Atmosfera surreale, uno spazio scenico diviso da membrane trasparenti sulle quali vengono proiettate immagini con dettagli macroscopici, una combinazione tra narrazione e musica con temi fantascientifici: tutto questo è “Consigli per sopravvivere in natura” un melologo sci-fi inserito nel progetto IF/INVASIONI (dal) FUTURO NEW ERA , in scena al Teatro India fino al 7 agosto.
Quattro racconti nati dalla fervida immaginazione di altrettante scrittrici, madri della fantascienza, che riflettono intorno al degrado umano ed alla violenza che ne deriva, verso il proprio genere, verso gli animali o verso alieni. Storie forti di impatto emotivo per l’orrore che descrivono e che lo spettacolo riunisce in una rappresentazione che non lascia indifferenti. Racconti di vita nei quali l’essere umano trascende dalla sua “normalità” per diventare “altro”: ne Lo psicologo che non voleva far male ai topini di Alice Bradley Sheldon è la violenza sugli animali, mascherata da necessità di conoscenza, che fa emergere tutta la crudeltà che il genere umano è capace di rivolgere verso altri esseri viventi non umani; in Figlio di sangue di Octavia Butler, un uomo resta incinto di un’aliena per guadagnarsi uno spazio vitale in un pianeta ospitante; ne Più vasto degli imperi e più lento di Ursula Le Guin, è l’empatia il filo conduttore, un sentimento che può essere presente anche in un mondo alieno senza vita animale; infine, in Palla di pelo di Margaret Atwood è un’ossessione anatomo-patologica a guidare le azioni della protagonista. Storie quasi “disgustose” nella loro fredda crudezza, prive di sentimenti, ma capaci di generare forti emozioni. Nell’originale costruzione scenica, gli attori/narratori appaiono e poi svaniscono dietro una membrana evanescente, lasciando nello spettatore il pathos del racconto ed un leggero timore per un futuro che, se fosse così come lo hanno immaginato le autrici dei racconti, non lascerebbe molto spazio all’umanità. Lo spettacolo è particolare, adatto ad un pubblico capace di proiettarsi oltre l’ignoto e superare le convenzioni. Molto di impatto il connubio musica/parole: il concept musicale propone frammenti di brani dei Tangerine Dream, padri della musica elettronica, accanto a composizioni originali quasi a sottolineare l’atmosfera surreale che aleggia sul palco. Parole, musica, luci, costumi, tutto contribuisce armonicamente a ricreare uno spazio non-umano eppure tanto vivo. Nota "folcloristica" ma assolutamente positiva a parere di chi scrive: la presenza di due cani sul palco (non inseriti nello spettacolo) che dopo aver assistito tranquillamente alla rappresentazione sono usciti nel proscenio per i ringraziamenti e per ricevere l'applauso del pubblico in sala.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 3 agosto 2024. |
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CONSIGLI PER SOPRAVVIVERE IN NATURA Spettacolo multimediale musicale in forma di melologo sci-fi Racconti di Alice Bradley Sheldon, Ursula Le Guin Octavia Butler Margaret Atwood un progetto a cura di lacasadargilla regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni adattamento Roberto Scarpetti drammaturgia musicale Gianluca Ruggeri ambienti visivi Maddalena Parise costumi Camilla Carè drammaturgia delle luci Omar Scala disegno sonoro Pasquale Citera con Lorenzo Frediani Arianna Gaudio Fortunato Leccese Anna Mallamaci Paolo Minnielli Alice Palazz Stefano Scialanga Roberta Zanardo chitarra elettrica Fabio Perciballi Un “racconto di racconti” intorno al degenerare della conoscenza umana, alla violenza verso l’Altro, sia esso un animale o un intero pianeta, agli incontri interspecie, alla rigenerazione di organismi e sistemi. Quattro grandi madri della fantascienza, scrittrici e attiviste dal profilo ibrido sono le autrici di queste distopie estreme che sfiorano un orrore tutto umano. IF_Dark Ages le riunisce in una serata particolarissima, con una selezione di racconti introvabili: Lo psicologo che non voleva far male ai topini di Alice Bradley Sheldon incentrato sugli ambigui processi di conoscenza degli esseri umani, sull’intensità dei desideri e sull’opportunità di distruggere organismi vivi per studiarli; Figlio di sangue di Octavia Butler, racconto di formazione, è la storia di un uomo che resta incinto di un’aliena come patto e atto di amore, e che si chiede: cosa abbiamo noi umani da offrire in cambio di uno spazio vitale in un mondo che non è il nostro? Più vasto degli imperi e più lento di Ursula Le Guin, ragiona invece sulla reciprocità della recettività bio-empatica in un mondo alieno senza vita animale, il cui sistema vegetale interconnesso reagisce all’arrivo degli esseri umani imitando la loro stessa paura; Palla di pelo di Margaret Atwood è infine la storia disturbante di un’ossessione misteriosa che sfocia in una sorta di anatomo-patologia dei rapporti umani. (Fonte: comunicato stampa)
Teatro India Lungotevere Vittorio Gassman 1 Roma tel. 06 8775 2210
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