Teatro trasversale, sperimentale, quasi d'avanguardia. Testi difficili, criptici, macchinosi, testimonianza di disagio, sofferenza, finanche afflizione, in un contesto visivo di stampo delirante e claustrofobico. Tutto arduo, da seguire, da assimilare, da approvare: talvolta il filo logico è evidente, poco dopo è spezzato da un intervento farneticante, una posa del corpo, un cenno del capo o della mano, una camminata claudicante. Eppure, vince su tutto e tutti l'interpretazione di Euridice Axen: non importa ciò che ella dice, importa come lo dice: potrebbe blaterare cose senza senso, e talvolta succede; potrebbe cambiare umore repentinamente, come i folli, e talvolta succede; potrebbe sdraiarsi e apparire morta e poi rivitalizzarsi repentinamente in un sussulto di vitalità, e talvolta succede... ma sempre, costei perfora le menti degli astanti e gli astanti ella domina. Supera tutto, Euridice, con la sua arte espressiva, pure la banalità di una bambola gonfiabile che piomba sul palco con cattivo gusto, pure l'incognita sottesa alla rappresentazione (Moana è viva o questa matta è una furba sedicente?), pure l'insussistenza di una spiegazione insulsa afferente al settimo senso: sempre, non importa in quale contesto, l'attrice esprime un'arte totale, avvolgente, coinvolgente. E quando perfora la quarta parete e cammina tra il pubblico e si ferma a pochi centimetri da me e mi guarda fisso negli occhi e il suo senno pare rientrare, quest'arte espressiva perde la componente di soggettività e diventa d'un colpo meravigliosamente tangibile. Un'opera puramente astratta, espressa in termini attoriali assolutamente concreti. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 19 gennaio 2023. La nostra recensione della première milanese si trova qui: Settimo senso. Moana Pozzi - Milano, Teatro Franco Parenti |
Settimo Senso - Moana Pozzi di Ruggero Cappuccio drammaturgia e regia Nadia Baldi
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