Leggere, diceva qualcuno, è immergersi nella vita degli altri, capirne il contesto, la storia, le tradizioni, la forma mentis. E infatti “Un principe curdo”, il secondo romanzo della trilogia “Scènes de le vie turque” di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, ci riporta indietro nel tempo, in un’altra terra.

Una terra assai distante dalla nostra, fisicamente e culturalmente, ma altrettanto affascinante, che riporta all’attenzione dell’Occidente un problema annoso come quello del popolo curdo, anche allora vittima di discriminazione e persecuzioni.
L’autrice, che anche in questo specimen della trilogia, indossa la duplice veste di narratrice e personaggio, inquadra la situazione nella giusta luce, ammonendo i lettori di “valutare sempre le persone in base ai propri gesti e non in base ai proclami”.
Senza inutili dispendi retorici né speculativi, “Un principe curdo” dà direttamente voce alle cose, mettendo in campo un amore impossibile che da solo basta a plasmare una trama densa di colpi di scena, intrighi e tradimenti, coraggio e determinazione, risentimenti e regolamenti di conti.