Un originale modo di raccontare l'attuale società consumistica è quello scelto da Roberto Nugnes nel suo spettacolo Cronache del petrolio.
Due storie surreali, tra loro intrecciate nei personaggi interpretati da Giuseppe Ragone, Ilaria Orlando, Francesca Innocenti e Cristiano Arsi. Nella prima Big Crunch una pioggia di sangue inonda la terra ponendo inquietanti interrogativi agli scienziati che, non trovando spiegazioni, cercano conforto anche nella religione; nella seconda Storia di Aurora, il protagonista chiede a Dio un miracolo per uscire dalla sua disagiata condizione e, seppure ottenendolo, le conseguenze che ne derivano sono inimmaginabili. Un palcoscenico disadorno ed uno schermo sullo sfondo dove vengono proiettati video, implementano e completano il racconto. Spettacolo sicuramente particolare, dove gli accadimenti narrati, seppure inverosimili, scuotono le coscienze soprattutto di coloro, tra gli spettatori, particolarmente sensibili ai temi proposti. Forte l'accostamento tra scienza e religione ed apprezzabile l'assenza di sbilanciamento verso l'una o l'altra. Il petrolio (di cui si narrano le cronache), non è soltanto una metafora, ma diventa parte stessa della storia. Interessantissimo il richiamo al film Tempi moderni di Charlie Chaplin ed alla condanna del lavoro alienante nella catena di montaggio. Opera particolare dove il tema dell'uomo schiavo delle sue stesse invenzioni emerge attraverso la caratterizzazione di alcuni personaggi portata all'estremo: lo scienziato pazzo, la donna in divisa con forte accento tedesco, l'eterna innamorata, la viziosa suora, il medico compiacente. Per chi volesse confrontarsi con uno sguardo dissacratore sul progresso, lo spettacolo Cronache del petrolio resterà in scena al Teatro Trastevere fino al 13 novembre. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 10 novembre 2022. |
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