
«È una storia alla George Orwell con un potere che si muove invisibile e virale. Una realtà drammaticamente attuale dove, nel duello “Instagram versus reality”, la realtà perde punti di riferimento interiori». Così Francesco Montanari, interprete di “Sesto potere”, descrive lo spettacolo.
Tre capitoli: odio, denaro, vendetta, che racchiudono i temi affrontati nella rappresentazione. Un racconto molto di attualità dove si intrecciano la politica impegnata in una perenne campagna elettorale, i social che attraverso notizie vere o false riescono ad indirizzare l’opinione pubblica e la manipolazione delle menti e delle coscienze mettendo in atto azioni e gesti anche crudeli senza un minimo di rimorso o, per chi della comunicazione ne fa una professione, senza alcuna etica. Lo spettacolo è fondato su conflitti: interiori, generazionali, di casta, ma maggiormente evidenziato è quello tra i tre giovani protagonisti ed il famoso conduttore televisivo che sfrutta la TV per lanciare scoop e fare notizia, non per raccontare fatti, sbandierando una “ricerca della verità” che ha il sapore di mistificazione. L’opera affronta temi di scottante attualità, proponendoli con cruda freddezza. Il “sesto potere” (dopo il "quarto potere" della stampa e il "quinto potere" della televisione) è molto più sottile perchè alla portata di tutti, basta un cellulare e si è immediatamente immersi nell’universo dei social dove tutto diventa liquido ed invisibile, un complice anonimato che può distruggere o esaltare la reputazione di chiunque senza curarsi delle conseguenze. La verità non ha più nessun valore di fronte all’umore del web. La rappresentazione è molto caustica, quasi minimalista. L’interpretazione dei tre ragazzi è rabbiosa a rappresentare una generazione scontenta e senza veri ideali. Molto tipizzato il ruolo del giornalista televisivo, avvezzo ad entrare nelle case delle persone e sprezzante nei suoi atteggiamenti. Asettica la scenografia nella quale compaiono e poi spariscono i quattro protagonisti. Uno spettacolo che fa riflettere sul ruolo e sulle insidie dei media e del web. Forte il contenuto, inaspettato l'epilogo.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione dell'11 gennaio 2024. |
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SESTO POTERE
NASCITA DI UNA DEMOCRAZIA VIOLATA DALL’ODIO, DAL DENARO E DALLA VENDETTA
scritto e diretto da Davide Sacco
con Francesco Montanari Cristiano Caccamo Matteo Cecchi Nina Torresi con la partecipazione in video di Lorenzo Gioielli con la voce di Antonio Zavatteri
scene Luigi Sacco costumi Valeria Pacini musiche Davide Cavuti disegno luci Luigi Della Monica progettazione video Igor Renzetti grafiche e animazione video Elio Di Paolo e Francesco Rufini aiuto regia Danilo Capezzani assistente alla regia Elisa Gabrielli direttori di produzione Marica Castiello e Luigi Cosimelli ufficio stampa Carla Fabi & Roberta Savona produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro – LVF – Teatro Manini di Narni – Teatro Comunale di Sulmona “Maria Caniglia”

Teatro Ambra Jovinelli Via Guglielmo Pepe, 45 Roma
tel: 06 83082884 – 06 83082620 fax: 06 4457221 e-mail:
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web site: https://www.ambrajovinelli.org/
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