
Riscrittura de “Le serve” di Jenet con ambientazione contemporanea, “Volevo essere Madame” propone due donne ossessionate dalla propria condizione sociale e pronte a tutto pur di modificare il loro misero status.
Commedia tragica, ispirata ad un fatto di cronaca nera realmente accaduto in Francia, l'adattamento di Lucia Ciardo mostra due sorelle totalmente immerse nel loro delirio, capaci di trasformare una angusta camera in un set scintillante di lustrini e paillettes ed immaginarsi perennemente “in onda”, quasi protagoniste di un fantomatico Grande Fratello. La rappresentazione stenta un po’ a decollare e nella prima parte rimane leggermente sottotono anche perché, ad uno spettatore non conoscitore del romanzo di Jenet, non appare subito comprensibile il ruolo che le due donne stanno interpretando. L’opera però, nel suo divenire, prende meglio corpo e si delinea, svelandosi nel suo complesso e dando senso alla storia. Le due interpreti, Lina Zirpoli e Barbara Sirtoli, guidate dalla regista Lucia Ciardo, riescono ad incarnare lo stato di particolare tensione emotiva delle protagoniste, crogiolandosi nelle loro allucinazioni e sprofondando nella agognata fuga dalla realtà: un’evasione da una condizione di “serve” per accedere al ruolo della “signora” perfetta ed ammirata. Un riscatto desiderato, ma irrealizzabile se non attraverso le azioni crudeli e criminali messe in atto dalle due sorelle. Da tale sovrapposizione di reale e immaginazione, deriva uno spettacolo complesso, a tratti grottesco, che alterna momenti intimistici a scene di strambe esibizioni di canzoni famose ed esagerati travestimenti. Amara è la morale ed il finale di “Volevo essere Madame”: il disvelamento del luogo dove tutta la vicenda si svolge lascia un po’ di amaro in bocca ed una velata tristezza per il destino di Claire e Solange, le due sorelle assassine che cercando un’esistenza migliore trovano un avverso ed immutabile destino.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione dell'8 febbraio 2025. |
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‘Volevo essere Madame’
adattamento e regia di Lucia Ciardo interpreti: Lina Zirpoli, Barbara Sirtoli assistente regia: Daniela Pisoni, Sara Forlivesi consulenza di immagine: Maria Teresa Carta assistente luci: Eleonora Casoli scenografia: Lina Zirpoli Giovanni Valgimigli costumi: Nadia Lillini progetto grafico: Jay editor riprese video: Marco Lausi “Voler essere qualcun altro è uno spreco della persona che sei” cit. Kurt Cobain La versione psichedelica e contemporanea delle Serve di Jenet, una riscrittura che si perde nei simboli di due donne vinte dal loro narcisismo e in balia della fantasia compulsiva di voler essere al centro dell’attenzione. Non avendo coscienza di sé e delle proprie risorse, si credono qualcun'altra, sperando di “ritrovarsi” magicamente come in uno specchio. Da vittime a carnefici fino all’esecuzione finale, le due protagoniste trasformano il loro luogo di povertà nel set luccicante di una fiction, sovraesposte e sotto osservazione, come in un Grande Fratello. La regia disegna un quadro grottesco e passa da momenti brillanti ad altri di più intima disperazione, l’azione scenica è dinamica, a tratti vorticosa come la giostra di un luna park. (Fonte: comunicato stampa)

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee Via Jacopa de’ Settesoli 3, Roma Feriali ore 21, festivi ore 17:30 INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA Prevista tessera associativa. Intero 13,00 – ridotto 10,00 Contatti: 065814004-3283546847
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