Massimo Usai: Voce, chitarra, signals
Sara Melis: Tastiere, strings
Justin Wood: Basso, buzz, pedals
Xavier Dilme: Batteria, sticks, cymbs
Altri articoli su A&B:
Recensione di Illusory Fields of Unconsciusness
- A&B -
Massimo, mi sembra scontato affermare che sei in compagnia di ottimi musicisti, ma è altrettanto evidente che tu rappresenti il "cuore" di questa formazione. Hai creduto molto in essa ?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Si, senza ombra di dubbio. Sin dagli stranianti inizi di questo progetto ho trovato una dimensione personale con cui potermi esprimere completamente, e il lavoro svolto sinora è ciò che mi rappresenta al meglio.
- A&B -
Quanto ti è "costato" portarla avanti ?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Parecchio, sia in termini professionali che interpersonali. Le scelte da fare per mantenere in vita un progetto simile costringono a sacrifici costanti e la determinazione necessaria per far funzionare le cose con serietà spesso non è stata gradita a chi mi ha affiancato nel tempo.
- A&B -
Anche se conosco già la risposta, ti chiedo: lo rifaresti ?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Assolutamente si. Dopo tante delusioni, dopo tanti ripensamenti, dopo tante domande senza risposta sono giunto alla conclusione che non ci sarebbe stata alcuna alternativa per questo gruppo se non quella di arrivare alla formazione attuale. Avrei senz'altro preferito evitare di alienarmi certe amicizie che ritenevo profonde, ma non posso ritenermi responsabile per come quelle persone hanno preferito trattarmi. Il tempo aiuta a dimenticare, starò a vedere.
- A&B -
Come sei venuto in contatto con gli altri membri della band ? Mi racconti qualche aneddoto ?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Io e Sara stiamo insieme dal 2006, ci siamo conosciuti in una maniera piuttosto assurda. Lavoravo come tecnico del suono per un locale in cui si esibivano drag queens. È una storia lunga e divertente, e sono molto grato alle persone che ci hanno dato l'opportunità di conoscerci. Siamo legati da un rapporto di totale sintonia, ed insieme abbiamo raggiunto traguardi inaspettati per entrambi. Senza il suo aiuto ILLUSORY FIELDS OF UNCONSCIOUSNESS non sarebbe mai arrivato a destinazione.
Conosco Justin dal 2004, quando ci siamo incrociati sul forum ufficiale dei SONIC YOUTH. Con l'esplosione di Myspace nel 2005 abbiamo cominciato a lavorare insieme scambiandoci idee di vario genere. Ho lavorato al mixing e al mastering di alcune uscite del suo gruppo, gli SMALL WHITE, ed ho avuto modo di apprezzare il suo incredibile talento. È un musicista veramente completo. Quando ai primi del 2008 ho avuto bisogno di una mano, lui è stato lì per offrirmela. Ho avuto l'opportunità di conoscerlo personalmente solo questo Agosto, quando insieme a Sara lo abbiamo raggiunto nel Minnesota per suonare un live improvvisato armati di drum machine, tastiere senza tasti e improbabili distorsori al germanio… è stata un'esperienza fantastica.
L'incontro più fortuito è avvenuto con Xavier: durante il periodo di preproduzione dell'album io e Sara eravamo ancora incerti circa le parti di batteria: per breve tempo abbiamo pensato di affidarci al programming, successivamente mi sono baloccato con l'idea di suonare personalmente il vecchio drumkit che ho in studio. Ho vagato su Youtube alla ricerca di clip "didattici" e son finito su una cover di SONG FOR THE DEAD dei QOTSA… suonata dal nostro Catalano preferito. Sono rimasto senza parole (d'altronde il suo canale è stato il quarto più visitato in Spagna lo scorso anno), e ho subito pensato: cosa succederebbe se fosse proprio Xavi a suonare nel disco? Gli ho spedito una mail e la risposta è arrivata nel giro di qualche giorno. E' venuto in Sardegna per una decina di giorni, abbiamo registrato il disco e ci siamo goduti qualche giorno di relax in spiaggia. Feeling reciproco sin dal primo istante…
- A&B -
Quale è il gruppo che vi ha spinto, in un certo senso, a fare musica? A patto logicamente che ce ne sia stato uno.
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Non solo uno. Gli artisti influenti nella nostra formazione sono parecchi, anche se ce ne sono alcuni che definirei fondamentali: SONIC YOUTH, soprattutto per me e Justin, che è un vero collezionista della band e li ha visti dal vivo oltre una ventina di volte… Xavi è un grande fan di Dave Grohl, una passione che l'accomuna a Sara: NIRVANA e FOO FIGHTERS sono tra i loro ascolti preferiti. Poi ci sono i KILLING JOKE, i già citati QUEENS OF THE STONE AGE, THE SISTERS OF MERCY, KING CRIMSON… e cose magari meno scontate come PRONG, MINISTRY e SADUS.
- A&B -
Una domanda rivolta ad entrambi: che cosa significa la musica per voi? E cosa rappresentano, nello specifico, i Recs Of The Flesh?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Per me musica è sinonimo di vita, una passione irrinunciabile che mi ha saputo regalare emozioni inaspettate. Ho conosciuto persone che non avrei mai incrociato se non avessi cominciato a suonare, e non riesco a concepire nulla di più stimolante del processo creativo che mi ha portato a scrivere per il gruppo. I RECS OF THE FLESH per me rappresentano una destabilizzante terapia psicologica: il suono di pensieri agitati, che cerco di far trapelare in quello che compongo.
- Sara Melis [Recs of the Flesh] -
La musica è un mezzo di comunicazione molto efficace che circonda le nostre vite ogni giorno. È una forma di espressione con cui liberare i propri stati d'animo. I RECS OF THE FLESH rappresentano la mia prima esperienza nel campo, e sono entusiasta di farne parte.
- A&B -
Questa è una domanda che faccio di sovente, poiché mi sembra importante porla oggi nel pieno dell'era del villaggio globale: quanto vi hanno aiutato i moderni mezzi di comunicazione di massa nel diffondere la vostra musica?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Posso solo risponderti che senza videochiamate, forum e social network assortiti, Justin e Xavier per noi sarebbero rimasti degli sconosciuti. Le nuove tecnologie esistono per un motivo preciso, mettere le persone in contatto attraverso il pianeta… ovviamente vanno sapute sfruttare al meglio, ma dal mio punto di vista rappresentano un'opportunità splendida di interazione "consapevole". Non potrei pensarla diversamente visti i risultati cui siamo arrivati tramite la rete.
- A&B -
Avete un buon rapporto con i vostri fans? Cosa vi dicono (o vi chiedono) alla fine dei vostri concerti dal vivo?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Non ci sono fans, non nella mia concezione delle cose. Credo si tratti più che altro di ascoltatori attenti e interessati. I commenti che abbiamo ricevuto sono sempre stati tutti molto positivi. Negli States il risultato del live a St. Paul è stato incredibilmente incoraggiante e particolarmente inaspettato.
- Sara Melis [Recs of the Flesh] -
C'è stato molto entusiasmo da parte degli ascoltatori nel concerto in Minnesota (tra l'altro il mio primo concerto in assoluto), è stata una bellissima esperienza. Non vediamo l'ora di tornare a esibirci dal vivo.
- A&B -
Non è da tutti realizzare un album come Illusory Fields Of Unconsciousness, ma guardandovi alle spalle, siete contenti dei risultati ottenuti? C'è qualcosa che vorreste cambiare nel suono o nella struttura delle canzoni?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Siamo pienamente soddisfatti del traguardo raggiunto, ma soprattutto della coerenza con cui è trattato il messaggio insito nei brani. C'è un filo conduttore ben preciso che si articola attraverso la tracklist, i samples e l'artwork del cd, insieme ad una serie di indizi sparsi sul nostro sito internet. Sono sicuro che gli ascoltatori meglio attrezzati riusciranno a decifrare con successo le diverse sfumature interpretative che abbiamo inteso trasmettere con l'album. Per quel che riguarda suono e struttura delle canzoni, devo ammettere che non cambierei proprio nulla. E tu Ivan, cambieresti qualcosa? Sono davvero curioso di sapere qual è stato il tuo primo pensiero all'ascolto del CD…
- Ivan "Martin" Guidone [A&B] -
Credo che "Illusory Fields Of Unconsciousness" sia un album ben equilibrato, dove sono ben dosati tutti quegli ingredienti "magici" necessari per la realizzazione di un disco vincente. E' chiaro che è una vostra "ricetta" segreta, un'alchimia del suono che solo voi conoscete e che è difficile ora (per ovvie ragioni di tempo e spazio) da spiegare a parole. Ma come avete già potuto leggere dalla mia recensione, l'ho trovato perfetto, quindi ogni altra parola sull'argomento risulterebbe superflua. Solo un consiglio: insistete il più possibile con "Illusory Fields Of Unconsciousness", perché è un piccolo capolavoro ... e si sa che spesso i capolavori sono difficili da ripetere.
- A&B -
Credete molto nell'autoproduzione? Cosa rappresenta per voi? E' una scelta di vita o solo un mezzo per poi arrivare a qualcosa di altro (come ad esempio una major)?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Al momento siamo consapevoli del fatto che per noi non esistono alternative. Facciamo musica per comunicare qualcosa e l'intento è ovviamente raggiungere il maggior numero di orecchie possibile, per cui non ci precluderemo mai alcuna opzione. Ma è indubbio che l'autoproduzione ci abbia garantito totale libertà, la qual cosa ci gratifica parecchio. Il disco è la prima release ufficiale del collettivo di artisti indipendenti denominato RAISING REAL RECORDS, la cui idea di fondo è quella di creare il presupposto per soddisfare gli ascoltatori che in un disco ricercano la qualità senza compromessi. Speriamo di potere andare incontro a queste esigenze.
- A&B -
Ho notato che Massimo si occupa anche della realizzazione dei vostri videoclip. Qualche commento su queste doti di regista?
- Sara Melis [Recs of the Flesh] -
Massimo riesce a focalizzare bene l'obiettivo da raggiungere, schematizza con efficacia quel che trapela dalla telecamera ed ha una tecnica di montaggio molto diretta. È uno stile che mi piace parecchio, lontano dalle novità "effettistiche" che ultimamente avanzano nel campo.
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Quando avevo 14 anni, da grande volevo fare George A. Romero. È tutto quello che mi sento in grado di rispondere. Vorrei però aggiungere al tuo commento che l'apporto di Sara è sempre fondamentale, a livello di riprese quanto a livello di idee, consigli e suggestioni.
- A&B -
Questi videoclip sono destinati solo alla rete o sono anche trasmessi da qualche emittente televisiva?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
SOCIAL FAILURE andrà in onda la settimana prossima su una emittente digitale, VIVA L'ITALIA channel, nel merito del programma BIBLOS, la trasmissione di una casa editrice sarda, LA RIFLESSIONE. Dateci uno sguardo, è in programma anche un'intervista.
- A&B -
Che cosa bolle in pentola per il nuovo anno? State lavorando a qualcosa di nuovo? Parlatecene.
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Per ora vorremmo soprattutto promuovere ILLUSORY FIELDS OF UNCONSCIOUSNESS, ed in questo senso abbiamo già programmato delle date dal vivo (dato uno sguardo al nostro Myspace per un calendario dettagliato). Poi abbiamo iniziato a mettere da parte materiale per il nuovo disco già dai tempi della visita di Xavier questa estate. Proprio in questi giorni stiamo ultimando le demo dei brani che comporranno la tracklist del prossimo full length. Siamo molto, molto soddisfatti del suono dei nuovi pezzi, e sono sicuro che chi ci ha apprezzato con il nostro album di debutto non potrà fare a meno di notare l'evidente maturazione stilistica, ed il senso di coerenza e continuità con quanto sinora prodotto.
- A&B -
Massimo, che ne pensi della scena italiana in generale (undergound e ufficiale)? Hai qualche aneddoto da raccontarci che ti ha coinvolto in prima persona e che riguarda questa scena? Esponici il tuo punto di vista.
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Scena italiana… che dire? Conosco alcune realtà musicali interessanti: STOOP, OLD SPARKY, THE MELLON BANK, CHEMICAL MARRIAGE… è pieno di proposte che meritano attenzione. C'è un problema di fondo però, che poi è quello che affligge la nazione intera in tante altre questioni: per andare avanti devi avere le conoscenze giuste. Solo così potrai acquistarti il consenso del pubblico su larga scala. Molti operatori del settore, nati in contesti apprezzabilissimi, hanno col tempo scelto di trincerarsi dietro ideali di "indipendenza" magari validi ai loro esordi, ma che attualmente risultano falsi come banconote da tre euro. Tre euro: giusto la somma che pagherei per non leggere più la parola "indie" su riviste, webzine e blog di grido, che si aggrappano al termine come tanti parassiti sanguinari, senza fondamentalmente aver capito di che cazzo si stia discorrendo. All'estero la meritocrazia non sarà l'unico criterio di discriminazione, ma ti assicuro che funziona molto più spesso di quanto sarebbe lecito aspettarsi, soprattutto se paragonata ai nostri standard da repubblica delle banane.
- A&B -
Amate i CD (che ormai sono quasi over)? Oppure siete nostalgici e tornereste volentieri ai vecchi dischi in vinile?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Sono un vero e proprio feticista del CD. Non ho mai conosciuto il vinile in senso stretto – non ne ho mai acquistato uno in negozio. Ho due o tre vinili dei SADUS, acquistati in un periodo in cui le loro ristampe su cd erano un miraggio ben lontano, e avendo conosciuto la musica sul disco digitale ne sono veramente innamorato. Le dimensioni, la copertina, il booklet, il jewel box: cose insostituibili dal mio punto di vista. Non so quanto tu possa aver ragione sul fatto che l'era del CD stia per finire… certo vendere musica oggi non è facile, ma è il mercato intero a ristagnare. Secondo alcuni è solo una fase. Personalmente voglio crederci. Ogni visita negli USA per me rappresenta una vera razzia negli scaffali dell'usato. Cose impossibili a prezzi ridicoli. Dobbiamo comprare valigie più grandi.
- A&B -
Che ne pensate del fenomeno file-sharing?
- Massimo Usai [Recs of the Flesh] -
Tutto il bene possibile. È uno dei tanti mezzi a disposizione di chi naviga per venire a contatto con cose nuove, cose che magari in altro modo non si avrebbe mai l'occasione di conoscere.
- Sara Melis [Recs of the Flesh] -
Chi è che non ne fa uso oggigiorno? Penso che però i file condivisi non potranno mai sostituire il supporto fisico, qualsiasi esso sia – si parli di musica, film, letteratura e quant'altro. Mi piace avere la possibilità di vedere in anteprima il prodotto, ma se lo apprezzo davvero vado a comprarlo appena ne ho la possibilità.
- A&B -
Ultima domanda: c'è qualcosa che vorreste dire ai lettori di A&B (ArtistsAndBands.org)?
- Massimo Usai e Sara Melis [Recs of the Flesh] -
Certo: non sono molte le webzines che si occupano di musica nella maniera affrontata su questo sito, per cui voi che leggete queste righe avete il dovere morale di supportare l'onestà intellettuale della redazione di A&B. Inoltre sappiate che se siete arrivati alla fine di questa intervista vi meritate un abbraccio spirituale proveniente dritto dritto dai campi illusori dell'incoscienza.