L'Arena Gigi Proietti, fedele alla sua tradizione shakespeariana, mette in scena dal 20 settembre Venere a Adone, una delle opere più emozionanti del grande drammaturgo.
Il testo, composto nel 1593 durante l'epidemia di peste che fece chiudere i teatri, è ispirato alle Metamorfosi di Ovidio e rappresenta uno dei massimi livelli raggiunti dalla poesia di Shakespeare. La storia è famosa: Venere (Melania Giglio) è innamorata perdutamente del bellissimo Adone (Riccardo Parravicini), che però sfugge all’amore preferendogli la caccia. La dea, sopraffatta dal suo ardore e avvolta in un fiammante abito rosso che ne mostra la sensualità, mette in atto ogni possibile strategia per attrarre a se il giovane, arrivando fino ad imprigionarlo per poi liberarlo dopo un bacio. Adone, libero, va a caccia del cinghiale, ma trova la morte e dal suo sangue Venere fa fiorire anemoni rossi, recitando un potente e struggente monologo sull’amore. Opera avvincente che non lascia riprendere fiato allo spettatore affascinato dalla potenza sprigionata dalle parole e dai gesti. Melania Giglio nei panni di Venere è entusiasmante, quasi straripante per la forza del ruolo e dell'interpretazione. Riesce a far ondeggiare il suo personaggio tra l'ironia e il dramma, così come la dea era stata immaginata dallo stesso autore. La sua performance è dirompente nel dare vita ad un personaggio che rivela la sua grande tenacia, ma anche le sue debolezze. Un elogio particolare merita poi la sua dote canora: la potente voce echeggia nell'interpretazione di due canzoni in lingua originale. Non meno interessante l'interpretazione del giovane Adone e del narratore (lo stesso Shakespeare) che partecipa emotivamente al dramma vissuto dalla dea. La regia di Daniele Salvo è un tratto assolutamente distintivo, ricco di suggestioni e riflessioni. Originale la gabbia di legno e vetro posizionata al centro del palcoscenico da cui il narratore Shakespeare muove le fila di burattini che raccontano la storia dell'opera, dove Adone viene imprigionato e che funge da vetrina per ammirare l'amore e la morte. Un bellissimo ed intramontabile esempio di teatro elisabettiano. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 settembre 2023.
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Venere e Adone Arena Gigi Proietti |