L'imparata
Roma, Teatro Marconi, 12-22 ottobre 2023

Si può parlare di camorra in una rappresentazione teatrale? Sembrerebbe di si. Lo spettacolo L'Imparata, in scena al Teatro Marconi fino al 22 ottobre ne è una dimostrazione.

Siamo abituati a sentire di criminalità organizzata nei telegiornali, nelle trasmissioni televisive, nelle fiction, al cinema, ma difficilmente il teatro si avventura in questo campo. Nella pièce, su un testo di Roberto Iannucci, il regista Felice Della Corte, riesce a portare in scena uno spaccato della vita di un camorrista, Vincenzo, interpretato da Antonio Grosso, uscito troppo presto dal carcere rispetto alla sua condanna (cosa anomala che fa sospettare che sia diventato un “pentito”) e della sua famiglia. La storia è molto cruda e il titolo già lo preannuncia: L’Imparata è una lezione che viene data a tutti quando si è fatto qualcosa che il contesto sociale non approva. Forte è il messaggio che viene mandato. Quando si fa parte di una subcultura criminale non è possibile cambiare vita, se ne viene risucchiati ed ogni azione diventa lecita, anche le più moralmente inaccettabili, pur di non perdere l’appartenenza a quell’ambito. La rappresentazione vuole essere quindi un monito su cosa significa fare parte di una organizzazione criminale e di come tutta la famiglia ne diventi parte, suo malgrado, senza possibilità di riscatto. 
Il testo è potente e la lineare drammaturgia ne evidenzia la durezza. Gli attori sono molto bravi nel rappresentare l’atmosfera cruenta della storia. Vincenzo riesce a mostrare tutte le paure dietro un’apparenza di spietato camorrista, Matteo (Antonello Pascale) incarna perfettamente la figura “fuori contesto”, molto bello è il ruolo della madre (Teresa Del Vecchio) che deve fare una scelta terribile pur di salvare l’onore della famiglia e la giovane moglie (Marika De Chiara) che veste i panni della donna che vuole salvare i propri figli. 
Le esigenze teatrali, nonchè quelle narrative, tendono a discostare le opere dalla vita reale seppure rispettandone, in alcuni passaggi, la concretezza. Ma in questa rappresentazione, pur parzialmente romanzata, la cruda realtà di alcuni contesti malavitosi appare in tutta la sua tragicità e l’insegnamento che ne deriva è deciso e fortissimo dal punto di vista emotivo. Lo spettacolo è quindi adatto ad un pubblico adulto, cosciente che nel nostro Paese esistono nicchie culturali di questo tipo, fortemente ancorate in alcuni territori e di difficile eradicazione. Nella pièce, diventare un collaboratore di giustizia è un disonore, un’onta da lavare col sangue. Nella società civile colui che si “pente” aiuta lo Stato a catturare i criminali, quindi svolge un’azione meritevole. Due facce della stessa medaglia sulle quali riflettere per meglio comprendere il disvalore che permea ogni contesto criminale. 
La rappresentazione è emozionante e non può lasciare indifferenti per i temi affrontati. Unica annotazione, a parere di chi scrive, è l’utilizzo eccessivo del dialetto napoletano: è evidente che i dialoghi debbano rispecchiare il contesto ed il luogo di riferimento, ma il rischio è quello che alcune battute, o addirittura frasi, non vengano comprese da chi non padroneggia l’idioma partenopeo.

 


Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 12 ottobre 2023.

L'imparata

Di Roberto Iannucci

Regia Felice Della Corte

Compagnia Mania Teatro

Con
Antonio Grosso
Teresa Del Vecchio
Antonello Pascale
Marika De Chiara

Aiuto Regia Andrea Goracci

Costumi Lucia Mirabile

Luci Luca Vergoni

Teatro Marconi
viale G. Marconi 698/E
Roma
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