Introduzione
Il musical dedicato ad Elvis Presley, in scena al Brancaccio di Roma dall'11 al 14 gennaio, non può definirsi un'opera completamente riuscita: pur considerando la oggettiva difficoltà per chiunque di sintetizzare con credibilità uno spaccato di una vita a dir poco leggendaria lungo 22 anni, questo musical risulta pesantemente ancorato ad una narrazione di tipo didascalico (con molte parti biografiche "lanciate" dal palco da un moltitudine di attori), peraltro penalizzata da una massiccia presenza di filmati d'epoca (proiettati su tre maxi schermi collocati sul palco), circostanza che parrebbe proporre un format di stampo documentaristico invece che richiamre gli stilemi del musical vero e proprio.
Ci sono altri elementi negativi, purtroppo: il palco a vocazione assai cupa, sostanzialmente privo di colori; la grave omissione di alcuni elementi della vita del musicista americano, come la dipendenza da farmaci o il suo delirio istituzionale (che lo indusse a proporre la sua collaborazione al Presidente Nixon finalizzata a sovvertire il sentimento antiamericano e a combattere il dilangante fenomeno della droga tra i giovani, chiedendo peraltro il riconoscimento formale di un ruolo istituzionale); l'assenza di personaggi importanti come Anita Wood (la prima fidanzata, poi lasciata a causa di Priscilla), Linda Thompson (che succedette a Priscilla), Ginger Alden (l'ultima fidanzata, che lo ritrovò riverso nel bagno). Una regia poco incisiva e la presenza di due attrici che tradiscono un fastidioso sigmatismo (tra le quali, purtroppo, colei che interpreta Priscilla), costituiscono una penalizzazione aggiuntiva che non può essere ignorata. Eppure, sarebbe ingeneroso non riconoscere gli sforzi immensi a sostegno di questo musical, che, pur a suo modo, ha il pregio di far rivivere il mito di Elvis proponendo un tributo che trasuda di sincera e rinnovata passione. Ciò sarebbe assolutamente impossibile senza la presenza di Ivan De Carlo, la cui performance risolleva letteralmente le sorti di un giudizio apparentemente ed irremediabilmente negativo. Ritagliandosi una fetta importante sul finire della rappresentazione, non soltanto egli impersona in maniera straordinariamente credibile l'Elvis maturo, quello degli ultimi anni, proponendo medesime gestualià e postura ma, a livello vocale, interpreta fedelmente le sue canzoni e anche il modo di presentarle al pubblico. Grazie anche alla presenza dei musicisti staordinari che lo accompagnano sul palco, la sua esibizione (unitamente a quella di Teresa Morici, che veste i panni dell'Elvis bambino, altra indubbia eccellenza canora che emerge in questo musical), senza dubbio merita il prezzo dell'intero biglietto. Lo abbiamo incontrato dientro le quinte per una veloce chiacchierata.
A&B: Inizierei subito col chiederti come nasce la tua passione per Elvis.
Ivan: All'età di 15 anni, un giorno, mi capitò di ascoltare per la prima volta nella mia vita adolescenziale due canzoni: "Suspicious Minds" e "Are You Lonesome Tonight". Fui subito colpito dal particolare suono della voce, dal timbro, dal modo di cantare, dal sound e dalla musica. Una miscela di emozioni che nella mia mente generò una magica atmosfera non descrivibile. Mancava solo l'immagine, ma tutto mi fece pensare che si trattasse di un artista di colore. Quando scoprii che era un bianco ne rimasi deluso. Sì, perché ho sempre amato la voce nera, lo stile di canto soul ed il black sound tipico della cultura nera e gospel. Poi, lessi la storia e capii che Elvis, crescendo, diventò inevitabilmente un bianco con l'animo di un nero. La passione, il rispetto e l'ammirazione per l'uomo e l'artista nascono così...
A&B: La tua capacità di interpretare Elvis è straordinaria: la voce, la postura, la gestualità. Tutto riconduce a lui. Come ci riesci?
Ivan: Sono stato parecchio in sala prove sotto la regia di Maurizio Colombi e sono felice che il risultato ti sia piaciuto. Ho lavorato duro per 50 giorni.
A&B: vieni spesso chiamato a partecipare a tributi incentrati sulla figura del re del rock and roll?
Ivan: Mai prima d'ora. Ho sempre cercato di interpretare me stesso, ma questa volta ho ceduto al fascino di questo spettacolo "Elvis the Musical" e alle richieste del regista di non imitare Elvis, ma di riproporre lo stile e il carisma del leggendario Re del rock and roll.
A&B: Lo spettacolo sarà rappresentato soltanto in Italia?
Ivan: "Elvis the Musical" è internazionale, lo portiamo all'estero in lingua inglese. Lo spettacolo è già stato in Ungheria ed in Austria e, per il prossimo anno, è stato già richiesto in Turchia, Spagna, Svizzera, Polonia e Germania.
A&B: Come sei entrato in contatto con la produzione del musical?
Ivan: Ho partecipato al casting ormai in chiusura. Sino a quel momento, erano stati visionati più di 200 aspiranti performer Elvis. Non ho nutrito molta speranza di farcela considerando che la mia età superava non di poco quella richiesta per l'Elvis adulto.
A&B: Una volta preso il posto, hai posto delle condizioni?
Ivan: No, nessuna. Ho provato solo entusiasmo e desiderio di entrare a far parte di questo straordinario musical.
A&B: la band che ti accompagna è ottima. È la tua o è stata assemblata per l'occasione.
Ivan: È stata assemblata per l'occasione. Sono tutti giovani musicisti di grande talento.
A&B: Perché il tastierista è collocato dietro le quinte?
Ivan: E' quasi sempre a vista, in modo che la band possa seguire le sue direttive. Ricopre anche il ruolo di direttore della band: ad esempio, al Brancaccio di Roma, è collocato sul ballatoio, in alto sulla destra, di fronte al palco, in modo che anche io possa seguire gli attacchi e le chiusure dei brani musicali.
A&B: quali sono i pregi che ravvisi in questo musical?
Ivan: Tantissimi. È un DocuMusical e si scoprono molti aneddoti e curiosità sulla vita di Elvis, spesso conosciuto più come star che come uomo. Penso che la caratteristica principale dello spettacolo sia la carica emotiva che infonde la musica da un lato e l'eterno mistero della sua biografia dall'altro. Una fiaba dalla fine triste.
A&B: e i difetti?
Ivan: Durante lo spettacolo il pubblico si alza e vuole ballare, ma non c'è mai abbastanza spazio nei teatri gremiti di poltrone. Bisognerebbe farlo nei palazzetti. È l'unico difetto che riscontro.
A&B: Penso che la parte finale del musical sia la migliore. La tua lunga e meravigliosa perfomance dovrebbe riproporre stralci del famoso concerto tenuto da Elvis del 25 June 1977. Mi sbaglio?
Ivan: No, è corretto.
A&B: È stata una tua scelta, quella di concludere il musical in questo modo, proponendo i momenti salienti di quel concerto?
Ivan: No, c'è un copione preciso, scritto da Maurizio Colombi che abbiamo dovuto imparare a memoria. Ogni scena si compone di luci audio, coreografia, scenografia, recitazione. Difficile cambiare anche solo un particolare.
A&B: Ho notato che nella tracklist non è stata inserita "It's now or Never", rivisitazione in lingua inglese di "'O Sole Mio", che pure venne eseguita nel corso di quel concerto. C'è un motivo preciso sotteso a questa scelta?
Ivan: "It's now or Never" è generalmente presente nella playlist ed è uno tra i brani molto apprezzati che eseguo proprio nel concerto finale.
A&B: Cosa consiglieresti a chi si dovesse approcciare ad Elvis per la prima volta? Parlo di consigli riguardanti i suoi dischi migliori, il suo periodo più rappresentativo, ecc...
Ivan: Gli consiglierei di ascoltare la sua musica ma, allo stesso tempo, di leggere la storia dell'artista, dell'uomo, della società e delle epoche che ha attraversato. Scoprirebbe, così, che Elvis è stato un personaggio rivoluzionario che ha rotto gli schemi e che ha apportato un profondo cambiamento nel mondo dello spettacolo e della società mondiale. Elvis è stato e continua ad essere il più grande influencer che la storia abbia conosciuto. Un artista che riesce ancora oggi ad attraversare trasversalmente le generazioni con il suo stile unico, con il suo carisma, la sua voce e la sua musica. Capirebbe, quindi, perché c'è un po’ di Elvis in ciascuno di noi.
A&B: Cosa pensi degli "Elvis italiani", primi fra tutti Bobby Solo e Little Tony?
Ivan: Sono due grandi. Per questa ragione è facile confondersi con loro quando si prova ad interpretare Elvis. "Elvis the Musical" ha invece una propria identità e offre qualcosa di più di un semplice tributo.
A&B: Ultime parole per i lettori di A&B
Ivan: Direi di ascoltare tanta musica e di essere un po’ sommelier nella vita per poterla degustare mentre scorre via... La musica è la colonna sonora della vita che ci circonda, ci parla, ci racconta, ci condiziona. Conoscere la sua storia, la storia degli eventi, dei personaggi e dei fenomeni che interessano tutti noi ci aiuta a vedere le cose da altre prospettive e con maggiore profondità d'animo... Elvis è nato in una famiglia povera e per questo ha vissuto la sua adolescenza a stretto contatto con la cultura nera in un ghetto di Tupelo. Crescendo è diventato un bianco con l'animo di un nero: e quando ha unito inconsapevolmente la cultura bianca con quella nera tutto è cominciato...
La recensione che precede l'intervista si riferisce alla rappresentazione dell'11 gennaio 2024.
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ELVIS the musical
Regia di Maurizio Colombi
cast Elvis Adulto: Ivan De Carlo Elvis Giovane: Manuel Di Santo Elvis Bambino: Teresa Morici Priscilla: Eleonora Facchini Gladys: Elisa Filace Colonello Parker: Paolo Barillari Vernon: Edoardo Tagliaferri Joe Esposito/Sam Philips: Matteo Sala
Ensemble: Raffaella Spina Valentina Messina Silvia Olianas Emma Baldin Jessica Baccino Jesus Bucarano Fabio Moscarella Valeria Corvino Benedetta Piloto
BAND MUSICALE Alessandro Bazzoli - BATTERIA Matteo Tucci - BASSO Luca Gambino - TASTIERA Stefano Melchiorre - CHITARRA Paolo Barillari – CHITARRA ACUSTICA
REGIA ASSOCIATA GIANCARLO CAPITO ASSISTENTE ALLA REGIA E ASS. DI PRODUZIONE ERIKA ZANONCELLI DIRETTORE MUSICALE DAVIDE MAGNABOSCO DIREZIONE VOCALE/CORI ALBERTO SCHIRO’ COREOGRAFIE RITA PIVANO ASSISTENTE COREOGRAFO FRANCESCO SPIZZIRRI
PRODUZIONE SOLD OUT SRL DATORE LUCI Amilcare Canalis RESPONSABILE GENERALE DELLA TECNICA AUDIO E LUCI Fabio Leardini DATORE AUDIO MIXER Salvatore Sabatino TRUCCO E PARRUCCO Paolo Pinna COSTUMI Nunzia Aceto e Claudia Frigatti DIREZIONE DI SCENA Pierfrancesco Martinotti ASSOCIAZIONI ELVIS FRIENDS FAN CLUB ITALIA
Teatro Brancaccio via Merulana 244 Roma teatrobrancaccio.it mail:
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Tel: 06 80687231
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