Una normale scena di famiglia: i genitori Alice e Brian e la zia Maisie aspettano Susy di ritorno da un lungo viaggio in Australia. Un normale stato emotivo umano: l’attesa. Pochi semplici gesti: mettere le stoviglie in tavola, indossare un vecchio cardigan.
La normalità finisce qui: al comando del quarto in scena si ripete tutto da capo, con piccole insignificanti variazioni - un’intonazione di voce, il colore della giacca. È il primo di molti ritorni ad un punto precedente del dialogo; i personaggi vengono bloccati nel mezzo di una frase, di un gesto e sono costretti a ripetere la scena da un punto preciso. Il tempo va avanti e indietro in continuazione, a volte scorre con velocità accelerata, a volte si ferma in una stupefacente fissità che sfida la capacità di concentrazione di pubblico e attori. Va avanti come una serie di frammenti e ciascun frammento con le sue le aggiunte e precisazioni appone una pennellata al ritratto di una famiglia che, in questa attesa, mostra tutte le sue fragilità, che esplode in tutte le sue contraddizioni, nella sua crudeltà e pazzia, nella sua incomunicabilità. Ma i frammenti non si ricompongono in una immagine finita, questa famiglia sembra un ornitorinco, fatto raccattando pezzi da vari animali, la storia non si chiude. Susy torna a casa ben tre volte, in tre modi diversi, quindi non torna mai. Lewis, il fratello sempre ubriaco, viene espulso ogni volta che tenta di tornare a casa. Brian ha deliri di autofagia. Maisie ha incubi notturni. Si scoprono fatti terribili sul passato della famiglia – un cadavere in giardino, un tradimento di Alice – ma saranno poi veri? Irrompono, evocati dalla voce narrante in scena, elementi fuori contesto: una frotta di bambini vocianti, due uomini armati che uccidono tutti, un uccello alto tre metri. Noi non li vediamo ma si riflettono meravigliosamente negli occhi sbarrati dei personaggi, illuminati dall’assurdo. Ma è il lavoro dell’autrice Caryl Churchill sul linguaggio il vero protagonista: lo spettatore viene sollecitato, sfidato ad andare oltre, a non dare nulla per scontato, a cambiare in continuazione i suoi schemi percettivi. Gli attori sono costretti, in una incredibile performance, a ripetere con la maggior esattezza possibile gesti e parole, a volte solo l’ultima parola di ogni frase, a volte la stessa scena alla massima velocità possibile “anche se le parole non sono più comprensibili” in un gioco di deformazioni che arrivano a mettere sotto indagine il linguaggio verbale come mezzo primario di comunicazione. La regista Lisa Fernazzo Natoli cerca di svelarci la straordinaria macchina teatrale della Churchill mettendo in scena anche le didascalie del testo, recitate in scena da Lewis. Ad ogni comando di ritorno indietro ci sembra di cogliere negli sguardi stralunati degli attori l’odio verso l’autore che li costringe a un tale sforzo di messa in scena. Un applauso va agli attori per la loro eccellente performance: Alice - Tania Garribba -Brian-Francesco Villano, Maisie – Alice Palazzi e Lewis/didascalie - Fortunato Leccese. Heart’s Desire (L’amore del cuore), viene pubblicato nel 1997 ed è parte dell’opera in due atti Blue Heart, messa in scena un po’ in tutto il mondo. Un plauso al Teatro Franco Parenti per aver messo in scena un’opera teatrale di Caryl Churchill, drammaturga inglese apprezzata da tempo in tutto il mondo, ma le cui fortune sui palcoscenici italiani è inferiore a quanto meritato. Sicuramente un’opera bella ma difficile, per un pubblico che accetta sfide impegnative.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione dell'11 novembre 2022
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L'amore del cuore dal 10/11/2022 all'13/12/2022
di Caryl Churchill
traduzione Laura Caretti e Margaret Rose
un progetto de lacasadargilla regia Lisa Ferlazzo Natoli
con Tania Garribba, Fortunato Leccese, Al Palazzi, Francesco Villano e con Diamara Ferrero
suoni e spazio scenico Alessandro Ferroni costumi Camilla Carè immagini Maddalena Parise aiuto regia Flavio Murialdi foto di scena Sveva Bellucci comunicazioni Margherita Masè
produzione Teatro Vascello La Fabbrica dell'Attore e lacasadargia con il supporto di Theatron Produzioni e il sostegno di Bluemotion Franco Parenti / TPE Teatro Piemonte Europa
Spettacolo presentato in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
TEATRO PARENTI Via Pier Lombardo, 14 MILANO tel: 02 5999520
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ORARIO SPETTACOLI Sabato 12 novembre ore 20.15 domenica 13 novembre ore 16.15
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