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Madaski
The Dub Sync

Dopo la freschissima uscita discografica The Dub Sync del trio Madaski – Baldini – Papa Nico, tre delle colonne portanti degli Africa Unite, Francesco Caudullo (Madaski, appunto), ci dedica un po’ del suo tempo per rispondere a qualche domanda su disco e progetti futuri.

Madaski: Sintetizzatore
Papa Nico: Percussioni
Paolo Baldini: Basso

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- Recensione di: The Dub Sync – 2012

- A&B -
Che il tour in Malesia sia stato fonte di ispirazione per questo album è ormai risaputo. Come vi ha aiutato nello specifico a creare le “ambientazioni” in cui si muovono le melodie e l’atmosfera di The Dub Sync? Il disco era già in cantiere, o almeno l’idea di una nuova uscita come Dub Sync o è tutto partito da lì?
- Madaski -
Siamo andati in Malesia per creare il disco, oltre che per suonare in quanto invitati. Ci piaceva l’idea di poter essere in un posto diverso dal solito per creare in un ambiente sociale molto differente dal nostro, dove tutto, potenzialmente potesse ispirarci. Non è stata certo una ricerca etnica ad ispirarci ma abbiamo colto l’occasione per stare insieme,non in studio ma per diversi giorni con l’obbiettivo di creare il più possibile senza fretta e con molta tranquillità.


- A&B -
Numerosi i feat presenti nell’album: affiancati a collaborazioni “di casa” (Bunna in primis, ma anche Raphael vanta esibizioni e partecipazioni con gli Africa), troviamo molti artisti emergenti, avete dato spazio ai nuovi nomi della scena dub e reggae, cosa sempre pregevole per una band che raccoglie seguito da trent’anni. Io personalmente sono stato colpito dalla voce di Bocaj. Qualche altro nome da tenere a mente?
- Madaski -
Sicuramente Jacob e L.O. dei Mellow Mood che sono attualmente una delle band più interessanti del panorama reggae italiano. The Dub Sync propone un sound molto diverso da AfricaUnite, l’attitudine è sicuramente più assimilabile all’elettronica che al reggae, i cantanti, emergenti o no, sono stati chiamati ad interpretare questo stile e, mi pare che tutti abbiano saputo dare una buona chiave di lettura ed interpretato le basi secondo il loro stile.


- A&B -
C’è un altro nome tra i collaboratori che emergente di certo non è. Fibra in PoT non tira certo fuori il meglio di sé, le liriche sono povere e, in generale, il pezzo è il meno riuscito dell’album (la base non convince, manca di denti). Un’opinione a riguardo?
- Madaski -
Certo, completamente opposta. La base è una delle più interessanti del lavoro in quanto estremamente minimale e poco di "genere", poco inquadrabile in una categoria stilistica, lo stile di Fibra è, come al solito, molto efficace, con un ritornello che ti si stampa in mente dopo tre secondi e non si toglie più...il testo in genere è molto interessante perché cela parecchi doppi sensi e rime lontane piuttosto complicate, ci ho messo parecchio per capirlo ed alcuni trucchi metrici non li ho ancora del tutto svelati. Il pezzo necessita di un ascolto molto attento.



- A&B -
La scelta di collaborare con Fabri Fibra è dettata da ragioni più commerciali o artistiche?
- Madaski -
Seguo il rap italiano e stimo molto Fibra, stima reciproca, presto o tardi avremmo dovuto incontrarci, così è stato e probabilmente sarà.Non esistono ragioni commerciali in un album come The Dub Sync, non mi interessa ragionare in quel modo,dopo trent’anni di attività dovrebbe essere piuttosto evidente...Faccio solo e sempre ciò che mi piace.

- A&B -
L’ultimo disco degi AU, Roozs, cercava di recuperare, come il titolo stesso dichiara, il vostro sound originario (il reggae roots), dopo un album come Controlli che invece strizzava l’occhio alla dub. Cosa ci aspetta alla prossima uscita? Avete già qualcosa in mente?
- Madaski -
Abbiamo iniziato a lavorare, troppo presto per dirlo, cercheremo di fare un buon disco con lo stile che ci contraddistingue, poi tanto live, come sempre.

- A&B -
Credete che il reggae abbia ancora qualcosa da dire, oggi, nel 2012? Non parlo di messaggio, ma di linguaggio. Potrebbe dirsi un genere poco attuale, ormai obsoleto. La vostra opinione a riguardo? La ricerca di nuove sonorità mutuate dall’elettronica ha qualcosa a che fare con questo?
- Madaski -
Il dub è in un periodo di grande espansione in moltissimi club europei ed italiani si moltiplicano le serate che propongono questo sound, gli AfricaUnite hanno sempre cercato di rinnovarsi e anche a livello di testi sono molto diversi dai gruppi reggae "tradizionali". Non sono un grande estimatore del reggae giamaicano e quello che abbiamo prodotto è sempre andato in una direzione diversa,concordo con la tua opinione sul fatto che sia un genere con evidenti limiti stilistici e di linguaggio. L’elettronica è sempre stata la mia passione, ho spostato l’attenzione sulle sonorità più fluide del dub, rispetto al mio stile "solista", decisamente più industrial, perché il dub di fatto è una tecnica strumentale dove il mixer diventa un vero e proprio strumento, e a me piace molto suonarlo. Il live è sempre parte fondamentale della mia attività musicale. The Dub Sync non segue il filone della dubstep, anche se in certi casi ne fa uso, ma propone una sua interpretazione di elementi che si ritrovano in diversi generi musicali cercando di unirli proprio attraverso quella tecnica (il dub) che da sempre ci appassiona.

- A&B -
Grazie mille per l’occasione e la disponibilità, è stato un piacere.
- Madaski -
Grazie a te.
Mada

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