Si chiude sotto lo sguardo allegro e consapevole di Talia, la musa "che l'error flagella e ride", MOISAI 2024- Voci contemporanee in Domus Aurea, la suggestiva, unica, occasione offerta ad un pubblico assetato di archeologia e arte di immergersi sensorialmente nel sogno neroniano attraverso una visita culturale culminante con una performance nella Sala Ottagona della straordinaria residenza dell'ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia.
Nove incontri, ognuno dedicato idealmente dalle nove figlie di Zeus e Mnemosine, si sono susseguiti nei fine settimana dal 27 settembre al 13 ottobre col non facile obiettivo di portare il visitatore - spettatore innanzitutto nella (purtroppo incompleta) "visione" di Nerone: prima spezzata insieme alla sua giovane vita, nel 68, e poi volutamente sepolta e relegata a fondamenta delle terme di Traiano. Nove visite uguali, quindi, ma nove "finali" diversi; "finali" contemporanei in uno scenario non solo antico ma eterno. Al termine di un percorso guidato in modo assai curato, competente ed eloquente dallo staff del sito archeologico e reso ancor più emozionante da un'illuminazione e da una componente sonora avvolgenti, la Sala Ottagona, il cuore della gigantesca villa suburbana, il gioiello di Severus e Celer, supremi magister e machinatores che in 4 anni diedero vita con l'artificio e una vera e propria manipolazione dell'architettura alla magnificenza, all'anticonformismo e alla passione per l'arte di Nerone, prende vita e parola. Nell'ancora incredibilmente moderna macchina scenica della residenza imperiale, la musa della commedia, con la potenza sovversiva dell'ironia, chiude questo originale ciclo di eventi dirigendo dall'Olimpo una superba interpretazione di Peppe Servillo di 4 delle 20 novelle raccolte nel Marcovaldo ovvero le stagioni in città, di Italo Calvino. I 60 anni delle une e i 100 dell'altro non paiono affatto pesare. La scelta di portare Marcovaldo, un proletario senza tempo, il "cittadino per antonomasia" condizionato dalla modernità urbana anche nel suo rapporto con la natura, in uno dei tentativi più ardimentosi di sempre di armonizzare uma costruzione sontuosa e immensa (150 le stanze della Domus conservate che si stima possano essere la metà di quelle del progetto originario del solo Padiglione del Colle Oppio) con un paesaggio di giardini, boschi e pascoli, non può essere un caso. La scrittura cristallina, razionale, finemente e garbatamente ironica di Calvino più che narrata viene recitata dal poliedrico artista casertano, che grazie alla sua notevole presenza scenica, a una sapiente gestione del corpo e alla modulazione della voce in chiave surreale e stralunata ci porta per mano nel fiabesco mondo di Marcovaldo, una creatura candida, incantata soprattutto dalle piccole cose e quasi refrattaria alla modernità. Nerone e Marcovaldo, quindi, la stranissima coppia nella quale i visitatori-spettatori della Domus Aurea si sono imbattuti, sono due opposte o forse complementari anime della stessa umanità, tesa, da una parte, verso l'immortalità, da perseguire attraverso la conquista del potere assoluto e la realizzazione di opere che possano andare oltre il tempo (è ben nota la passione di Nerone per la poesia, la musica, il teatro praticati anche in prima persona e quella per l'arte figurativa di cui era sensibile e famelico collezionista) e dall'altra propensa allo stupore e alla felicità da scovare nel semplice, ordinario vivere quotidiano. Guarnito da un paio di brani musicali targati Avion Travel (alla chitarra un ispirato e talentuosissimo Cristiano Califano), in adeguata sintonia più con i temi che con i toni delle novelle calviniane, lo spettacolo è potente e delicato al tempo stesso. Marcovaldo, sempre in bolletta, a caccia di funghi commestibili nelle aiuole cittadine o di beccacce sui tetti dei palazzi; Marcovaldo che cerca ristoro dall'afa notturna dell'estate su una panchina pubblica o che si trasforma di colpo in pupazzo di neve vivente, perché sommerso durante la spalatura, prende vita nella bella e talvolta ammiccante ma mai gigionesca interpretazione di Servillo che a fine performance concede a una trasportata platea un bis, dichiaratamente fuori tema (ma mica poi tanto), omaggiando il grande Nino Taranto. L'esecuzuone di "M'aggia curà", in cui l'indimenticato genio comico napoletano, in una raffica di lazzi da macchietta da avanspettacolo palesa alla sua amata che per essa è ormai preda della pazzia, è travolgente: chi in sala non ha fatto parallelismi con "l'estro" dell'imperatore padrone di casa, che con discutibili risultati si esibiva anche in prima persona sui palchi dell'impero, scagli la prima pietra.
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Moisai 2024. Voci contemporanee in Domus Aurea Terza edizione
PEPPE SERVILLO LEGGE MARCOVALDO Le fantasiose storie di uno dei personaggi più celebri della letteratura italiana per rendere omaggio a Italo Calvino. Peppe Servillo, voce recitante Cristiano Califano, chitarra Distribuzione a cura di AidaStudioProduzioni Coordinamento artistico a cura di Elena Marazzita Una maschera e l’aria allegra. Lo sguardo di Talia ci accompagna nella commedia, stravolgendo il senso comune, facendo dell’ironia l’arma di ribaltamento del quotidiano vivere. Nelle intenzioni sagaci quanto immaginifiche disvelate dalla sua arte, la musa sfida l’uomo con la potenza sovversiva del sorriso e della fantasia. La lettura, interpretata magistralmente da Peppe Servillo con le note alla chitarra di Cristiano Califano, porta in scena uno dei personaggi più celebri della letteratura italiana, rendendo omaggio a Italo Calvino nei 100 anni dalla nascita. Dalla lettura delle fiabe scelte emergono gli aspetti più fiabeschi e ironici del noto personaggio, evidenziandone l’assoluta modernità: la complessa vita caotica in città, l’urbanizzazione senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente, la povertà delle fasce più basse della popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali. Le storie di Marcovaldo ci invitano ad affrontare le difficoltà quotidiane con fantasia e immaginazione: ne coglieremo la dimensione di eroe tragicomico che ci insegna come in ogni momento della giornata si possano ricercare segni e occasioni per poter essere felici. Peppe Servillo Debutta nella musica con gli Avion Travel nel 1980. La sua storia coincide in gran parte con quella del suo gruppo che, in circa trent’anni di lavoro, ha pubblicato numerosi album conquistando importanti riconoscimenti. Partecipa in qualità di attore in teatro e in cinema, collaborando con numerosi registi, tra cui Fabrizio Bentivoglio, Wilma Labate, Mimmo Calopresti, Paola Randi, John Turturro, Lina Wertmuller, Manetti Bros e molti altri. Nel 2013 vince il premio “Le maschere del teatro italiano” ed il premio “Ubu” come migliore attore non protagonista lo spettacolo Le voci di dentro di Eduardo De Filippo. (Fonte: comunicato stampa)
DOMUS AUREA Via della Domus Aurea, Roma Acquisto del biglietto esclusivamente online sul sito https://ticketing.colosseo.it/eventi/moisai-voci-contemporanee-in-domus-aurea/
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