Scritto da Cinzia Marzioni Sabato 12 Novembre 2022 08:59 Letto : 920 volte
Una normale scena di famiglia: i genitori Alice e Brian e la zia Maisie aspettano Susy di ritorno da un lungo viaggio in Australia. Un normale stato emotivo umano: l’attesa. Pochi semplici gesti: mettere le stoviglie in tavola, indossare un vecchio cardigan. La normalità finisce qui: al comando del quarto in scena si ripete tutto da capo, con piccole insignificanti variazioni - un’intonazione di voce, il colore della giacca. È il primo di molti ritorni ad un punto precedente del dialogo; i personaggi vengono bloccati nel mezzo di una frase, di un gesto e sono costretti a ripetere la scena da un punto preciso. Il tempo va avanti e indietro in continuazione, a volte scorre con velocità accelerata, a volte si ferma in una stupefacente fissità che sfida la capacità di concentrazione di pubblico e attori. Va avanti come una serie di frammenti e ciascun frammento con le sue le aggiunte e precisazioni appone una pennellata al ritratto di una famiglia che, in questa attesa, mostra tutte le sue fragilità, che esplode in tutte le sue contraddizioni, nella sua crudeltà e pazzia, nella sua incomunicabilità. Ma i frammenti non si ricompongono in una immagine finita, questa famiglia sembra un ornitorinco, fatto raccattando pezzi da vari animali, la storia non si chiude. Susy torna a casa ben tre volte, in tre modi diversi, quindi non torna mai. Lewis, il fratello sempre ubriaco, viene espulso ogni volta che tenta di tornare a casa. Brian ha deliri di autofagia. Maisie ha incubi notturni. Si scoprono fatti terribili sul passato della famiglia – un cadavere in giardino, un tradimento di Alice – ma saranno poi veri? Irrompono, evocati dalla voce narrante in scena, elementi fuori contesto: una frotta di bambini vocianti, due uomini armati che uccidono tutti, un uccello alto tre metri. Noi non li vediamo ma si riflettono meravigliosamente negli occhi sbarrati dei personaggi, illuminati dall’assurdo.
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L'amore del cuore di Caryl Churchill traduzione Laura Caretti e Margaret Rose suoni e spazio scenico Alessandro Ferroni Franco Parenti / TPE Teatro Piemonte Europa Spettacolo presentato in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa ![]()
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