Una lezione di storia, forse leggermente romanzata, ma sicuramente coerente con la realtà dell’epoca della Roma dei papa/re, dei giacobini, dei sonetti del Belli e della sua intuizione di scrivere nella lingua parlata dal popolo.
Gioachino Belli, vestito di bianco a ricordare la sua famosa statua posta in suo ricordo a Trastevere, prende vita e nel sogno immagina l’incontro con la popolana Cencia e con l’austero Cardinale Moletti. Lo spettacolo è un viaggio nel quale il protagonista rivede la sua fanciullezza e la sua vita da adulto letterato, intento a scrivere i suoi sonetti in uno stile nuovo, utilizzando la lingua del “volgo”, per raccontare la sua Roma, una città alla quale è legato indissolubilmente. L’autore e regista della pièce (Gabriele Mazzucco) propone un Belli quasi inedito, seppure facendo emergere i sentimenti del poeta: negativi verso il potere papale, simpatizzanti per il popolo desideroso di affrancarsi dallo Stato Pontificio e da un papa oppressore. Decisivo è l’incontro con Cencia, la trasteverina che lo coinvolge, suo malgrado, nelle attività sovversive e nelle idee rivoluzionarie di cui, da uomo arguto, Belli evidenzierà nei suoi scritti i pregi ed i difetti, nonchè le illusioni e la volubilità dell'animo umano. “L’ultimo sogno di Gioachino” è un riconoscimento al Belli per il suo pensiero e la sua opera, un personaggio calato nella sua epoca intrisa di delazioni, cospirazioni, tradimenti, speranze in un futuro migliore: un periodo che ha segnato la storia di Roma e dell’Italia. Bravi gli attori. Marco Fiorini, dona a Gioachino Belli un taglio umano e leggermente sognatore. Il perfido cardinale Moletti è impersonato con dovizia da Maurizio Mattioli, che riesce a dare un’immagine perfetta dell’odioso e potente religioso, privo di ogni scrupolo e votato solo all’arrivismo ed all’ambizione. Le sue spiegazioni del “potere” sono da manuale e l’interpretazione di Mattioli ne esalta maggiormente i contenuti. Brava Chiara Fiorelli, che riesce ad interpretare tre personaggi, ben distinti tra loro ed ognuno fortemente caratteristico: Mena, la prostituta carbonara, donna tipicamente trasteverina; Nina, la buffa serva di Montelibretti, incomprensibile nel suo dialetto ciociaro; è infine la suggestiva e moderna personificazione di Roma. Altrettanto brava Erika Marozzi, nel caratterizzare il ruolo della moglie del poeta, anche lei simbolo di una verace romanità. Da evidenziare la performance canora di Demetra Fiorini (figlia di Marco Fiorini) soprano delicato ed elegante. Essenziale la scenografia, movimentata dagli attori stessi durante brevi intervalli della narrazione nel corso dei quali il pubblico viene piacevolmente intrattenuto da celebri canzoni romanesche interpretate dall’indimenticabile Gabriella Ferri. Lo spettacolo è scorrevole, un solo atto di poco più di un’ora, ben strutturato e senza troppi orpelli inutili. Una rappresentazione tra il comico e lo storico che racconta di un Gioachino Belli diverso da quello studiato sui libri di storia o di poesia. Rappresentazione adatta a tutti, ma assolutamente consigliata agli appassionati di quel periodo storico ed agli amanti dei sonetti del grande poeta.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 6 aprile 2024. |
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L'ultimo sogno di Gioachino
Di Gabriele Mazzucco Compagnia Barnum Con Maurizio Mattioli Marco Fiorini Chiara Fiorelli Riccardo Rendina Erika Marozzi Dario Panichi Matteo Stasi
Regia Gabriele Mazzucco
Gioachino vive, in sogno, l’incontro con una donna del popolo (Cencia) ed un severo Cardinale…il giudice legato a latere Cardinal Moletti; durante il sogno partorisce anche l'idea di scrivere, con la lingua del popolo, dei versi innovativi capaci di illustrare pregi e difetti della sua amata città: Roma. L’indomani, fatta realmente la conoscenza di Cencia per le vie di Trastevere, si trova suo malgrado coinvolto nelle attività carbonare e rivoluzionarie dei Giacobini, scoprendone pregi, illusioni e difetti. Ispirandosi ai sonetti del più grande poeta romano, L’ultimo sogno di Gioachino, racconta la visione del Belli sui piccoli e grandi temi della città eterna. Una serie di eventi di pura fantasia che richiamano fatti noti della vita del poeta ed i personaggi delle sue opere. Tra cospirazioni, fede, tradimenti e risate, una storia umana e senza tempo; uno spaccato in chiaro e scuro di una Roma che non c’è più.
Teatro Marconi Viale Marconi, 698E Roma tel. +39 06 59 43 554
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