Il "Daimon", concetto platonico di guida interiore, viene messo in relazione con l’attuale realtà nella quale l’importante non è ragionare, ma essere costantemente connessi e ricevere like.
Partendo da questo presupposto, il monologo di Maria Grazia Aurillo e Tiziana Sensi, conduce il pubblico verso riflessioni filosofiche e “digitali”. In un confronto diretto col pubblico in sala, la protagonista si avventura nell’artificiale labirinto creato dalla rete, evidenziando gli effetti dei social media sull’essere umano: primo fra tutti il rischio di perdere la propria identità.
|
Arts Production P.d.f e Mania Teatro Presentano Tiziana Sensi in Daimon 4.0 Identità in Download Di Maria Grazia Aurilio e Tiziana Sensi Supervisione alla regia Caterina Gramaglia Regia Tiziana Sensi Video Nuvole Rapide Produzioni – Luci Flavio Perillo – Foto Daniele Pedone Comunicazione social Vibra Agency – Grafica mdesign studio Se Platone fosse vivo avrebbe un profilo sui social media? Ma ci seguirebbe davvero o sarebbe troppo occupato a cercare il suo Daimon tra algoritmi e feed delle notifiche? Platone parlava del Daimon come di una guida interiore, un GPS emotivo che ci spinge a scoprire e vivere la nostra vera essenza. Ma in un mondo dove siamo costantemente distratti dalle connessioni digitali, siamo ancora capaci di sentirlo? L'edonismo è engagement. ‘Seguo dunque sono’. Per creare dipendenza, i social devono stimolare gelosia, invidia e insoddisfazione. La dopamina scorre come acqua, rendendoci sempre più attratti da uno schermo che promette connessione, ma in realtà allontana la nostra vera identità. Il Daimon, per quanto saggio, non sa come rilassarsi con una maratona su Netflix. La sfida, la vera challenge, è scoprire chi siamo davvero al di là delle apparenze digitali. Chi si nasconde dietro una chat? L’immagine che vediamo è autentica o generata dall’A.I.? Quante volte tocchiamo il cellulare in un giorno? 100, 200... forse mille? Siamo iperconnessi, con lo sguardo fisso su uno schermo, ma quanto spazio lasciamo al nostro Daimon? Con il coinvolgimento del pubblico, questo monologo, divertente e provocatorio, esplora come la rivoluzione digitale stia trasformando il nostro modo di vivere, pensare e, soprattutto, di essere. E alla fine, la domanda cruciale rimane: la Rivoluzione Digitale è un problema Tecnologico o Educativo?(Fonte: comunicato stampa) Teatro Marconi
|