Surreale regia per uno spettacolo non certo lineare nella narrazione, ma divertente e con il dono della sintesi portato all'eccesso: 1800 pagine del romanzo Anna Karenina raccontate in poco più di un'ora.
Strane atmosfere che variano velocemente, un vortice di sensazioni che ruotano intorno al protagonista ed una regia, quella di Sandro Nardi, che stupisce lo spettatore per la capacità di utilizzare i pochissimi oggetti di scena trasformandoli in personaggi che accompagnano l'intensa recitazione di Emilio Celata. Chi pensa di avere a che fare con l'opera di Tolstoj può cominciare a ricredersi. Certamente Anna Karenina c'è nella sua caparbietà ed unicità, ma rimane un personaggio quasi di sfondo rispetto a tutti gli altri protagonisti che le ruotano accanto e che vengono interpretati da Celata. Un monologo nel quale prendono vita tante persone, ognuna con un piccolo dialogo, una espressione, a volte solo una frase, ma unica nella sua caratterizzazione. Il total black del palco ed il bianco come unico colore per costumi ed oggetti, creano un forte impatto visivo che accompagna la narrazione, molto discontinua, ma comunque coerente con le vicissitudini dell'eroina interpretata. Molto bravo Emilio Celata a passare repentinamente da un personaggio all'altro, da un episodio a quello successivo semplicemente facendo un passo e spostandosi in un altro punto del proscenio. Opera non facile da interpretare, nè tanto meno da seguire, che richiede grande attenzione per non perdersi nei repentini passaggi tra i vari protagonisti che si intersecano con Anna karenina. Spettacolo interessante e divertente, molto originale nella costruzione. Un rispolvero dei ricordi degli studi della letteratura russa che lo spettatore sicuramente apprezzerà. Questa recensione si riferisce allo spettacolo del 1 aprile 2023. |
Emilio Celata è Anna Karenina Teatro Trastevere |