Assistere ad uno spettacolo così coinvolgente, durante quel periodo dell'anno in cui, giocoforza si chiosa sui bilanci dell'intero anno in riferimento a tanti argomenti incluso quello della stagione teatrale, rilascia un sottile retrogusto amaro di vissuti poco rappresentati perché scomodi.
Nella fattispecie il Piccolo Teatro Grassi, che vanta un notissimo ed eccellente repertorio di opere classiche e parimenti d'avanguardia, ospitando questa lettura-monologo a due voci, quelle del regista Renato Sarti (attore e drammaturgo triestino) e quella di Laura Curino (attrice, regista e drammaturga). Gli attori, seduti fianco a fianco appollaiati su due fari teatrali vintage diventati sgabelloni, di fronte al pubblico silente, commosso e attento, raccontano una vicenda di ordinaria straordinarietà, tratta dal vissuto traslato in prosa letteraria nel 2018 dall'anatomopatologa forense Cristina Cattaneo, direttrice dal '95 al '96 del LABANOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano. La missione più audace da parte degli astanti è rimanere lucidi e composti anche quando il racconto, incalzando nella sua evoluzione, tocca le corde più vibranti dell'anima e dei sentimenti. Fare ordine e restituire il maltolto, parrebbe un obiettivo impossibile; i migranti, reietti dell'umanità, scappano via dalle loro terre natie ma soprattutto dallo svilente processo di sottrazione perpetrato ai danni dei loro stessi diritti di nascita: gioire, amare, sperare, sognare, lavorare o anche poltrire tutta la vita, a casa propria. La morte, implacabile e quasi certa, verso la quale rivolgono il loro languido sguardo, fra i flutti o in seno ad un battello che li transiterà probabilmente fino all'ade, è senza dubbio preferibile alla non vita che qualcun’ altro ha deliberato per loro. Ecco, la Professoressa Cristina Cattaneo insieme ai suoi colleghi, ha dimostrato che è possibile restituire una dignità insieme all'identità a questi cadaveri che, prima di tutto sono stati uomini, donne e bambini. Con pazienza e sinergia, sufficienti investimenti economici e salda pervicacia, riesce nel suo intento, realizzando quella impresa epocale che venne chiamata "Mare Nostrum" e ce ne racconta l'intenso vissuto attraverso le pagine del suo libro dal quale trae il titolo la stessa pièce. La dignità però la restituisce anche a noi, società evoluta, convincendoci pacatamente del fatto che nessuno dovrebbe rimanere così svantaggiato da esser privato di una identità. Nessuno dovrebbe esser defraudato del pianto di un lutto all'interno di una collettività avanzata che si possa ritenere tale.
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Naufraghi senza volto
tratto da Naufraghi senza volto (Raffaello Cortina Editore) di Cristina Cattaneo (responsabile LABANOF - Università degli Studi di Milano) con Laura Curino e Renato Sartiregia Renato Sarti video e immagini Mattia Colombo, Jacopo Loiodice, Valentina Cicogna musiche Carlo Boccadoro assistente Chicco Dossi tecnica Jacopo Gussoni il teatro ringrazia Salvatore Burruano produzione Teatro della Cooperativa
Piccolo Teatro Grassi Via Rovello 2, 20121. Milano Tel: 02 21126116
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