Knock o il trionfo della medicina
Roma, Teatro Le Salette, 18-22 maggio 20'22

"I sani sono dei malati che non sanno di esserlo".
Questo è l'assunto, fondamentale, dell'esperimento sociale dell'affascinante Dr Knock. Il suo fine ultimo non è ascrivibile al solo mero lucro ma all'ottenimento del controllo, del potere.

Sfruttando la sua elegante figura (condita da un'ostentata ma efficace sicumera), una fine conoscenza della psicologia, la propria elevata condizione sociale e "l'effetto bugiardino"- che instilla il dubbio della patologia nelle incerte menti di un essere, di base, ipocondriaco, quello umano - il protagonista di questa pièce riesce a trasformare la cittadinanza (sana) di un intero villaggio, in un ensemble ordinato di pazienti immaginari, sottoposti a costanti e costose cure, piegati al supremo volere dei seguaci di Ippocrate. Anche attraverso un'attenta analisi dei soggetti in campo, egli pianifica lucidamente la sua diabolica strategia, stringendo alleanze (ovviamente anche con la farmacista) accaparrandosi inconsapevoli complici (il maestro) nonché incantati adepti (il banditore). Costoro, anche loro malgrado, lo aiutano a realizzare il suo piano; tutto ciò gli permetterà di tramutare il paesino di San Maurice, in un'articolata, grande casa di cura.
Questo testo di Jules Romains vanta un secolo di vita, migliaia di rappresentazioni, trasposizioni cinematografiche, film per la TV, ad esso liberamente ispirati e migliaia di soddisfatti e divertiti spettatori.
Stasera, però, si è voluta tentare una lettura di stampo sperimentale, che forse non è stata esattamente congeniale allo spirito ed all'originaria intenzione dell'autore; probabilmente, questo stile renderebbe di più nell'ambito di un testo originale, scritto e concepito ad hoc per questo tipo di rappresentazioni.
Stefano Maria Palmitessa ha un'impostazione registica certamente originale, differente, che prende come modello di riferimento il teatro dei burattini. Nella gestione dello spazio, egli si lascia coadiuvare da una scenografia estremamente essenziale, composta da "quinte mobili", utilizzate dagli interpreti stessi come una sorta di micro sipari, per enfatizzare le singole battute di ognuno, in modo cadenzato ed alternato. I costumi ed il pesante trucco, sono delle rielaborazioni soggettive di quelli realizzati proprio per i burattini; così come le movenze, i tempi, il ritmo, le espressioni, le mimiche facciali e le caratterizzazioni dei personaggi (esageratamente marcate) derivano da quel mondo del "mezzobusto", che, ci sia consentito rimarcare, è difficile apprezzare nel contesto di questo lavoro di Romains. Il suo adattamento (ad opera di Alida Castagna) è risultato essere una (opinabile) effettiva riscrittura, che ha provato (tra l'altro riuscendoci) ad imprimere lo stile del regista, la sua filosofia, la sua visione di un teatro che non è per tutti e che risulta essere di ostica comprensione e di difficile fruizione. Quantomeno da rivedere, oltretutto, le sincronizzazioni nelle battute corali, nonché nell'esecuzione dei canti.
Sul palco dell’accogliente e pittoresco teatro "Le Salette", stasera, si può, ad ogni modo, segnalare l'abilità espressiva e recitativa del cast, che è parso, però, come una squadra composta da lodevoli individualità, gestite da un direttore con una concezione tattica, che si potrebbe definire inopportuna.
La scelta di questo lavoro, con il suo relativo tema portante, proprio adesso, nel nostro quadrante della storia, potrebbe essere letto come un assist a favore dei vari cospirazionisti dell'ultima ora.
L'uomo comune viene sacrificato sull'altare della scienza, per mezzo di un appello che inneggia al bene comune e alla responsabilità verso il prossimo (soprattutto se fragile). Il semplice cittadino come vittima inconsapevole ed innocente di giochi di potere e di alta finanza, che però si giostrano da dietro le quinte del teatro del main stream... ma è davvero necessario considerare questa prospettiva di decodifica? È con ogni probabilità più plausibile che, nelle intenzioni dell'autore, si possa invece leggere (tra le righe) un messaggio visionario, premonitore di un'inevitabile realtà: la società del tempo (1923) era, purtroppo, tristemente pronta all'avvento delle dittature, che poi si sono effettivamente avvicendate, in vari paesi del mondo.
La verità, quindi, scevra di qualsivoglia reinterpretazione complottista, risiede nella fragilità dell'uomo, che permette, a coloro che hanno dimestichezza con gli ipnotici giochi della comunicazione specialistica, di indurre ad una sensazione di caducità. È il dubbio che si insinua e che trascina le anime semplici in un vortice di incertezza, le spinge ad affidarsi, di conseguenza, ad un leader (talvolta anche bovinamente) e le porta, in casi estremi, a subirne dapprima il fascino e poi il fascismo...




Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 18 maggio 2022






I
L TEATRO PALMITESSA

Presenta
La Compagnia Paltò Sbiancato
in
KNOCK O IL TRIONFO DELLA MEDICINA
di Jules Romains
adattamento di Alida Castagna
con:
Alessandro Laureti,
Maria Laura Familiari,
Alfonso Brescia,
Arina Cazontova,
Diana Lenoci,
Ezio Provaroni,
Lucy Catalano,
Mary Fotia

Coreografie Mara Palmitessa
Drammaturgia musicale Giovanna Castorina
Assistente alla regia Viola Creti e Massimo Barbieri

Regia di Stefano Maria Palmitessa


TEATRO LE SALETTE

Vicolo del Campanile, 14
Roma

Dal 18 al 22 maggio 2022
Mercoledì/Sabato: ore 21 
Domenica: ore 17/21

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