
Capita a tutti, prima o poi, di porsi domande come: “Perché l'ho sposato?” “Perché l'ho sposata?” “Cosa ho visto in lui o in lei?” “La mia è stata una decisione valida?” Alcuni si interrogano su questi temi quotidianamente, mentre altri preferiscono ignorarli o nasconderli a sé stessi.
Per trovare risposte o semplicemente spunti di riflessione, assistere allo spettacolo teatrale “Ti ho sposato per allegria” può rivelarsi un’esperienza illuminante. Qui, profondità e leggerezza si intrecciano magistralmente, dando vita a un racconto capace di far riflettere e, allo stesso tempo, divertire. La rappresentazione teatrale esplora un ampio ventaglio di temi universali: l’amore cieco e le sue conseguenze, i rapporti familiari complessi – con una madre conservatrice e un figlio dallo spirito libero, una figlia irresponsabile nei confronti della madre – fino ad affrontare questioni più ampie come la morte e le disuguaglianze sociali. Il tutto è ambientato nell'Italia del 1965, un'epoca in cui il divorzio non era ancora consentito, rendendo ancora più intense le tensioni e le riflessioni sulla condizione femminile e sulle dinamiche matrimoniali. Un cast straordinario dà vita a questa commedia con grande maestria. In particolare, Lucia Vasini brilla nel ruolo della madre di Pietro, interpretato da Giampiero Ingrassia. Grazie alla sua esperienza e al suo talento, Vasini conferisce al personaggio profondità e ironia, contribuendo a rendere lo spettacolo un perfetto equilibrio tra riflessione e comicità. Quest’opera teatrale è consigliata a tutti, indipendentemente dal genere e dall’età. In particolare, si rivela di grande valore per gli adolescenti, poiché questa fase della vita segna l’inizio della formazione degli ideali e della costruzione della propria visione del mondo. Ti ho sposato per allegria rappresenta un ponte tra passato e presente, offrendo uno spunto di riflessione sull’evoluzione socio-culturale e sulle trasformazioni dei rapporti familiari e sentimentali nel tempo. Con intelligenza e ironia, invita il pubblico a confrontarsi con tematiche universali, ancora oggi di grande attualità.
La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 25 marzo 2025
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Ti ho sposato per allegria
Tieffe Teatro Milano Compagnia Molière Teatro Quirino presentano Giampiero Ingrassia Marianella Bargill
di Natalia Ginzburg
con Lucia Vasini Claudia Donadoni Viola Lucio scenografie Fabiana Di Marco costumi Pamela Aicardi regia Emiio Russo
Stuzzicante. Gustosa. Stratificata. Come la parmigiana di melanzane che, chissà perché, è l’unico menù previsto da Giuliana che ha appena sposato il semisconosciuto Pietro. Ti ho sposato per allegria è’ la prima delle undici commedie di Natalia Ginzburg. La scrive nel 1965, tre anni dopo avere vinto il Premio Strega con il suo capolavoro Lessico Famigliare. Come in quasi tutta la sua produzione affronta ancora temi eterni come l’amore, le relazioni, le madri, la morte, la diseguaglianza sociale. E ancora una volta ne parla quasi senza parlarne raccontando storie in apparenza semplici e familiari con la lingua concreta di tutti i giorni. Ti ho sposato per allegria nel suo inconsueto articolarsi tra assenze e presenze è una sorta di vertigine, di labirinto che conduce nello stesso punto dal quale si è partiti e da dove si riparte forse cercando un altro percorso. Chissà? Da qualche parte prima o poi si dovrà uscire. O forse no, proprio come in quella cosa che continuiamo a chiamare vita. Ti ho sposato per allegria è un testo comico? Sicuramente, anche irresistibile, ma non nella misura dell’intreccio, che non c’è per niente e nemmeno nelle gag o battute spiritose che non ci sono. Lo è per quel suo ritmo da commedia nei dialoghi molto efficaci e nella narrazione dei personaggi assenti e assurdi, ma anche molto concreti e riconoscibili da ognuno (chi non ha conosciuto un poeta maledetto, come Manolo, un’amica zitella col naso arricciato come Elena, una disinibita predatrice di uomini e donne come Topazia, una zia Bigotta come Filippa eccetera). La stessa Ginzburg della sua prima commedia (lei non sopportava prima di allora di scrivere per il teatro, poi ne ha scritto 11) ha detto: “ero molto triste e poi scrivendo è venuta fuori una cosa allegra”. Ecco forse è un’indicazione abbastanza opportuna. L’allegria deve venire quasi da sola, così come la comicità, tra le pieghe di una storia ricca di sfumature tra disincanto e tenerezza, il tutto miscelato con una certa dose di nostalgia, forse anche di rabbia per un mondo che non è poi andato così come doveva andare. Per questo sono convinto che non sia opportuno modificare, adattare o tanto meno modernizzare il testo. Sono convinto che vada contestualizzato a quella metà degli anni 60 – così lontani e così vicini – e far risuonare parole e situazioni al cuore e all’intelligenza del pubblico del tempo presente (fonte: comunicato stampa).

TEATRO QUIRINO/VITTORIO GASSMAN Via Vergini, 7 ROMA tel: 06 6794585
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Orari spettacoli: MAR 25 mar 25 ore 21.00 MER 26 mar 25 ore 19.00 GIO 27 mar 25 ore 17.00 VEN 28 mar 25 ore 21.00 SAB 29 mar 25 ore 17.00 SAB 29 mar 25 ore 21.00 DOM 30 mar 25 ore 17.00
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