Il Teatro Manzoni ospita per tre serate l’interessantissimo e coinvolgente lavoro di Gabriele Pignotta, tra i più prolifici commediografi e artisti contemporanei, che con questo one man dramedy, trova il viatico per diventare in assoluto un autore cult.
Dopo i successi cinematografici e teatrali Toilet torna in scena per regalare al pubblico un’esperienza teatrale originale ed emozionante, capace di un coinvolgimento estremo, che riesce a tenere letteralmente incollato alle poltrone in trepidante attesa il numerosissimo pubblico presente in sala. “Questa storia parla proprio di te. Ecco perché non riuscirai a smettere un attimo di guardarla”, ha dichiarato l’artista. Ed effettivamente la rappresentazione, oltre a generare risate di cuore (specie nella prima parte), quasi risucchia lo spettatore all’interno della vicenda surreale, ma al tempo stesso attualissima, per i tanti temi che Pignotta sfiora con leggerezza artistica, ma catapultati a livello psicologico. Rimanere chiusi in un bagno è un’esperienza neanche tanto inusuale, ma la frenesia del vivere moderno e la tecnologia portata ad estremi catastrofici, riescono a provocare un tale corto circuito attenzionale per cui può succedere di non sapere dove ci si trova e, complice il non funzionamento della funzione “dati” del cellulare, non essere in grado di identificare la propria posizione per indirizzare i soccorsi. Tante risate, ma anche angoscia per quella porta che non vuole aprirsi e che suscita nel protagonista una quantità enorme di emozioni, anche contrastanti tra loro: rabbia, sconforto, panico, rassegnazione, reminiscenza. Gabriele Pignotta è eccezionale nella sua interpretazione. Per un’ora e mezza da solo riesce a riempire la scena stando praticamente sempre al telefono con svariati personaggi che interagiscono con lui in questa surreale situazione; riesce ad ammaliare il pubblico ed a mettere a nudo tutte le dinamiche tipiche (con un ritratto non troppo edificante ma veritiero) dell’uomo medio, schiavo del telefonino, impegnato a lavorare e concentrato sulla carriera, che così dimentica i valori della vita (soprattutto quelli affettivi), capace, in una situazione così kafkiana e drammatica, di ritrovare il vero senso della vita, per poi perderlo miseramente quando il Dio denaro, per usare una metafora in tema “bussa alla sua porta”. Toilet è stata definita tra le migliori commedie dell’ultimo decennio e l’apprezzamento è totalmente meritato. Nello spettacolo c’è tutto: divertimento, colpi di scena, riflessioni, emozioni ed un finale a sorpresa, tutto sapientemente mixato in una storia adrenalinica, presentata con una regia attentissima. Spettacolo consigliatissimo.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 6 giugno 2024. |
TOILET Il venditore Flavio Bretagna sta guidando e risponde a mille telefonate. Ha bisogno di una pausa e si ferma in una piccola area di servizio. È distratto e non memorizza dove si trova. Sempre al telefono, entra nel bagno. Ma al momento di uscire la porta si blocca, È uno scherzo? No, la porta non si apre, nessuno sembra esserci lì fuori, nessuno sa dove si trova... neanche lui! Da quel momento Bretagna cerca in ogni modo di uscire dal bagno di questo piccolo autogrill e per farlo interagisce al telefono con il Maresciallo dei carabinieri con la sua segretaria e con una serie altri inaspettati personaggi tra i quali le persone che hanno scritto gli annunci sui muri del bagno regalando momenti di imperdibile comicità. Teatro Manzoni Giovedì 6 ore 21
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