grimonio) sono esenti da sorprese e voltafaccia. Tutti recitano, tutti cercano di dissuadere Abi, nel bene o nel male, dal perseguire nella propria impresa di liberare Jane dalla sua possessione (ed ossessione). E per Abi l'unica via sarà quella di ribellarsi ad un destino già scritto, di sfruttare il libero arbitrio come grimaldello per aprire l'ennesima inaspettata porta del videogioco che sta vivendo. Anche usando la forza, moderno Tex Willer in lotta con il proprio Mefisto.
La saga continua. Le trame si chiariscono anche se su piani paralleli. Le amicizie e gli amori evolvono. La storia vive ... buona lettura ed ascolto. Amen
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