Ella ricevendo una perentoria missiva di sgombero momentaneo da parte dell'Ente preposto, riflette sulla propria esistenza, confrontandosi con il tema della solitudine, della povertà, del degrado sociale, dell'incalzante metamorfosi dal secondo dopoguerra ad oggi della sua città, Milano, e della ricerca di un significato nella vita. Il personaggio è in perfetta simmetria con la comune condizione umana, sospesa tra le malinconiche rimembranze e l'asprezza del presente, tra rimpianti e languide speranze. La riflessione sull'inesorabilità del tempo che passa, sulla difficoltà di relazionarsi con gli altri e sulla sfida di trovare un posto nel mondo, sono al centro della pièce. Uno degli aspetti più peculiari del testo è la capacità di alternare momenti di profonda introspezione a passaggi di dirompente forza emotiva. La protagonista, anziana e coriacea donna, nata nella prima metà del '900, lotta con le sue emozioni attraverso un dialogo serrato con se stessa e con quella parte del suo corollario esistenziale che l'ha portata a resistere, malgrado tutto, cercando di dare un senso a ciò che le è accaduto e che le accade ma anche di affrontare l'idea di una vita che sembra essere giunta a un turn off incipiente. Un arco vitale sospeso, lieve e gravoso per contingenza, un abitare nel presente con lo sguardo rivolto costantemente al passato. Ivana Monti, che esordì a teatro con Giorgio Strehler nel lavoro pirandelliano "I giganti della montagna" inscenando il ruolo di Maddalena, è l'interprete unica dello spettacolo. Un'attrice di grande esperienza che si confronta con un ruolo intimista, in cui il suo talento riesce a trasmettere l'intensità del testo con delicatezza e forza. Milanese doc, si può ritenere la perfetta esegeta di questa figura complessa grazie alla sua recitazione immersiva e pervasiva, capace di condurre il pubblico in un turbinio di emozioni contrastanti, la monologhista gioca destramente con le sfumature del testo, modulando il pathos della recitazione, veicolandolo in momenti di apparente tranquillità e improvvisi guizzi emotivi, con quella naturalezza che rende ogni rievocazione credibile e vivida. La sua capacità di mantenere l'attenzione su di sé mentre abilmente girovaga nei meandri delle reminiscenze per l'intera durata del soliloquio, è straordinaria, riuscendo a disegnare una personalità che, malgrado un'esistenza di frustrazione, è capace di una profonda ricerca interiore. La regia di Roberta Skerl è totalmente protesa alla psicologia del personaggio. L'ambiente scenico creato nella Sala Blu è essenziale, costellato di pochi arredi rétro che fungono da lente telescopica per la concentrazione degli astanti, dilatando l'essenza del racconto. La scenografia è quindi funzionale a supportare la segregazione e l'autoanalisi della protagonista mentre la luce calda, delicata e soffusa, contribuisce a creare l'atmosfera contemplativa che permea l'intero spettacolo. La direzione è abile a far crescere la tensione emotiva senza mai dirompere, utilizzando piccoli gesti, pause, silenzi e sguardi per arricchire il significato del testo. Lo spettacolo si configura come un'esperienza teatrale intima e catartica, che lascia il segno nella mente e nel cuore di chi lo osserva. Clicca qui per visionare la recensione riferita alla stagione 2021/2022.La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 25 marzo 2025 |
Una vita che sto qui ![]() Teatro Franco Parenti Via Pier Lombardo, 14 20135 Milano Tel:02 59995206 Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ORARIO SPETTACOLI: mercoledì, venerdì, ore 19:15 giovedì ore 20:15 sabato ore 17:00 e ore 19:15 martedì ore 20:30 domenica ore 15:45 |