Una danza della solitudine. Cinque personaggi che si muovono sul palco senza mai incontrarsi, senza mai parlarsi, disturbati, ognuno indaffarato nelle proprie storie in attesa ansiosa di qualcos’altro. Ognuno succube delle sue maniache ossessioni che creano la routine quotidiana. Ognuno consapevole di ciò che ha, ma che vorrebbe qualcosa d’altro.
Alma vorrebbe smettere di rifugiarsi in una dimensione onirica per la paura che qualcosa di vero cambi nella sua vita; Simone vorrebbe tanto trasgredire dal confortante e ripetitivo ruolo di impiegata del ministero; F. vorrebbe tanto liberarsi dalla paura di morire senza aver lasciato traccia; Teresa vorrebbe disperatamente smettere la maschera di scrittrice e liberarsi del ruolo di mamma; Primo vorrebbe distaccarsi da Marta, il manichino che lo affianca nell’unica vita di relazione di cui è capace, per essere finalmente notato da qualcuno. Cinque solitudini alienate ed alienanti. Cinque monologhi che si intrecciano a formare una partitura di parole, di immagini e di movimenti. Vite destinate a fallire ogni inizio per la paura del cambiamento. Cinque storie emblematiche della autistica società contemporanea che pretende una vita di consumi ed allo stesso tempo ci rende manichini isolati dietro ad uno schermo di “Delete” e “Ignore”. Una società che ci rende soli anche tra gli altri: una solitudine “a colori” secondo la definizione della regista Lisa Ferlazzo Natoli. Al centro della scena un idolo moderno, un dispenser che richiede solo una moneta e nessun contatto umano per ricevere ciò che si desidera, ciò che ci può far sentire bene sia esso un cibo, un fiore o un costume dentro cui nascondersi. Sullo sfondo l’architettura luminosa del Ministero della Solitudine, predisposto per cercare di aiutare le persone a relazionarsi con gli altri dando conforto ai loro disturbi emotivi e psicologici. Un apparato burocratico il cui unico risultato è schematizzare i processi comportamentali in uno sterile percorso di consapevolezza delle vite che scorrono sulla scena, sciame impazzito destinato all’estinzione come destinate all'estinzione sono le api tanto care a F.. Una metafora di questo sistema di relazioni umane che sta perdendosi con il Ministero a fare da ape regina. L’idea del Ministero e di questa pièce nasce dalla cronaca. Nel 2018 la Gran Bretagna ha ufficialmente annunciato un ministro della solitudine per iniziare a far fronte ai disagi che causa, con relativo ministero istituito l’anno successivo. A seguire lo hanno fatto anche Stati Uniti e Giappone. Lo spettacolo che ne scaturisce è bello e impegnativo, in cui sensazioni di fastidio nel riconoscersi come in uno specchio si alternano a momenti in cui si prova pena per i bravissimi attori sulla scena - Giulia Mazzarino (Alma), Emiliano Masala (Primo), Francesco Villano (F.), Tania Garribba (Simone), Caterina Carpio (Teresa) – che rendono palpabile e reale ogni parola, ogni danza forsennata, ogni aspirazione disillusa. Bravissime le registe Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni nella loro abilità di analisi del presente e del possibile, ineluttabile, distopico futuro che si concretizzano nelle parole e nella drammaturgia di Fabrizio Sinisi. Bella anche la scelta delle musiche di Alessandro Ferroni, spesso ad alto volume, usate per sottolineare l’isolamento estraniante e traumatico dei personaggi, fino alla ironica e disperata festa finale: un karaoke organizzato dal Ministero, in un locale dal significativo nome Only You, che per celebrare la sua chiusura riunisce i suoi ‘pazienti’ in un canto simbolico e catartico ancorché finto ed effimero. Lacasadargilla ci colpisce ancora con una sorta di TSO, un Trattamento Sanitario Obbligatorio che bisogna seguire
La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 12 dicembre 2023.
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IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE uno spettacolo di lacasadargilla
parole di e con Caterina Carpio, Tania Garribba, Emiliano Masala, Giulia Mazzarino, Francesco Villano regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni drammaturgia del testo Fabrizio Sinisi drammaturgia del movimento Maria Ciappina cura dei contenuti Maddalena Parise spazio scenico e paesaggi sonori Alessandro Ferroni costumi Anna Missaglia luci Luigi Biondi aiuto regia Caterina Dazzi / Alice Palizzi assistente al disegno luci Omar Scala
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato
Piccolo Teatro Grassi
via Rovello, 2 - MILANO tel: 02 21126116
ORARIO SPETTACOLI ma-gi-sa ore 19.30 me-ve ore 20.30 domenica ore 16.00
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