Lasciando temporaneamente il piccolo schermo ed il ruolo di Malik della serie TV Nero a metà, Miguel Gobbo Diaz porta in scena uno spettacolo scritto da lui stesso, nel quale racconta la sua vita dalla fanciullezza all’età adulta.
Su un palco disadorno, arricchito solo con qualche oggetto rievocativo di luoghi o momenti, il protagonista si avventura in un monologo incalzante che lo vede saltellare da un posto all’altro della scena, quasi a evitare i metaforici ostacoli che la vita gli ha messo difronte. Il racconto è scorrevole, con qualche punta di umorismo e caratterizzato dall’utilizzo del dialetto veneto. Tutto lo spettacolo riconduce ad un forte messaggio: andare avanti con determinazione nonostante le difficoltà. Un incitamento più volte ripetuto durante la narrazione che Miguel fa del proprio vissuto.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 19 ottobre 2024. |
L’inizio d’un Sogno Scritto e interpretato da Miguel Gobbo Diaz Lo spettacolo è un racconto che va dall’infanzia all’età adulta, attraversando le esperienze del protagonista, Miguel. Il racconto è una serie di immagini scevre di retorica, quasi un fumetto in bianco e nero in cui è il pubblico a mettere i colori; come in un gioco di specchi, nell’esperienza del protagonista ognuno può ritrovare la propria. E’ esortazione all’azione e all’ascolto del caso. Queste sono le forze che guidano un Miguel appena adolescente a conoscere sé stesso e immaginare l’uomo che sarà.Il palcoscenico è nudo, come nudo è il racconto. Pochi oggetti a descrivere luoghi, tempo ed eventi. La narrazione si sviluppa come un percorso a ostacoli attraverso gli elementi presenti in scena, che a volte sono d’aiuto, altre d’ostacolo. Il protagonista come in una gincana, fa la sua gara per scoprire al traguardo che difficoltà e facilità, pregi e difetti, hanno avuto la stessa forza, sono stati ugualmente determinanti per giungere alla meta. Teatro Trastevere Il Posto delle Idee
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