Questo testo appassiona fin dalle prime pagine, ove viene riportata la militanza nel primo gruppo, anzi, un embrione dello stesso: ed è incredibile apprendere aneddoti piuttosto sconosciuti. Ad esempio, nel capitolo dal titolo emblematico "Area, la vera storia. 1970-1973", si viene a conoscenza di episodi del tutto inediti, riguardanti quanto occorso prima dell'ingresso di Patrizio Fariselli e Paolo Tofani, con una primissima formazione, troppo spesso liquidata frettolosamente nelle estemporanee biografie di settore: in sintesi, la formazione composta da Demetrio Stratos, Giulio Capiozzo, Patrick Djivas, Victor Edouard Busnello e i pressocchè sconosciuti Johnny Lambizzi (chitarra) e Gaetano Leandro (tastiera, pianoforte) fu la sola ad aver effettivamente composto "Arbeit Macht Frei", pur non registrandola: "Il gruppo che entra nello studio Ricordi", riferisce l'autore, "per registrare su sedici tracce questo primo album preparato e provato da così tanto tempo, (.) non è assolutamente quello degli inizi. Giulio Capiozzo ha fatto altre scelte: Leandro Gaetano non c'è più, sostituito da Patrizio Fariselli che è amico dello stesso Capiozzo, con cui suona jazz in un altro gruppo a Milano. Patrick prende male questo primo tradimento. Tutta la storia degli Area è iniziata con Leandro e Leandro non c'è più quando si tratta di raccogliere i frutti di tutti quegli sforzi. Anche Johnny Lambizzi ha appena lasciato il gruppo, dieci giorni prima della registrazione, a causa di un violento litigio con Giulio che è finito in rissa". Poi, ovviamente, sono riportati retroscena gustosissimi riguardanti le collaborazioni con il cantante americano Rocky Roberts, poi naturalizzato italiano; con Rosalino Cellamare, meglio noto come Ron (è di Djivas il basso nel noto pezzo "Il gigante e la bambina"); con il Lucio Dalla degli inizi, quello a vocazione jazz. Infine, e non poteva essere altrimenti, un numero elevatissimo di pagine è dedicato alla PFM e a tutte le esperienze nazionali ed internazionali effettuate con questa band, che per anni (quantomeno fino al ciclone Måneskin), è stata la più nota all'estero. Pur privo di un indice (unico neo), quest'opera editoriale è corredata di una intervista concessa dallo stesso musicista, quattro appendici dedicate rispettivamente alla musica dell'artista, ai suoi bassi, al testo e alla musica di "Maestro della voce", alla sua discografia completa (incluse tutte le collaborazioni/partecipazioni). Questo scritto - che per certi versi è superiore a "Due volte nella vita", la biografia della band firmata da Franz DI Cioccio") - è consigliato non soltanto ai fans di due delle più grandi band di sempre, inclusi gli oltranzisti, ma anche a chiunque si professi appassionato di rock progressivo. ![]() |
Autore: Louis de Ny |