Un simposio scientifico ben coniato dal divulgatore Telmo Pievani, classe 1970, brillante filosofo ed evoluzionista e dalla scoppiettante Banda Osiris (Sandro Berti - mandolino, chitarra, violino, trombone, Gianluigi Carlone - voce, sax, flauto, Roberto Carlone - trombone, basso, tastiere, Giancarlo Macrì - percussioni, batteria, bassotuba) che mixa in modo convincente e coinvolgente avanspettacolo e satira. Détour politico-sociologico introdotto dalle note e dal testo di Lucio Dalla "...Così stanno bruciando il mare, così stanno uccidendo il mare, così stanno umiliando il mare, così stanno piegando il mare..". Scenografia tendente all'azzurro pelago, ove campeggiano tuba, tromboni, flicorni, tastiera ed un grande rettangolo di ardesia tracciato da gessetti, proprio come in classe, sgorganti di formule chimiche e teorie evoluzionistiche. Il nostro Pievani volge sapientemente lo sguardo all'origine della molecola dell'acqua scindendola nei suoi atomi originari, ossigeno e idrogeno, sui quali riflette. Analoga attenta osservazione circa la tipologia di vita sulla Terra perché il citato composto chimico è presente oggi in tutti gli stati: liquido, gassoso e solido, fatto unico più che raro in tutta la galassia dei pianeti mappati attualmente. L' involucro di polveri e gas di 4.500 miliardi di anni fa diventa, attraverso una lenta e progressiva evoluzione chimico fisica, roccia, metallo ed elemento radioattivo. Solo in seguito compare l’acqua: non ancora certo se si sia ivi formata per reazione tra idrogeno e ossigeno o sia piuttosto giunta dallo spazio come tale attraverso meteoriti. Intercala la Band incalzando inaspettatamente in musica "La pioggia nel pineto" del vate D'Annunzio, nella quale l'estetismo ed il panismo paiono fondersi totalmente, switchando velocissimamente verso la contemporaneità del cantautore e dee-jay Jovanotti con i versi della canzone "Piove" e a legare "Smoke on the Water" dei Deep-Purple. Riflessioni etico ecologiche serissime ed al contempo esilaranti sull'inquinamento dei mari appannaggio delle materie plastiche e dell'immissione di idrocarburi liquidi come il petrolio che uccidono flora e fauna marittima, ma anche sul valore simbolico che il mare possiede, perché attraverso esso la storia transita di passaggi importanti come il viaggio che porta la speranza alla sua agognata meta. Il countdown verso il 2030 può essere arrestato, questa tappa suggellerebbe drammaticamente il catastrofico rialzo della temperatura del globo terrestre da noi popolato. Come e più di sempre il teatro accende le coscienze sopite, anche attraverso il vezzo del sorriso che lascia il retrogusto di una verità illuminante per tutta l'umanità. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 12 giugno 2023. |
AQUADUEO
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