Otello, di precise parole si vive
Milano, Teatro Carcano, dal 16 al 21 aprile 2024

Teatro gremito e trepidante, ad attendere che la straordinaria protagonista s'impadronisca della scena allestita di bianchi e sinuosi pannelli trasparenti e d'una rampa centrale utile a scandire, attraverso un movimento commensurabile ad una incalzante danza quasi impercettibile, il suggestivo racconto che assume una forma quadrimensionale.
E la magia del grande teatro d'autore ha quindi luogo al Carcano.

Questa non è quella rivisitazione shakespeariana dell' "Otello" che ci si aspetterebbe: aulica ma inquadrata sempre dalla stessa prospettiva.
Si tratta di un modo diverso di intendere i versi della tragedia più famosa di William Shakespeare, messa in scena per la prima volta, amo ricordare, nel 1604.
I profili personologici dei protagonisti sono la chiave di volta che ci consentirà di entrare nel vivo dello sviluppo della narrazione. La collocazione spazio-temporale appare come relativa, in un gioco fisico-quantistico, la stessa tessitura potrebbe essere tarabile un sessantennio fa ("Indovina chi viene a cena" Cit.) oppure ai giorni nostri attraverso le cronache di quotidiani femminicidi per mano di uomini di molteplici etnie.
Incalza a tutto campo Lella Costa, marcando il palcoscenico con la sua prodigiosa e poderosa presenza scenica, presentandoci sin da subito Jago come il vero regista di trama e ordito nel telaio della celeberrima storia; colui che scientemente è in grado di manipolare, per meri scopi personali, Roderigo, Cassio, Emilia e l'antagonista major costituito dalla coppia Otello / Desdemona; egli si muove sulla scacchiera psicologica dei personaggi, come un subdolo, all'apparenza innocuo pedone, che alla bisogna muta in alfiere, cavallo, torre, re e regina, modulando la velocità delle mosse che diventano via via sempre più fulminee e nefaste.
Otello, archetipo nell'immaginario collettivo da 5 secoli della passione amorosa che, sviata dall'indotta accecante gelosia conduce all’autodistruzione, ci appare nel monologo come un'ingenua e, a contrasto, tracotante vittima dell'abile raggiro dell'astutissimo Jago il quale, mosso incessantemente dalla cupidigia, dal rancore e dall'odio, potrebbe essere figura facilmente traslabile ai giorni nostri per ambigue capacità imbonitorie e istantaneo e volubile scatto comunicativo da esponente politico o Youtuber del ventunesimo secolo. 
La genialità della narrazione risiede senza dubbio nell'angolazione dalla quale si osservano le vicende ed al riconoscimento della valenza restituita alla musicalità, al ritmo ed al suono delle dinamiche d'azione, attraverso l'utilizzo delle parole e alla relatività dell'esattezza delle stesse, quando la menzogna ed il verosimile vengono instillate, come un letale veleno, nel circuito delle relazioni.
Menzione d'eccezione che accosta, nel titolo della rappresentazione, il drammaturgo e poeta inglese ad uno degli esponenti del miglior cantautorato italiano, Ivano Fossati, attraverso la citazione del brano Discanto richiamando, in modo indiretto ma evidente, l'evoluzione della polifonia medievale in riferimento alla voce più acuta dell' ordito polifonico.
Ovazione unanime, sentita e commossa



La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 16 aprile 2024

Otello,
di precise parole si vive


drammaturgia Lella Costa e Gabriele Vacis
light and sound design Roberto Tarasco
scene Lucio Diana
regia Gabriele Vacis
Produzione Teatro Carcano
Distribuzione Mismaonda

Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. Continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso.E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.
E’ quello che è successo a Gabriele Vacis e a me, e non una volta sola.
E’ quello che ci ha entusiasmati a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa (Shakespeare) ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità, richiedevano un aggiornamento. Quelle parti in cui lo stesso Bardo si divertiva a inserire allusioni e citazioni per noi incomprensibili (chi mai sarà quel “Signor Angelo” che condiziona perfino il Doge?), ma che sicuramente per gli spettatori dell’epoca erano chiarissime, e probabilmente molto divertenti.
Lella Costa
Precisamente questa.
Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), allora ci rendiamo conto di quanto bisogno abbiamo di continuare a raccontare e ascoltare  questa storia. Precisamente questa.
Lella Costa (fonte: comunicato stampa)



Teatro Carcano
Corso di Porta Romana, 63
20122 Milano
tel: 02 55181362
e-mail:
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ORARIO SPETTACOLI:

martedi, mercoled', giovedì, venerdì ore 19:30
sabato ore 20:30
domenica ore 16:30


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