I ricordi sono un concerto in cui le note delle emozioni lasciano impresse tracce che ci compongono, definiscono la nostra storia dando la versione che abbiamo di noi, rendendoci persino capaci di piegare i ricordi degli eventi ai nostri stessi desideri, alle paure ed aspettative, creando la versione della "nostra" memoria.
Vargas Llosa ci porta attraverso un doloroso ed inaspettato percorso di personali memorie poste a duro confronto tra loro, in dimensione tra l'onirico ed il distopico, in un alternato punto di vista ora più concreto ora più in dimensione di sogno. L'architrave del racconto è la esplorazione dell'animo umano, dei suoi pregiudizi e della confutazione delle proprie convinzioni dinanzi ad un doloroso e coinvolgente incontro di due persone che ricompongono, attraverso la loro versione dei ricordi, una "verità" condivisa che sconvolge e sorprende, cattura e pone riflessioni. Sono analisi molto profonde sulle quali i personaggi arrivano finanche a ridefinirsi come persone, genere, ma soprattutto sentimenti. Luca, il bravissimo Luigi Tabita che sfoggia persino doti interpretative canore, si incontra con Maddalena, interpretata da una strepitosa Lucia Lavia, in un incontro che lo pone in un complesso ed inatteso processo di rielaborazione del suo passato in modo del tutto inaspettato, sconvolgendone convinzioni e memorie, ridefinendo i propri sentimenti e la stessa concezione che ha di se stesso. La sapiente regia di Carlo Sciaccaluga orchestra le dimensioni del racconto grazie ad un efficace utilizzo dei singoli elementi inanimati in scena, facendone un "palco nel palco" per delineare una sorta di parentesi visiva nella quale generare, grazie anche alle perfette luci di Gaetano La Mela, ogni volta una dimensione funzionale e diversa ed apparentemente lontana dal precedente piano narrativo. Una visione simile ai primi piani inseriti in più ampie inquadrature, che creano un racconto che alterna apparente realtà a metafisici sogni, in delicato e difficilissimo equilibrio, pennellando una "tela scenica" dove gli attori diventano liberi di "graduare la tinta" di ogni tensione riuscendo a trovare ampio spazio per trasmettere ogni sfumatura delle emozioni in modo ora intenso, ora intimo. Un equilibrio sottilissimo che pone l'attore in quella delicatissima opera in cui una "calibrazione interpretativa" appena troppo leggera, o viceversa appena troppo intensa, porterebbe inevitabilmente al distacco dell'uditorio dall'immedesimarsi pienamente nel racconto, immersione emotiva che invece qui, grazie a due grandissimi interpreti, viene impossibile non mantenere catturati dalle vicende dei protagonisti.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 4 novembre 2024. |
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produzione Teatro Stabile Catania
APPUNTAMENTO A LONDRA
di Mario Vargas Llosa
con
Lucia Lavia e Luigi Tabita regia CARLO SCIACCALUGA
scene e costumi Anna Varaldo
musiche originali nogravity4monks
luci Gaetano La Mela
4 al 6 novembre 2024, Sala Umberto
Londra. La camera di un albergo. Un uomo d'affari riceve la visita di una donna, che dice di essere la sorella di un suo vecchio amico. Dall'oscurità del passato iniziano a riemergere storie antiche, pulsioni represse, sentimenti sepolti. L'identità della donna si fa sempre più sfumata. Il premio Nobel Mario Vargas Llosa affronta uno dei temi che più gli stanno a cuore: la creazione della verità. La verità non è, si crea, esiste solo nella relazione tra un soggetto e l'altro, è, per citare Nietzsche, “un esercito mobile di metafore”. Chispas e Raquel, i due protagonisti, si scoprono a vicenda, si determinano a vicenda, donano a sé e all'altro sempre nuove identità. Chi è davvero Raquel? Cosa è accaduto anni prima tra Luca e il suo migliore amico? In Appuntamento a Londra incontriamo la metafisica dell'amore. Ogni amore è, in fondo, una narrazione condivisa: se le storie che ci raccontiamo non coincidono tra loro, però, ecco scaturire la sorgente della guerra. Ma Luca e Maddalena, attraversando conflitti anche violenti e rivelazioni sconvolgenti, sapranno mettere al di sopra di tutto la volontà di conoscersi. Sullo sfondo, una domanda eterna: siamo chi diciamo di essere, o è solo l'altro, testimoniandoci, a poterci dare un'identità? La verità, probabilmente, anche qui sta nel mezzo. In una relazione. In un amore.
fonte comunicato stampa
Teatro Sala Umberto Via della Mercede, 50 - Roma 00187
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Orari spettacoli 4 - 6 NOVEMBRE 2024 lun. 4 novembre h 20.30 mart. 5 novembre h 20.30 merc. 6 novembre h 20.30 prezzo biglietto da 25 € a 18 € disponibili su www.salaumberto.com - www.ticketone.it
Botteghino Via della Mercede 50 00187 Roma
call center 06 6794753 attivo dalle 16:00 alle 18:00 dal martedì al sabato
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