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Emina
Cristina Trivulzio Di Belgiojoso

Emina” è il primo romanzo della “Scènes de la vie Turque” , la trilogia con cui Cristina Trivulzio di Belgioioso, donna intelligente ed emancipata, ci presenta parte del suo singolare reportage sull’Oriente, a metà tra favola e denuncia sociale.

Il romanzo, narrato in prima persona in una prosa asciutta ed efficace che arriva subito dritta al punto, senza troppi preamboli né giri di parole, vede protagonista Emina, una bambina povera che ben presto si trova a dover pagare a vita i debiti contratti dal padre. Nonostante la tenera età, i suoi sogni vengono infranti da una situazione crudele quanto immodificabile: dal momento che la prima moglie non riesce a dargli altri figli, il bey del villaggio ha pensato bene di presentare il conto al suo debitore e chiedere come (parziale) risarcimento del debito la mano della giovanissima figlia. Così,  di lì a tre mesi, Emina sarà costretta a prendere marito, anzi, padrone. Poco importano i suoi sogni di bambina appassionata di stelle ed erbe medicinali, che ha fatto delle montagne il suo regno incontrastato e delle sue capre la sua ragione di vita. E poco importano i sentimenti di Saed, l’amico con cui condivide il suo ruolo di guardiana, che da tempo ha iniziato a vederla con altri occhi.
Presto Emina sarà la seconda moglie del bey e , altrettanto presto, diventerà vittima delle trame di una donna ragno per niente disposta a farsi mettere da parte né dal marito, né da questa nuova, sgradita presenza femminile più giovane e più avvenente. Ansha, la prima moglie, inizia a “giocare con Emina come il gatto gioca con l’uccello prigioniero e, trovato il momento favorevole, l’avrebbe finita con un morso”.
Né l’acume e l’intelligenza maturate sulle montagne a diretto contatto con la voce della Natura e di Dio sembrano di aiuto alla ragazzina Anzi, o la rendono oggetto di ulteriore disprezzo da parte della rivale, convinta del fatto che “Emina capiva più di quanto fosse auspicabile nella sua condizione”, o di derisione da parte del marito, che la considera come un “grazioso giocattolo” un po’ stravagante, senza rendersi minimamente conto di quanto queste parole potessero ferire una giovane moglie la cui devozione obbligata aveva finito con il tempo per trasformarsi in sincero amore.
Solo verso la fine del romanzo, quando Emina incontra Cristina, che da narratrice indossa le vesti di personaggio per incontrare più da vicino lo sguardo della ragazza -ferita a morte ma non piegata dall’ostilità dell’harem e dall’indifferenza del marito, che fino a poco tempo prima l’aveva calcolata come una buona a nulla, salvo poi doversi ricredere - il dialogo tra le due donne squarcia il velo di incomprensioni e rompe la tela di inganni tessuta da Ansha, che alla fine si rivela in tutta la sua pochezza.
Se dovessimo costringere questa narrazione in un genere specifico, forse sarebbe corretto parlare di un’opera spirituale e introspettiva, una sorta di romanzo di formazione al femminile in cui si racconta il travagliato percorso esistenziale della protagonista, da pastorella a donna che reclama il suo ruolo. Se però volessimo uscire dagli schemi, non ci sarà difficile vedere una storia fin troppo comune  di una donna che deve lottare il doppio per farsi strada e ottenere credibilità in un contesto sociale maschilista che ci ricorda, in tutta la sua attualità, la disparità di genere di cui le donne, soprattutto in alcune parti del mondo, sono da sempre vittime e dove il diritto diventa una gentile concessione. Una concessione in questo caso ottenuta a caro prezzo.

 

 

 

 

 

 






Emina
Cristina Trivulzio Di Belgiojoso
Luciana Tufani Editrice
Traduttore: F. Milanese
Editore: Luciana Tufani
Collana: Le classiche
Anno edizione: 1997
Pagine: 162 ISBN - EAN: 9788886780087




Formato: 15 x 21
Pagine: 240 c.a.
Uscita: Aprile 1997
ISBN: 9788886780087
Prezzo: 13,00 €






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