
La storia dell’arte si trasferisce a teatro e i capolavori di indiscussi maestri prendono vita e si raccontano attraverso le parole di un uomo semplice, che col suo lavoro di “movimentatore”, scopre la bellezza e ne narra i profondi significati.
Con una simpatica cadenza ciociara, Antonio, indossando i suoi Guanti bianchi, spiega in modo semplice, diretto e fruibilissimo, i capolavori che grandi artisti e millenni di storia ci hanno restituito. Le opere di giganti italiani e stranieri, da Caravaggio a Michelangelo, da Jan van Kessel a Munch, proiettate sullo sfondo, sono analizzate da quest’uomo semplice che, rimanendo vittima della sindrome di Stendhal, non riesce a non innamorarsi di tanta bellezza ed a condividerla con un pubblico attento e divertito da una modalità espressiva un po’ paesana, ma certamente schietta e divertente. Antonio (un Paolo Triestino, elegante ed accorato interprete), attraversa la storia dell’arte non da studioso, ma da fruitore della bellezza, arricchendo il suo racconto con aneddoti personali (il matrimonio della cognata) ed inserendo storie di drammatica attualità (l’assassinio di Willy). Lo spettacolo, nato dalla penna di Edoardo Erba e tratto dal libro di Paola Guagliumi “L’arte spiegata ai truzzi”, diventa un modo per coniugare arti diverse (drammaturgia, pittura, scultura, prosa) e trasmettere un forte messaggio: per rimanere umani occorre la bellezza. Concetto peraltro non nuovissimo se anche Dostoevskij ricordava che “La bellezza salverà il mondo”! Paolo Triestino interprete di Antonio e regista dell’opera, in un allestimento scenico essenziale, si muove da un lato all’altro del palco riempiendo gli spazi lasciati vuoti dalle opere d’arte che vengono proiettate sul fondale, interagisce col pubblico animatamente, lasciando fruire liberamente le sue emozioni, sia per condividere tanta bellezza, che per trasmettere la profonda tristezza per tragici ed inspiegabili eventi di cronaca. “Guanti bianchi” è una rappresentazione umana, divertente e istruttiva. Parla al pubblico con semplicità e non maschera né la gioia di ammirare un capolavoro, né la tristezza per le bruttezze umane. La semplicità di un uomo viene messa in relazione alla grandiosità dei capolavori dell’arte e questo confronto, seppure impari, non stupisce, quasi a significare che il bello, se lo si vuole vedere, è presente in tutte le cose. Un messaggio su cui riflettere!
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 24 gennaio 2025. |
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Diaghilev presenta
Paolo Triestino in
GUANTI BIANCHI di Edoardo Erba liberamente ispirato a L’arte spiegata ai truzzi di Paola Guagliumi regia Paolo Triestino musiche Natalia Paviolo luci Giuseppe Magagnini costumi Traart scena Francesco Montanaro animazioni Valeriano Spirito aiuto regia Matteo Montaperto assistente alla regia Giuliano Bruzzese organizzazione Alessandra Cotogno
Guanti bianchi, ovvero un viaggio attraverso duemila anni di storia dell’arte, con le parole semplici di un trasportatore di opere che arrivano dritte al cuore. Si ride, ci si emoziona e ci si commuove: imperdibile! Come la bellezza. Antonio ha passato la vita a trasportare opere d’arte. È un uomo semplice, ingenuo, involontariamente divertente, che ci parla del suo paese, Colleferro, nato intorno a una fabbrica di esplosivi, della sua famiglia di cassamortari, e del suo incontro con lo zio Cesare, un movimentatore di opere d’arte che sarà decisivo nella sua vita. Raccontando come le ha trasportate, Antonio ci fa capire le opere d’arte con incredibile profondità, perché in tutta la vita ha avuto tempo di guardarsele e riguardarsele, e di capirle meglio dei professori. Con un linguaggio rozzo ma intelligente, commenta le immagini dei capolavori che vediamo proiettate. La sua spregiudicatezza e la sua comicità coinvolgono il pubblico, tutto il pubblico, anche quello più restio. E lo guidano in un viaggio che attraversa due millenni di storia dell’arte, da Pitocrito a Mirò, da Michelangelo a Fontana, da Kessel il Vecchio a Edvar Munch. Ma perché Antonio ha organizzato la serata? Perché sta dando tutto se stesso su un palco per farci amare l’arte? Ce lo spiega alla fine, con molta semplicità e senza retorica. C’è stato un delitto atroce proprio al suo paese. E lui è convinto che noi tutti, per rimanere umani, abbiamo bisogno di riscoprire cos’è la bellezza. Scritto da Edoardo Erba, ispirato alla guida di Paola Guagliumi “L’arte spiegata ai Truzzi”, Guanti Bianchi è una guida semplice e sorprendente all’arte antica e contemporanea, che trova in Paolo Triestino l’interprete ideale per dare comicità, spessore e umanità a un personaggio indimenticabile. (Fonte: comunicato stampa)

Teatro Vittoria Piazza Santa Maria Liberatrice Roma o6.5740170
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