Scritto da Valentino Butti Lunedì 31 Agosto 2009 18:34 Letto : 2845 volte
Sovente i brani sono sorretti essenzialmente da riff di chitarra contrappuntati dal flauto come nel bel “opener” “Black commendha” che si segnala anche per un breve solo di batteria. Un bel riff contraddistingue anche “Catalyst” con la sezione ritmica in evidenza. Un po’ Deep Purple, un po’ Jethr Tull. “Elefantentreffen” (ma i titoli dove li prendono? ) ricorda un matrimonio consumato tra Led Zeppelin e Quella Vecchia Locanda con un finale in crescendo saturo di note. Gli manca solo la parola!! Anche “In a club” può essere ricondotto ad un generico approccio tulliano, ma abbiamo l’impressione (come in altri brani peraltro) che supportato da una voce il pezzo possa assumere una dimensione più consona e completa. A volte, inoltre, si percepisce quasi una certa “timidezza” nell’affrontare il brano, nel senso che le pur buone idee vengono abbozzate, ma non pienamente completate, lasciando un senso di sospensione al pezzo che avrebbe potuto svilupparsi altrimenti. Non parliamo ovviamente di aggiungere minuti perché fa “cool”, ma di osare un poco di più. Interessanti, e da impreziosire ulteriormente, alcuni momenti che paiono scaturire da jam session come “Rockwool” ed in generale apprezzabile la resa “live” delle varie tracce che promettono molto bene. Un lavoro tirando le somme, nel complesso discreto, che va affinato qua e là, ma buona base per un meritato (mi auguro prossimo) esordio ufficiale “sulla lunga distanza” 72/100
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Francesco Biagianti: Batteria Anno: 2009 |