Scritto da Corrado Nizza Martedì 13 Maggio 2008 16:34 Letto : 2780 volte
L'apertura è riservata a “Grey”, al suo synth cupo, ad un tappeto d'archi magniloquente e all'intervento sparso dello xilofono. Idee simili sono meglio disposte in “Tenne”, dove l'impasto di ripetizioni raggiunge la forma del soundscape, dove il languore delle orchestrazioni romantiche-pop ed i rumori di fondo sono tesi ad una ricerca di cromatismo più ricco, non solo semplice orpello. Gli stessi ingredienti tornano con “Swastika”, in cui in processo di addizione di patterns vorrebbe lasciarsi animare dall'uso del feedback prolungato e dai (sotterranei) ritmi concitati. “Phones” gioca di nuovo con idee simili, ma con una struttura più ampia e razionale, maggiori dinamiche tra pieni e (semi)vuoti, un finale guidato da una melodia fremente – almeno rispetto al resto. Arrivato alla traccia 5 uno potrebbe dire di aver ascoltato due brani completi ed i loro quaderni degli appunti, il prodotto finito e la demo. A questo punto a rimescolare la carta giunge però “Violet”, capace di sortire l'effetto di una tempesta a confronto delle sorelline che l'hanno preceduta, guidata com'è da una pulsazione nel vuoto a doppia velocità, assalita da distorsioni di beats ed elettronica, squarciata nel finale da un balenio – relativamente – lancinante. In soli 2:44 provoca l'effetto di un attacco da guerriglia “mordi-e-fuggi” quanto quello di uno un abbozzo con il freno a mano tirato che avrebbe meritato sorte migliore, sia in termini di spazio che di integrazione con il resto del disco, in fin dei conti indeciso tra freddezza ripetitiva (disumano), abbandoni orchestrali (umano) e terrorismo filo-cacofonico (mostro). |
27: Programming Anno: 2008 Sul web:
|