Questa autobiografia raccontata nell'omonimo libro di Michele D'Ignazio e adattata per il palcoscenico da Maria Antonia Fama, ci insegna quanto sia importante non nascondere le proprie particolarità e quanto anche l'uso della lingua (neo in francese si traduce grains de beautés - grani di bellezza, ed in spagnolo lunares - satelliti) sia importante per attribuire senso e significato agli accadimenti della vita. Veramente intensa l'interpretazione di Marco Zordan, da solo sul palco, con l'unico accompagnamento di voci di bambini, anche loro "macchiolini" in sottofondo. Emozioni a non finire in un'ora di spettacolo nel quale il pubblico ride, si commuove, si immedesima, riflette sul senso della vita e su come le imperfezioni ci rendano esemplari unici. Un solo piccolo appunto riguardo le prescrizioni anti covid: pubblico poco attento al rispetto delle regole e direzione del teatro un po' troppo tollerante. |
Il mio segno particolare
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