Carlo Climati è un giornalista che, oltre ad aver collaborato con diversi quotidiani (Il Mattino, Avvenire, La Repubblica, L’Italia Settimanale) e alla realizzazione di alcuni programmi radiofonici per la RAI (Chiedi chi erano i Cetra e Un salto nello spot), si occupa da diversi anni delle perverse connessioni tra media e satanismo, che, asseritamente, si manifesterebbero in variegati ambienti: quello della musica, della televisione, dei fumetti, dei videogiochi. Il libro in questione affronta l’annoso problema dei collegamenti tra musica rock e satanismo. L’opera è suddivisa in 28 capitoli in ognuno dei quali vengono affrontati analiticamente varie tematiche. Nel capitolo 1, che funge anche da interessante premessa, viene descritto il concetto del satanismo inteso non necessariamente come devozione alla figura biblica di Satana, ma anche e soprattutto come negazione di Dio in quanto tale. Satanista cioè, non è necessariamente colui che adora Satana, ma anche colui che, negando Dio, si eleva e si paragona a Dio. Il capitolo 5 appare oltremodo affascinante in quanto descrive in maniera semplice e professionale i due tipi di messaggi subliminali: quelli registrati con la tecnica del “back-ward masking process” e i messaggi bifronti. I primi sono registrati “facendo girare il nastro all’indietro in sala di registrazione” (la traduzione di “back-ward masking process” è infatti “processo di mascheramento all’indietro”), i secondi sono messaggi che si possono ascoltare sia al dritto che al contrario trasformandosi da “testi apparentemente insospettabili (...) in invocazioni al demonio”. Molto interessante è anche il capitolo 7, intitolato “La polemica del subliminale”, nel quale l’autore si preoccupa di descrivere l’efficacia storica del messaggio subliminale audio e video, citando anche diversi casi documentati scientificamente: dai fotogrammi cinematografici utilizzati negli anni ‘50 per aumentare le vendite di un determinato prodotto commerciale (tecnica usata con successo dalla Coca-Cola), ai messaggi “mimetizzati” promulgati negli anni ’60 e ‘70 dagli altoparlanti dei supermercati americani per scoraggiare i furti e gli episodi di microcriminalità. Non meno avvincente è laparte dedicata alla storia del satanismo, alle sue chiese sparse per il mondo, alle simbologie sataniche e il capitolo dedicato alle filosofie che si ispirano al satanismo in maniera velata e mai espressa, e quindi in maniera decisamente più pericolosa: la corrente della new age, alcune correnti dei figli dei fiori (Charlie Manson, asseritamente, era in parte collegato al movimento dei figli dei fiori), la filosofia dell’Età dell’Acquario. Il resto dell'opera è molto particolareggiato: vengono messi sotto inchiesta i maggiori gruppi della musica rock e pop (dai più famosi: Led Zeppelin, Queen, Eagles, Beatles, Madonna, Prince; ai più underground e meno conosciuti: Death SS, Entombed, Authopsy, e i simpatici Burzum, che, tra una messa nera e l’altra, hanno trovato anche il tempo di ammazzarsi tra di loro), analizzando, in maniera alquanto analitica, copertine di dischi, volantini di discoteche, testi e partiture musicali e tutto ciò che, oltre ad essere considerato pericoloso per il messaggio più o meno velato al satanismo, può in qualche modo ispirare comportamenti legati all’eccesso: droga, razzismo, sesso, pornografia, violenza, azioni criminose o contro la vita in genere. Nel complesso, il libro appare credibile, anche se la critica dell’autore, Carlo Climati, sfocia in un fastidioso partitismo. Pur affrontando le problematiche suesposte con precisione e professionismo, l’Autore sembra scrivere con un’innegabile punta di parzialità non nascondendo un’apparente bramosia di condanna nei confronti di tutta la musica rock e non solo verso quella legata al satanismo. Mentre è innegabile la presenza di messaggi inneggianti al satanismo e a comportamenti devianti in album di musica rock, o la triste realtà di comportamenti e manifestazioni satanici da parte di alcuni musicisti, che altresì ammettono pubblicamente il loro perverso credo, è altrettanto innegabile che alcuni gruppi musicali utilizzano particolari tecniche di registrazione a scopo puramente sperimentale (ad esempio: i Beatles in moltissime loro canzoni, anche se in una loro canzone, “Revolution 9”, c’è un messaggio subliminale alquanto ambiguo) o che si lascino andare a numerose manifestazioni eclatanti (copertine particolarmente spettacolari, introduzioni musicali molto suggestive, comportamenti stravaganti o riprovevoli, ecc), al solo scopo pubblicitario, di mero protagonismo o dovuto a bizzarrie artistiche. Ad ogni modo il libro, se letto in maniera obiettiva e critica, rappresenta un ottimo spunto di riflessione, un buon documento, corredato tra l’altro da una cassetta contenente stralci delle principali canzoni sataniche e devianti. Prima di concludere due paroline sulla recensione che avete appena letto: i libro e l’autore, non nuovo a questo genere di accuse, sono stati chiaramente stroncati su alcune riviste specializzate, soprattutto di heavy metal. Mi è sembrato che, così come l’autore abbia ceduto alla tentazione di fare di “tutta un’erba un fascio”, di boicottare cioè, tutto ciò che è rock, anche queste riviste sono cadute nell’errore di scagliarsi contro l’autore per la sua educazione cattolica o, semplicemente, per il solo fatto che questi critichi un ambiente, quello musicale, considerato dagli addetti al settore, come intoccabile ed elitario. Io ho cercato di leggerlo e commentarlo in maniera costruttiva, mai “distruttiva”: ho cercato, cioè, di pormi di fronte al problema in maniera obiettiva ed asettica. Credo di esserci riuscito, soprattutto in virtù del fatto che molti dei gruppi sotto accusa rientrano tra i miei gruppi preferiti. Non so se effettivamente l’intenzione dei musicisti fosse quella di divulgare il messaggio satanico, ma di certo posso dirvi che molte accuse dell’Autore mi sono sembrate abbastanza veritiere e difficilmente confutabili.Certo, qualche volta, si è un po’ ecceduto nel bigottismo, ma sarebbe da stolti ignorare una realtà decisamente assodata: non si può ad esempio negare che la canzone Revolution 9, dall’album bianco dei Beatles (che alcuni chiamano erroneamente Devil’s white album), nasconda uno strano messaggio subliminale, soprattutto quando lo stesso suona chiaro e quando tutti gli “ingredienti musicali” facciano pensare ad un esplicito invito da parte degli autori ad ascoltare il brano all’indietro. Il brano infatti contiene una melodia musicale suonata al rovescio che invita implicitamente l’ascoltatore a girare il disco al contrario per ascoltarla nella versione originale e, de relato, a percepire anche il messaggio subliminale. Sarebbe altresì inutile negare che nella canzone Stairway to heaven c’è un’intera frase che, ascoltata al contrario, assume toni inquietanti. (Recensione originariamente realizzata nell'agosto del 1996 per la rivista "Melodie e Dissonanze", mai pubblicata per prematura chiusura della stessa, qui riportata per gentile concessione dell'autore). (Gianluca Livi) |
Autore: CARLO CLIMATI Titolo: Inchiesta sul rock satanico, tutte le prove Editore: Piemme Pubblicazione: 1996 Prezzo: £ 45.000 |