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Tre è il titolo di quest’opera. TRE il numero dei brani inediti presentati all’interno. Tre sarebbe stato il numero dei dischi che i
Pierrot Lunaire, nel lontano 1978, avrebbero collezionato, se non fosse stato per alcune vicende non ancora del tutto chiare e la successiva prematura scomparsa di Gaio Chiocchio, fondamentale mente creativa del gruppo. Tre sono i criteri fondamentali con cui introdurre l’album e creare l’incipit di questa recensione.
Alone di mistero e allegorie stupiscono fin dal primo ascolto. Se state, infatti, cercando la chiave d’accesso per entrare in contatto con l’oscura forza incantevole di questo disco dovrete innanzitutto dimenticarvi della definizione stessa di disco, di ogni possibile confine, criterio di valutazione o canone in voga intrappolato nella superficie della vostra coscienza. Dovrete chiudere gli occhi e prepararvi a fare un salto nel territorio più lunare del vostro inconscio, dove una mano di voci senza tempo vi tenderà la chiave necessaria per lasciarvi meravigliare dall’inquietudine.
Quattro sono, invece, le parti in cui i brani sono suddivisi e presentati:
nella prima, Storia, troviamo la rivisazione di otto brani realizzati da alcune band italiane emergenti, tra cui spiccano l’impeccabile esecuzione de
“Il Re di Ralpure” eseguita dal gruppo grossetano Gran Turismo Veloce e
“Morella”, reinterpretata dallo stesso Stàltieri, cuore pulsante della storica band in questione.
Nella seconda parte, Versioni Alternative, troviamo delle versioni demo di due brani di Gudrun, secondo disco dei
Pierrot Lunaire, in home recording del 1975, rimasterizzate nel 2010. Ma è nella terza che troviamo i tre brani inediti che rappresentano l’essenza del disco, dove
“Soldato”, due soli minuti strumentali grazie a un pianoforte che lascia cadere perle di note struggenti dimostra la capacità di togliere il fiato.
“Giovane madre”, brano presente nel secondo disco dei
Pierrot Lunaire (Gudrun, 1977) tocca le corde più spensierate della follia nell’iterpretazione dei Central Unit e la si trova invece come brano di chiusura con una veste più ruvida ma lineare interpretata dagli Sciarada.
Questo disco non è una reunion ma un tributo, una celebrazione di una band coraggiosa, capace di sondare e far risplendere i luoghi più oscuri della propria anima. E’ un omaggio a
Chiocchio, scomparso 15 anni fa e conosciuto anche come talent scout, che potrebbe oggi essere fiero dell’attualità con cui le sue opere possono essere accostate senza stridere, sia Indossanti ancora vecchi abiti o vestite di nuovo.
88/100
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Gaio Chiocchio: Sitar, mandolino, chitarra hammond, cimbali, timpani e voce Vincenzo Caporaletti: Chitarra acustica, chitarra classica, chitarra 12 corde, chitarra elettrica, basso, batteria e flauto Arturo Stàlteri: Pianoforte, organo, spinetta eminent, celesta, percussioni e voce
Anno: 2011 Label: Musiche Particolari & Industriali Records Genere: Progressive Rock
Tracklist: 01. Il Segno Del Comando: Lady Ligela 02. Gran Turismo Veloce: Il re di Ralpure 03. Sciarada: Dietro Il Silenzio 04. InSonar: Plaisir d'Amour 05. Claudio Milano/Marco Tuppo feat. Liir Bu Fer: Gallia 06. Central Unit: Giovane Madre 07. Arturo Stàlteri: Morella - Alternative Versions 08. Sonde in Profondita 09. Mein Armer Italiener - Tre 10. Soldato 11. Cilla 12. What'd You Say - Finale 13. Sciarada: Giovane Madre
   

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