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Pankow

Dopo una ventennale carriera di tutto rispetto, i Pankow possono essere considerati una vera e propria leggenda nella scena elettronica/industriale italiana ed europea. Fama confermata nuovamente dalla loro ultima fatica discografica “Great Minds Against Themselves Conspire” uscita quest’anno. È per tale ragione che sono orgoglioso di aver condotto questa intervista con i due membri chiave di questa prestigiosa formazione fiorentina-australiana: Alex Spalck e Maurizio Fasolo alias FM, rispettivamente voce/testi e “macchine” dei Pankow.

Maurizio "FM" Fasolo
Enzo Regi
Alex Spalck

-- A&B -
Mi interessa sapere quale filo vi legava al punk negli anni Ottanta. Era un fattore esclusivamente cronologico? Oppure c’era qualcosa in più?
- Alex Spalck -
Personalmente è una questione di spirito, la voglia di distruggere lo status quo, di “ammazzare il padre”, di rinnegare il passato, distruggere tutto e ricostruire il presente a mia immagine e somiglianza... Vivo ancora secondo queste regole...
- FM -
Il punk... no! Nel 1973 avevo già divorato “No Pussyfooting” e “Faust” me li portavo sempre dietro... io appartengo a quella realtà, quando è uscito “Never Mind the Bollocks”, che tra l’altro non ho mai sentito, avevo già comprato il mio primo sintetizzatore la mia battaglia era già in atto da tempo.

- A&B -
Quale era il vostro punto di riferimento musicale quando iniziaste a fare musica?
- Alex Spalck -
I riferimenti erano molteplici e confusi, mi interessavano idee trasgressive e originali, dai D.A.F. ai Neubauten, ai Birthday Party a Tom Waits...
- FM -
Ho cominciato nel ’77 e i Pankow hanno fatto il loro primo concerto nel 1980, in quel periodo ascoltavo i primi Kraftwerk, Cluster, Fripp&Eno, i Throbbing Gristle al loro inizio e poi Dome e un altro progetto per me fondamentale e cioè Duet Emmo con Daniel Miller, Gilbert&Lewis.

- A&B -
Da ragazzo mi colpivano canzoni come “Let Me Be Stalin”, per il suono e per l’ironia del testo (che erano un vero cazzotto nello stomaco per l’epoca) e “Deutsches Bier”, che mi coinvolgeva più per l’intensità del cantato che per il testo che non capivo affatto. Oggi canzoni come “Extreme” e “Deny Everything” hanno la stessa carica di un tempo, ma con una consapevolezza maggiore (da quello che si evince dai titoli/slogan). Parlatemi del vostro ultimo lavoro discografico e della vostra maturazione artistica, se per voi ce ne è stata una.
- Alex Spalck -
La maturazione, se c’è stata è dovuta all’età... Quando scrivo i testi non ho più l’incoscienza di un tempo, ho perso qualsiasi speranza, non riesco più a provocare, scrivo solo testimonianze di disperazione.
- FM -
E’ la natura umana, invecchi e solitamente non hai più tanto di interessante da esprimere, ma per noi è diverso, ci siamo separati tanto tempo fa, 10 anni senza avere contatti e progetti musicali particolari, in quel periodo non abbiamo combinato niente di avvincente musicalmente, io ho insistito facendo uscire un disco senza Alex e da lì ho capito che era tutto inutile senza di lui. Non abbiamo avuto e non abbiamo vite facili e spensierate, siamo di natura inquieti, abbiamo avuto tutto il tempo per maturare tante cose che abbiamo cominciato a tirare fuori con “Life Is Offensive And Refuses To Apologise” per poi far esplodere in “Great Minds Against Themselves Conspire”. Non sono d’accordo in quello che dice Alex, quello che scrive adesso, quello che scriveva nel nostro primo periodo, è sempre lui, ha solo cambiato argomenti. La vita è sofferenza, qualcuno lo ha detto molto prima di me, Alex descrive la vita a colpi netti, non ci sono storie, non esiste il tempo ma soltanto il momento presente, descrizioni di sensazioni da provare ogni volta che lo si ascolta.



Pankow in Melbourne, foto di Debra Parkinson

- A&B -
Cosa ne pensate dell’autoproduzione e della filosofia della D.I.Y. (do it yourself) in musica?
- Alex Spalck -
Tutto il bene possibile... Odio managers, impresari, produttori, e parassiti vari....
- FM -
E’ una bella cosa che esiste e non esiste, nel nostro caso ad esempio... possiamo ottenere ottimi risultati tecnicamente standocene a casa o andando a registrare in Australia con due PowerBook ma dopo comincia la parte difficile, cioè, ottenere ottimi risultati globalmente parlando! Di solito chi compone e fa musica non è in grado di commercializzare, promuovere e vendere il suo prodotto e alla fine, noi, piccoli indipendenti, abbiamo bisogno di altre persone per divulgare le nostre “opere”, persone specializzate che lavorano sodo, persone che mantengono vivo il mercato dove noi operiamo, ed ecco che il D.I.Y. cambia fisionomia, alla fine affoghi in un meccanismo che fai fatica a tenere sotto controllo...

- A&B -
E cosa ne pensate del mainstream? (potete parlare di MTV, delle majors discografiche e di quello che volete)
- Alex Spalck -
Non so, non lo seguo.
- FM -
Esiste mainstream perché esiste l’uomo comune, è una manovra al 100% senza contenuti onesti, tutto costruito e cucito intorno all’uomo comune al quale viene appioppata merda sotto forme diverse, ma sempre merda. Sarà così finché esisterà il sistema, cambieranno i modi di divulgazione, spariranno i dischi e ci infileranno marchingegni microscopici sotto il culo e il cervello ci farà sentire e vedere l’ultimo disco di Lourdes Ciccone, ovviamente solo dopo avere effettuato il bonifico via Internet sul conto della MTV o della Universal... la faccenda della piaga del download illegale è tutta una presa in giro, sono le majors che vogliono questo, ci stanno usando come cavie per preparare dei meccanismi (vedi Napster e in seguito iTunes) per controllare tutto meglio e guadagnare ancora di più.

- A&B -
Come era il vostro rapporto con la tecnologia e come lo è adesso?
- Alex Spalck -
La uso, non ci rifletto sopra...
- FM -
Dipendiamo dalla tecnologia, facciamo musica con strumenti che per funzionare hanno bisogno di energia elettrica e questo fin dall’inizio, il rapporto è sempre buono perché le cose sono sempre più facili da usare e i prezzi scendono...

- A&B -
Considerate Internet come un mezzo alternativo per diffondere musica in maniera slegata dalle consuete logiche di mercato? Oppure solo qualcosa che se male utilizzata può anche danneggiare un musicista (vedi fenomeno del peer-to-peer)?
- Alex Spalck -
La musica dovrebbe essere gratis (parere personale), non ci dovrebbe essere mercato, dovrebbe esserci un libero scambio di idee e suoni senza commercializzazione alcuna.
- FM -
Sì, ho gia risposto un po’ alla domanda più su... Internet sarà una gigantesca vetrina con un piccolo spazio quasi invisibile dove si potranno inserire i dati della carta di credito... per quanto riguarda il p2p, e tutto in mano alle major, sanno loro cosa fare al momento giusto.

- A&B -
Ricordo che quando vi ascoltai per la prima volta pensai che eravate tedeschi, ed effettivamente non siete mai stati un gruppo italiano nel senso stretto della parola. In quest’ottica mi interesserebbe conoscere il vostro punto di vista sulla scena italica da quando cominciaste voi fino ad oggi.
- Alex Spalck -
Mi faceva schifo negli anni ’80 e non so niente di quella attuale. La mia musica italiana è De André... Paolo Conte... Tenco...
- FM -
Il nostro non è mai stato un paese estremamente interessante per quanto riguarda la ricerca sonora, non ho sentimenti di ammirazione verso musicisti italiani del mio tempo, ne ho tantissima per musicisti italiani del passato... remoto. E’ un dato di fatto che fuori dall’Italia... in Germania, Francia, Inghilterra ecc ecc, la vita è più stimolante per un musicista che ha delle idee sane su quest’arte, puoi tirare fuori il meglio vivendo in un ambiente che ti è d’aiuto e non ti è ostile. L’Italia è il contrario di tutto ciò.

- A&B -
Alex, ho notato che ti occupi della gestione del vostro profilo MySpace. Ti senti anche un po’ “webmaster” della tua band? Ti affascina poter comunicare in diretta con i fans? O era qualcosa che già facevi in precedenza, ma con mezzi diversi?
- Alex Spalck -
Errore. Il sito è stato creato e viene gestito da Maurizio (FM). Io rispondo a qualche messaggio se mi va e rompo i coglioni ogni tanto con i miei pensieri bislacchi, ma personalmente ho dei problemi nell’usare MySpace perché odio Murdoch e quello che rappresenta. Non ho mai comunicato con i fans in passato, non ho mai capito le loro motivazioni.
- FM -
MySpace è una buona cosa, noi non abbiamo mai avuto un fan club per mantenere dei contatti, adesso con MySpace lo puoi fare da te, e poi è gratis (per ora...) ci sono dei limiti grafici ma ho visto che pian piano migliora sempre di più.

- A&B -
Ultima domanda! Qual è il vostro rapporto con le arti visive moderne (Pittura, Cinema, Fumetti)? Influenzano in qualche modo le vostre composizioni musicali?
- Alex Spalck -
Domanda per Maurizio...
- FM -
Non è vero che questa è una domanda solo per me! Siamo sempre in due anche in queste cose! Alex mi ha fatto conoscere Helnwein ed è nata la copertina di “Gisela”, un’altra volta mi ha portato un libro di Leunig ed è nata la copertina e il titolo di “Life Is Offensive and Refuses to Apologise”. Il rapporto con le arti visive è importantissimo, in ogni nostro disco (a parte “Treue Hunde”) esiste un legame profondo tra la musica, il testo e il lavoro artistico figurativo della copertina.

 

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