Una gioia per gli occhi questo Malato Immaginario, una sinfonia di rossi, grigi neri e bianchi arricchiti dal luccicare dei cristalli dei lampadari velati dalle pareti semitrasparenti che delimitano il centro dell’azione: la stanza di Argan.
E un lampadario di cristallo sembra lo scintillante carrello delle medicine, tintinnante di provette appese come lussuose gocce trasparenti e ricolmo di boccette piene di improbabili medicinali. Allontanato con stizza o avvicinato in modo suadente, guardato con desiderio o disprezzo, è un personaggio in più, sempre in scena. Ha come compagna la poltrona a rotelle in velluto rosso, anch’essa perfetto incrocio tra un arredo lussuoso e un dispositivo medico. Sulla poltrona rossa, al centro della scena, troneggia un Argan – Gioele Dix in berretta, camicione e calzerotti, tutti bianchi e lievemente sporchi: il senso di esagerazione del corpo, nelle sue manifestazioni fisiche e umorali, sovrasta ogni tratto della personalità, rappresentando visivamente allo spettatore l’amplificazione somatica dell’ipocondriaco – egli non è più altro che un corpo pieno di sensazioni viscerali, catarri e flatulenze. Che meraviglioso contrasto con la strepitosa Tonina – Anna Della Rosa, sottile e tutta energia nel suo abito nero e il soggolo bianchissimo, in apparenza un incrocio tra una suora e una infermiera ma con il pepe di una Colombina. I due duettano meravigliosamente, il corpo flessuoso di lei a volte lo sovrasta, come un arco teso pronto a scagliarsi con il profilo aquilino in una ennesima invettiva, a volte lo avvolge in una furba blandizie per poi sparire in un frullo della gonna. Attorno ai due protagonisti altri bravissimi attori ci rendono scene divertentissime, ad esempio il neo-laureato pretendente dott. Tommaso Purgone nella sua prima dichiarazione ad una sconvolta Angelica, o la piccola Luisona che già ha imparato come manipolare il suo papà. Si ride e ci si diverte grazie al tempismo comico che spesso ci rende la sensazione del balletto, del duetto e più raramente del coro. La già citata scenografia e i costumi di Gian Maurizio Fercioni si meritano il più ampio plauso: giusto chiamare anche lui davanti al palcoscenico a condividere l’entusiasmo del pubblico per questo spettacolo che viene riproposto dopo i successi degli scorsi anni, con più di duecento repliche, nell’ambito dei festeggiamenti per i cinquant’anni del Parenti. E proprio perché stiamo festeggiando i cinquant’anni del Parenti vale la pena cercare, al di là dell’indubbio divertimento, i motivi che più risuonano come attuali in questo classico. Così, in un momento storico in cui la medicina moderna è sempre più scientifica, pure non possiamo dissentire da Beraldo quando dice a suo fratello Argan che gli stanno raccontando la metafisica della medicina, e ci sentiamo con lui quando guardiamo le pubblicità di vitamine, integratori, sintomatici, pillole e creme che ci promettono una vita eterna e priva di dolore. Noi, malati immaginari, in un atto estremo di evitamento, non ci pigliamo la briga di vivere fino in fondo la vecchiaia e la morte; anche noi abbiamo una distorta percezione del nostro corpo, esageratamente esposto in un atto di esibizionismo estremo.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 ottobre 2022
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Il malato immaginario dal 7/10/2022 al 23/10/2022
di Molière traduzione Cesare Garboli regia Andrée Ruth Shammah
con Gioele Dix, Anna Della Rosa e con Marco Balbi, Francesco Brandi, Fabrizio Coniglio, Piero Domenicaccio, Filippo Lai, Viola Magnone, Silvia Giulia Mendola, Pietro Micci, Marina Occhionero
scene e costumi Gianmaurizio Fercioni luci Gigi Saccomandi musiche Michele Tadini e Paolo Ciarchi
aiuto regista Benedetta Frigerio assistente allo spettacolo Diletta Ferruzzi scene dipinte da Santino Croci e Federico Carrassi direttore di scena Paolo Roda elettricista e fonico Gianni Gajardo sarta Paola Landini amministratrice di compagnia Carla De Gasperis scene costruite da Tommaso Serra presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti
TEATRO PARENTI Via Pier Lombardo, 14 MILANO tel: 02 5999520
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ORARIO SPETTACOLI Venerdì 7 ore 19.45 Sabato 8 ore 19.45 Domenica 9 ore 16.15 Martedì 11 ore 20.00 Mercoledì 12 ore 19.45 Giovedì 13 ore 10.30 Giovedì 13 ore 21.00 Venerdì 14 ore 19.45 Sabato 15 ore 19.45 Domenica 16 ore 16.15 Martedì 18 ore 20.00 Mercoledì 19 ore 19.45 Giovedì 20 ore 21.00 Venerdì 21 ore 19.45 Sabato 22 ore 19.45 Domenica 23 ore 16.15
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