Scritto da Gianluca Livi Lunedì 25 Gennaio 2016 22:11 Letto : 2582 volte
Arricchito dalla presenza di un numero impressionante di musicisti blasonati, questo lavoro è forse quanto di più vicino ai Porcupine Tree sia stato fatto dal loro scioglimento: magnetiche ascendenze, liquidità di stampo palesemente floydiano, surrealismi sonori fortemente evocativi sono i tre principali ingredienti di un'opera che, nonostante sia esclusivamente composta da "scarti", non soltanto risulta decisamente superiore alla precedente - un tantino leziosa e palesemente votata al proselitismo facile - ma si segnala quale episodio tra i più felici dell'intera discografia solista del Nostro. Dispiace soltanto che un fiatista eccezionale come Theo Travis sia relegato a soli due brani ma forse la volontà dell'inglese è stata proprio quella di richiamare la lezione del porcospino, band notoriamente priva di fiati, infatti. L'accattivante struttura "die cut" dell'edizione in vinile rappresenta la ciliegina sulla torta che rende questa uscita un must immancabile per chiunque si definisca collezionista musicale. |
Steven Wilson: chitarra, voce, autoharp, mellotron, piano, percussioni, virtual instruments (1–6) Anno: 2016 |