E' il flessusoso sussulto del cuore, condito con un pizzico di malinconica dolcezza.
Il quotidiano di questi personaggi, protagonisti di 11 sketch interpretati da quattro attori eclettici (quasi camaleontici, nella loro capacità di mutare la propria attitudine recitativa, rinnovandosi ciascuno in un soggetto diverso), è costellato da reiterate incursioni nell'animo umano, con particolare riguardo ai legami sentimentali, presenti e passati.
La regia intelligente ad opera di Massimiliano Bruno opera su due fronti diversi: da un lato punta sulle indubbie abilità degli attori, veri e propri battitori liberi (ci è piaciuta, in modo particolare, la vocazione brillante e fantasiosa di Sara Baccarini e la verve spigliata e arguta di Lara Balbo), dall'altro si permette il lusso di ostentare una scenografia essenziale, pur sublimata da un efficace gioco di luci, forte di dialoghi spesso ironici, non di rado surreali, talvolta a vocazione kafkiana. 
Colpisce la predisposizione degli attori nel fornire una forte caratterizzazione di taluni individui che compongono la società americana, se non per quanto afferisce alla lingua, giocoforza italiana, certamente sul piano della comunicazione non verbale: movimenti, posture, camminate, generalmente appannaggio di certe comunità giovanili statunitensi, specie della provincia o della periferia urbana, sono state magistralmente concretizzate sul palco, in particolar modo dal duo maschile (Matteo Milani e Kabir Tavani), incredibilmente esemplare in tal senso.
Lo humor delicato che contraddistingue la scrittura originaria (di cui è autore lo statunitense John Cariani), conferisce alla pièce lo status di commedia, comunque idonea ad offrire innumerevoli spunti riflessivi.