Grande affluenza di pubblico per lo spettacolo Terapia di gruppo di Chiara Becchimanzi
al Teatro de' Servi di Roma. Classico clichè della stand up comedy: l'artista in piedi da sola sul palco e un pubblico molto coinvolto a cui si è rivolta direttamente (le luci in sala sono rimaste accese) infrangendo la quarta parete. Uno spettacolo molto "improvvisato" nel quale gli spettatori, parte attiva della piéce, danno l'orientamento, ne scandiscono i tempi, scelgono gli argomenti. Nella rappresentazione, diversa ogni sera, la protagonista affronta temi classici e stereotipi immortali, in un flusso continuo di parole e di racconti. L'argomento sesso, con tutte le sue sfaccettature, la fa da padrone, non soltanto quello praticato, oggetto di un approfondito interrogatorio al pubblico in sala, ma anche quello rappresentato nella pubblicità, con un excursus negli anni idoneo a far emergere quanto l'approccio a tale argomento si sia trasformato nel tempo. E poi temi caldi come la politica (con affondi che non risparmiano alcuno), la scuola e argomenti di attualità: il covid, la guerra, l'incertezza del futuro. Due ore ininterrotte di riflessioni a volte esilaranti altre, forse, un po' troppo "estreme", al punto da provocare il dissenso di qualche spettatore: un'eventualità da considerare quando il rapporto con il pubblico è tanto diretto e quando i temi affrontati toccano livelli molto personali. Chiara Becchimanzi autrice, attrice, regista e stand up comèdienne ha una grandissima capacità di improvvisazione, riuscendo ad intessere interi monologhi da una parola o uno spunto fornito dagli spettatori. Grande dote comunicativa e "presenza" sul palco, peraltro privo di qualsiasi scenografia. Sicuramente apprezzabile il suo "cavallo di battaglia": l'interpretazione, tutta personale, di un brano tratto dal libro "50 sfumature di grigio". Spettacolo gradevole, forse condito da un uso troppo generoso di parolacce (seppure usate come "rafforzativo" di commenti o espressioni, a volte rendono l'esposizione troppo volgare). Da evitare, invece, sarebbero i duetti con singoli spettatori che interrompono lo scorrere dello spettacolo e disturbano la rappresentazione. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 12 marzo 2022. |
Terapia di gruppo
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