Già il titolo Elettrosciocche riporta all'umorismo come antidoto non farmacologico alla depressione. In effetti lo spettacolo, che nasce dalla sinergia umoristica ed artistica delle due interpreti (Patrizia Bollini e Mara Di Maio), porta in scena le vicende di una psicoterapeuta e la sua paziente e mette a nudo, durante le loro sedute, ma anche rappresentando il loro quotidiano, patologie e debolezze, facendo affiorare man mano, con ironia e paradossi, le caratteristiche di ognuna, le loro paure e incomprensioni in un crescendo che condurrà ad un rapporto esplosivo. In scena un lettino, una sedia, una lampada che scandisce l'orario delle sedute e due postazioni in proscenio a rappresentare le relative case private delle protagoniste. Le due attrici riescono, con una caratterizzazione solo in apparenza portata all'eccesso, a rappresentare perfettamente lo stereotipo della psicologa e della nevrotica. Più che una rappresentazione, infatti, possiamo parlare di una caricatura dei due personaggi, ma il risultato è assolutamente divertente. Due protagoniste, dove ognuna recita il suo ruolo senza oscurare quello dell'altra in una raffinata simbiosi scenica. Uno spettacolo che permette di ridere delle nostre manie e paranoie, evidenzia le fragilità di ognuno, fa riflettere su come ci mostriamo agli altri. Cinquanta divertenti minuti di "seduta psicanalitica" ed uno slogan che resta in testa dopo l'uscita dal teatro: chi non ride muore prima! e proprio per questo mi sento di dire che questo spettacolo allunga la vita. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione dell'8 maggio 2022. |
Elettrosciocche
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