Scritto da Corrado Nizza Martedì 21 Ottobre 2008 11:48 Letto : 2144 volte
A giocare a favore dei Blindead è semmai l'intensità riposta nella tracce più corte – tutte intorno ai sei minuti – e dinamiche come "Abyss" (con un lavoro sulle chitarre più agile della media ed a sorpresa, un inserto di vocals reminiscente addirittura di Eddie Vedder dei Pearl Jam), "Symmetry" (la più primitiva del lotto, praticamente una carica a testa a bassa) e l'agonizzante "A Nice Night for a Walk" che alterna muri di suono spessi e feroci a violentissimi spasmi. Tutti questi momenti di aggressione sonora vengono ornati dagli inserti elettronici del nuovo entrato Bartosz Hervy, che oltre a dare una certa spazialità a tutte le composizioni, aggiunge un (determinante) tocco psichedelico alla conclusiva "Phaze IV" (13 minuti), che setta il solito arsenale di esplosioni a contrappunto di un soundscape più desolato e riflessivo, pennellato da uno sfondo di droni e dal canto sussurrato di Nick Wolverine, per poi assalire l'ascoltatore con tre minuti di pura carneficina, che mette in mostra le credenziali sludge della band. Il finale è affidato a fruscii e vortici di elettronica dissonante, lasciata poi morire in fade-out. Ancora meglio forse fa "Phenomena" (11 minuti), la miglior prova melodrammatica del gruppo, capace di sfornare un assalto frastornante e martellante come pochi nell'intero disco, una progressione melodica degna di Panopticon, liriche paranoiche (“it seems there is no/escape from this”) e, soprattutto, un intermezzo carico di tensione con un riff ripetuto senza pausa, cui si ammassano per lo più particelle di elettronica. Band come questa possono essere prese al contempo come esempio della stagnazione del genere (la triade sopracitata non viene inserita in tal conteggio) quanto della sua pregevole qualità media. |
Nick Wolverine: Voce Anno: 2008 Sul web: |