Hedda. Gabler. come una pistola carica
Milano, Teatro Studio Melato, dal 1° al 22 dicembre 2022



Come si può rappresentare, oggi, Hedda Gabler? Sono trascorsi 130 anni dal momento in cui è stata scritta, non abbastanza per trasformarla in mito…c'è il rischio di vederla come una storia d’altri tempi, che non ci appartiene più, un dramma del passato. Liv Ferracchiati smonta e rimonta l'opera di Ibsen e vince in due mosse: mette in scena il suo metodo collettivo di lavoro, in cui la drammaturgia viene discussa con tutto il gruppo teatrale, e accosta Hedda Gabler all’ultima opera dell’autore norvegese, aggiungendo dialoghi e persino un personaggio, Irene. Analisi di un classico con scrittura drammaturgica a vista. Potremmo dire il "making of" Hedda Gabler.

La dichiarazione del regista-autore-performer è netta e meravigliosamente bugiarda fin dall’inizio - autofinzione - autobiografia - davvero è importante? Siamo a teatro e (a scanso di qualsiasi equivoco) la scenografia pretende di essere fatta di cartone. I movimenti teatrali, macchinisti e gli attrezzisti sono (forse) visibili sullo sfondo. “Stiamo lavorando sulla disattesa drammaturgica”. Va bene. Sarò obsoleta e dirò “Sei Personaggi in Cerca D’Autore”, ma a rovescio. Perché qui sono gli attori e il regista-autore a pretendere di raccontare la necessità del loro personaggio, del loro lavoro. Eppure - e questa è la vera magia - pur in mezzo a tutte queste distrazioni o forse grazie ad esse - riusciamo a “vedere” Hedda, Thea, Irene e tutti i personaggi, sbozzati pian piano. Tutto riguarda la creazione. Voler crescere un figlio - insieme a un altro - anche se non è tuo. Essere la fonte primaria dell'ispirazione. Rubare la creazione e la vita di un altro. Non saper dare alla vita altro che creature asfittiche, incapaci di trovare un posto nel mondo. O essere HEDDA. GABLER. COME UNA PISTOLA CARICA, e rinunciare al rischio della creazione per calcolo e noia, riservare per sé il dubbio successo della manipolazione, condannarsi per sempre all’insoddisfazione. Bravissima Petra Valentini in questo ruolo da splendida dama senza pietà. Liv Ferracchiati ha scelto per sé il ruolo di Løvborg, oltre a quello di sé stesso e di Rubek: i ruoli di coloro che sono riconosciuti dal mondo come i veri creatori. Alice Spisa è una apprensiva, ostinata e trepidante Thea, la maieuta e co-creatrice. Ma tutti gli attori meritano un plauso: Irene la musa – Giulia Mazzarino, Renata Palminiello – la signorina Tesman, umile madre putativa; Francesco Alberici – Jørgen Tesman il buono ma imbelle e sterile; il parassita giudice Brack – Antonio Zavatteri. Lo spettacolo è stato magnificamente corale e il registro dell’ironia ha fornito il giusto sfondo a contrasto. Per dirla con Flaiano - La situazione è grave ma non è seria -. Perfette le musiche e bellissima l’esibizione di Giulia Mazzarino in Mambo, di Dalla.
È la prima opera di Liv Ferracchiati che vedo. Non sarà l’ultima.

- Dov'è quel cuore marziano? Se n'è andata sbattendo la porta e avevo in mezzo la mano – LUCIO DALLA.



Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 1° dicembre 2022.



HEDDA. GABLER. COME UNA PISTOLA CARICA
uno spettacolo di Liv Ferracchiati
con scene tratte da Hedda Gabler di Fedor Henrik Ibsen

traduzione Andrea Meregalli e Liv Ferracchiati
dramaturg di scena Piera Mungiguerra
aiuto regia Anna Zanetti
assistente volontario alla regia Riccardo Vicardiscene Giuseppe Stellato
costumi Gianluca Sbicca

luci Emiliano Austeri
suono spallarossa
consulenza letteraria Andrea Meregalli
lettore collaboratore Emilia Soldati

con (in ordine alfabetico) Francesco Alberici, Liv Ferracchiati, Giulia Mazzarino, Renato Palminiello, Alice Spisa, Petra Valentini, Antonio Zavatteri

produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa



Piccolo Teatro Studio Melato
via Rivoli, 6 - Milano
Tel. 02 21126116

Orari:

martedì, giovedì, sabato ore 19.30
mercoledì, venerdì ore 20.30
domenica ore 16.00



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