Scritto da Bartolomeo Varchetta Lunedì 07 Marzo 2016 12:35
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Scritto da Daniele Ruggiero Domenica 06 Marzo 2016 11:40
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Scritto da Gianluca Livi Sabato 05 Marzo 2016 19:42
Dopo l'esperienza con il Biglietto per l'Inferno, il tastierista Giuseppe "Baffo" Banfi intraprende una carriera solista devota alla musica elettronica tedesca. Attratto dal verbo di Klaus Schulze dei Tangerine Dream, da lui incontrato nel corso della tournée del Biglietto del 1975 (Schulze era stato contattato per essere il produttore del secondo album del gruppo, poi non realizzato), pubblica in Italia Galaxy my dear, da lui interamente suonato, molto vicino alla musica cosmica tedesca e, nel 1979, il secondo Ma, dolce vita, registrato proprio per la Innovative Communication, l'etichetta del musicista tedesco. |
Scritto da Gianluca Renoffio Sabato 05 Marzo 2016 19:24
Uscito a Febbraio questo EP della band The Phoenix nella sua attuale formazione a quattro: quattro ragazze che sprizzano energia hard rock da tutti i pori. Il disco è la logica conclusione di un percorso fatto da centinaia di apparizioni live nelle quali le nostre hanno raffinato la tecnica e la grinta. Partite dal classico approccio fatto di cover (che pullulano nel mondo heavy e hard rock) l’anno scorso si sono decise ad incidere 4 loro brani ed hanno sicuramente fatto bene. |
Scritto da Jacopo Giovannercole Sabato 05 Marzo 2016 19:05
“In-Sanity”, ottimo esperimento che fonde elementi di Hard Rock/Stoner corretto con una buona sambuca al gusto di Rock Blues, si propone come esordio riuscitissimo che ricalca in modo ricercato e musicalmente impeccabile sonorità distorte provenienti da panorami sonori di scuola anni Novanta. L’iniziale “ The Big What” , Hendrixiana nel suo approccio iniziale, si trasforma in un’ orgia sonora fatta di chitarre solide e serrate, mostrando la faccia più pericolosamente Hard del Trio triestino. “Rain” in bilico tra Soundgarden e Queen Of The Stone Age, è pilotata da un basso assassino che valorizza anche una delle parte cantate più efficaci di questo disco, uscito per la Irma Records, storica etichetta bolognese. |
Scritto da Bartolomeo Varchetta Venerdì 04 Marzo 2016 10:51
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Scritto da Daniele Ruggiero Domenica 28 Febbraio 2016 21:23
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Scritto da Daniele Ruggiero Domenica 28 Febbraio 2016 21:18
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Scritto da Bartolomeo Varchetta Sabato 27 Febbraio 2016 19:27
Incisione rock-prog che risente delle influenze degli anni ’70, questa produzione dalle sonorità velatamente morbide conferma la maturità raggiunta dalla band che si esprime ad eccellenti livelli sotto tutti i punti di vista, in particolar modo quello strumentale. |
Scritto da Gabriele Martelli Sabato 27 Febbraio 2016 19:21
Matteo Cincopan è un songwriter bolognese attivo da parecchi anni nella scena di matrice beat. Sin dai suoi inizi con i Poets (di cui custodisco gelosamente il vinile), non ha mai nascosto il suo amore per i Fab Four, ma chiunque si sia imbattuto in uno dei precedenti lavori avrà potuto notare anche una certa originalità nel comporre brani efficaci ma mai scontati. Dopo un paio di album recenti in cui la canzone incontra le atmosfere psichedeliche e a tratti progressive, “Un’Altra Stagione” è contemporaneamente un omaggio dell’artista nei confronti di un suono sixties cui senz’altro è fortemente debitore ed un riavvicinamento allo stile beat dei suoi esordi. La maturità artistica di Matteo Cincopan ci regala quindi un disco in cui l’ingenuità di un certo beat italiano lascia il posto ad una notevole perizia di arrangiamenti ed un songwriting più raffinato ed esperto. Il disco si apre con “Idea Semplice”, che come da titolo è un brano leggero e piacevole con un ritornello che non si scolla più dalla mente. Nella successiva ”Come Se” lo stile vocale e le soluzioni compositive ricordano molto da vicino i tardi Beatles mentre qualche inflessione melodica riporta alla mente il Battisti più introverso. Molto piacevole la sezione strumentale che conduce alla fine della canzone. “I Nomi Che Non So” si apre con un riff in 7/4 aquisitamente rock e la linea melodica intrecciata tra battute da 7/4 e da 8/4 è davvero fluida ed intrigante. Con “Ripenso” l’autore dimostra come sia per lui facile passare da un brano non convenzionale come il precedente ad una canzone pop senza perdere un briciolo della propria identità. |
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