L'inizio di un sogno
Roma, Teatro Trastevere, dal 18 al 20 ottobre 2024

Lasciando temporaneamente il piccolo schermo ed il ruolo di Malik della serie TV Nero a metà, Miguel Gobbo Diaz porta in scena uno spettacolo scritto da lui stesso, nel quale racconta la sua vita dalla fanciullezza all’età adulta.

Su un palco disadorno, arricchito solo con qualche oggetto rievocativo di luoghi o momenti, il protagonista si avventura in un monologo incalzante che lo vede saltellare da un posto all’altro della scena, quasi a evitare i metaforici ostacoli che la vita gli ha messo difronte. Il racconto è scorrevole, con qualche punta di umorismo e caratterizzato dall’utilizzo del dialetto veneto. Tutto lo spettacolo riconduce ad un forte messaggio: andare avanti con determinazione nonostante le difficoltà. Un incitamento più volte ripetuto durante la narrazione che Miguel fa del proprio vissuto.
L’opera è piacevole e forte è il contatto che l’attore cerca di avere col pubblico. Alcuni momenti della recitazione sono davvero intensi (il provino per la scuola di recitazione), mentre, in altri passaggi della performance, forse Gobbo Diaz pecca un po’ di presunzione nel voler padroneggiare i diversi dialetti italiani.
Un po’ troppo rimarcato il concetto della difficoltà per un attore di colore di trovare un ruolo adatto nel “mercato” dello spettacolo, che, seppure condivisibile, fa scendere sulla narrazione, di per se briosa, un velo di vittimismo che stride leggermente con il vigore e la determinazione con cui il protagonista incita il pubblico, ed in particolare i giovani, a lottare per raggiungere i propri ideali.
Lo spettacolo nel complesso è gradevole, con una regia che riesce a caratterizzare le azioni ed i momenti salienti alternando acrobazie da saltinbanco, balletti, introspezione e racconto. Un mix vorticoso nel quale lasciarsi coinvolgere.

 

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 19 ottobre 2024.

L’inizio d’un Sogno

Scritto e interpretato da Miguel Gobbo Diaz
Regia di Maurizio Mario Pepe

Lo spettacolo è un racconto che va dall’infanzia all’età adulta, attraversando le esperienze del protagonista, Miguel. Il racconto è una serie di immagini scevre di retorica, quasi un fumetto in bianco e nero in cui è il pubblico a mettere i colori; come in un gioco di specchi, nell’esperienza del protagonista ognuno può ritrovare la propria. E’ esortazione all’azione e all’ascolto del caso. Queste sono le forze che guidano un Miguel appena adolescente a conoscere sé stesso e immaginare l’uomo che sarà.Il palcoscenico è nudo, come nudo è il racconto. Pochi oggetti a descrivere luoghi, tempo ed eventi. La narrazione si sviluppa come un percorso a ostacoli attraverso gli elementi presenti in scena, che a volte sono d’aiuto, altre d’ostacolo. Il protagonista come in una gincana, fa la sua gara per scoprire al traguardo che difficoltà e facilità, pregi e difetti, hanno avuto la stessa forza, sono stati ugualmente determinanti per giungere alla meta.
Se amo penso alla forza! L’amore ti rende determinato e capace di sostenere il cammino per raggiungere il tuo sogno. Il mio cammino ha incontrato molti ostacoli e l’amore che ho avuto per la mia passione mi ha aiutato a non mollare. Ogni momento raccontato in questa storia è sempre stato sostenuto dall’amore per quello che facevo. Il mio sogno lo potevo raggiungere solamente affrontando il mio cammino, accettando quello che non sopportavo e affrontando quello che amavo con la consapevolezza che ogni cosa, negativa o positiva che fosse, avesse lo stesso valore, quello di aiutarmi a crescere come essere umano pieno di vita. Dedico questo spettacolo alla mia famiglia. Agli amici che hanno creduto in me. Ad ogni persona incontrata durante il mio percorso che mi ha fatto crescere. El fuego Amigo! Cit. Miguel Gobbo Diaz
(Fonte: comunicato stampa)

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee
via Jacopa de’ Settesoli 3
Roma
www.teatrotrastevere.it

 


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