Pregevolissimo spettacolo itinerante dentro la storia del Teatro Carcano. Sono le undici del mattino di una domenica milanese soleggiata, accedo a teatro, ritiro il biglietto e la maschera mi fa accomodare nel foyer ad attendere che, questa volta, sia il teatro a venire incontro agli spettatori incuriositi. Puntuale e sbarazzina giunge in mezzo a noi una spigliata e accattivante figura femminile abbigliata come una maschera; senza troppi preamboli inizia a interagire ironizzando circa lo spegnimento dei cellulari, invitandoci, provocatoriamente, a lasciarli accesi e con suonerie perché tanto quello a cui stiamo già assistendo non è mica uno spettacolo "tradizionale" in cui è richiesto il rispettoso isolamento dai rumori. Quindi, dopo qualche minuto di premessa, si presenta ufficialmente a noi con tono sarcastico ma benevolo; è lei Veronica (Marika Pensa) la nostra smaliziata guida a spasso per il Carcano e nei due secoli che ci hanno preceduti. L'esplorazione dell'edificio ci conduce nella parte esterna retrostante del palcoscenico e nella balconata in cui ci accomodiamo per assistere ad uno spezzone de La Traviata verdiana ed una evocazione della mitica Duse che calcò quelle scene, per poi immergerci nelle segrete in cui venne sepolto e poi ritrovato il neonato, figlio nato morto di Gertrude e del conte Gian Paolo Osio, per tornare infine al punto di partenza. Tanta storia e tante storie di vita affollano la mente grazie all'abile narrazione evocativa dell'unica attrice che intanto si trasforma in una dama dell'ottocento proprio mentre ci troviamo sul palcoscenico. L'edificio di stampo neoclassico contiene stratificazioni di arredi e pavimentazioni tardo novecento che tradiscono le numerose volte in cui cadendo, coriaceo rinacque, mutato ma non troppo nell'aspetto dalla sua fondazione. Esso nasce da una autentica esigenza di aggregazione da parte del primo vero grande impresario teatrale italiano; egli era un nobile filantropo e mecenate a cui il teatro stesso deve il suo nome; per vezzo e pervicacia lo volle fortemente e ne ottenne infatti la consegna in soli otto mesi dal commissionamento al giovane architetto Luigi Canonica che ritenne di ispirarsi proprio alla Scala. La costruzione accoglieva fino a 1500 posti di un pubblico esclusivo ed elitario; inaugurato il 3 settembre del 1803 mettendo in scena il dramma di Voltaire "Zaira" mentre un' Italia settentrionale, antesignana di tendenze moderne e di ribellioni, attraverso il teatro contestava, più o meno in codice cifrato, proprio il re influenzando la resistenza politica e contrastando con la cultura e l'arte, armi pacifiche ma potenti, la morsa stringente dovuta alla presenza delle truppe napoleoniche e austriache. Succede che Veronica, meretrice di mestiere, quintessenza di inafferrabilità, soccombe fisicamente ad un gendarme francese dell'epoca, la sua tragica fine fa sì che la sua anima resti intrappolata come in un magico mutamento di stato, emancipandola per sempre dal giudizio brutale e violento che l'ha fatta trapassare. Ella è beffarda e malinconica, forse dispettosa, ma di certo adesso nessuno le potrà più fare del male perché il Carcano la protegge e lei con grazia ricambia la cortesia. Come non citare il maestro Enzo Jannacci che fu il compositore, ispirato da questa storia vera, della canzone che da il titolo alla visita itinerante. Egli volle, e lo fece con la solita ironia mai volgare che lo contraddistingueva, raccontare in musica la storia di una prostituta di quartiere; il milanesissimo Enzo(posso chiamarlo così perché lo percepisco come un caro amico di famiglia),fa parte del prezioso corredo storico musicale, vessillo di un coltissimo cantautorato italiano anni '60,esponente, insieme a Giorgio Gaber e Dario Fò, di quella Milano che aveva intuito che la combo teatro - musica avrebbe contribuito alla nascita di future generazioni senza barriere. Ottima l'idea (Gabriele Scotti), innovativa la regia (Omar Nedjari) potente e leggera l'interpretazione, co-portagonista lo stesso Carcano in tutta la sua austera forma geometrica. Consigliato. La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 12 febbraio 2023. |
Veronica dentro al Carcano , in pè!
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