Scritto da Valentino Butti Giovedì 07 Agosto 2008 20:23 Letto : 2929 volte
Come nei due precedenti anche in questa sua recente creatura Piero Ranalli è totalmente autarchico: si occupa infatti dei synth, delle chitarre, delle percussioni e del basso (of course !!) 5 brani di durata medio-lunga, quasi interamente strumentali, sono il risultato di questa ultima, interessante fatica discografica. Il prodotto finale è uno space-rock di chiara matrice tedesca anni 70, mischiato a reminiscenze psichedelico/floidiane o per citare band di oggi qualche ricordo degli Oresund Space Collective o ancora dei primi, primissimi Porcupine Tree. Malgrado ciò la vena artistica di Piero mi pare comunque chiaramente definita e anche sufficientemente personale. Dicevamo di 5 brani. Tutti riusciti e senza cadute di tono rilevanti, segnalerei come “migliori” i 10 minuti di “My ritual ashes” dall’incedere ipnotico e ossessivo di raro fascino. L’unico limite effettivo dei 50 minuti di Grin mi pare rappresentato dalla mancanza di una vera e propria band che possa supportare la creatività dell’autore, conferendo una maggiore “corposità” alle composizioni ... ma mi pare di capire che il buon Piero su questo fronte non ne voglia proprio sapere. Buon viaggio comunque ... 75/100
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Piero Ranalli: Tutti gli strumenti Anno: 2008 Sul web: |